Recensione: Forgive & forget

Di Claudio Casero - 8 Settembre 2005 - 0:00
Forgive & forget
Band: Aces High
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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75

Gli svedesi Aces High ci propongono questo “Forgive & forget”, un buonissimo album di “hard & heavy” con qualche influenza southern che di certo non guasta, il tutto completato da un’ottima produzione e da suoni oserei dire impeccabili.

Partiamo subito bene con “Killing time” in cui le chitarre ruvide ed un cantato che riprende decisamente quello di Ronnie James Dio adattandosi perfettamente al genere grazie anche ad effetti vocale ben studiati e a cori che rimangono in mente e facilmente canticchiabili; il tutto è completato da una sezione ritmica che fa il suo lavoro senza troppi fronzoli ed un assolo più che piacevole.
Decisamente meno tirata ma altrettanto piacevole è la titletrack, in cui i suoni di chitarra abbastanza particolari  rendono il brano notevolmente bello e conferiscono quel tocco di personalità che non guasta; il ritornello, che ha un discreto sapore commerciale, mi ha fatto tornare in dietro di parecchi anni creando una piacevole nostalgia di suoni eighties che ormai credevo fossero persi del tutto.
Convince invece molto di meno “Hyde my Jekyll” di chiaro sapore glam con influenze heavy; il problema di questa canzone è la sua mancanza di convinzione e di ritmo, il che rende il brano moscio e alla lunga noioso nonostante al suo interno siano presenti buone idee che però sono state sviluppate maluccio.
Molto bello è invece il lento “Tell me” in cui la voce di Bjørn Andersen dimostra di saper essere anche dolce e tremendamente melodica accompagnata da assoli di chitarra melensi ma piacevoli che rendono ancora più accorato un brano che potrebbe accostarsi tranquillamente ad alcuni brani dei compatrioti Europe.
Discorso completamente differente va fatto per “Blinded”, la canzone meglio riuscita di tutto il cd; impressionante il tiro del brano ritmato da una sessione ritmica che riesce a dare il meglio di sé aiutata dall’inserimento di tastiere che fanno il loro lavoro senza sembrare mai esagerate o troppo sinfoniche.
Passeremmo invece a territori decisamente southern con “What I came for” se non fosse per il chorus coomercialotto che stona un po’ all’interno del brano, che però rimane sempre un’ottima canzone che, per dare l’idea, andrebbe benissimo se ascoltata percorrendo le infinite highway statunitensi a bordo di un pickup.

Questo “Sorgive & forget” è quindi un cd che ci fa tornare indietro nel tempo; la sua commercialità a volte sembra eccessiva ma tutti i dieci brani sono assai piacevoli in tutte le loro parti. Diciamo che si tratta di un lavoro che può piacere un po’a tutti, anche a coloro che non ascoltano metal normalmente. Un cd da ascoltare tutto d’un fiato, facilmente assimilabile e senza troppe pretese dal punto di vista strumentale; sono questi i punti di forza di un lavoro che di certo non farà gridare al miracolo, ma che risulta bello nella sua semplicità e vivacità che riesce a conferire allegria a chiunque lo ascolti.

TRACKLIST:
1. Killing time
2. Forgive & forget
3. Hyde my Jekyll
4. Tell me
5. Blinded
6. Judas kiss
7. What I came for
8. The thing we’ve done
9. Legacy (instrumental)
10. Listen to fools

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