Recensione: Freelight

Di Luca Corsi - 1 Dicembre 2007 - 0:00
Freelight
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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78

A chi non piace girovagare per i negozi di dischi, in cerca di qualche pezzo pregiato da collezione o di qualcosa di nuovo da ascoltare?

Magari l’album di un gruppo sconosciuto o quasi, un disco che, solo osservando la copertina, sembra parlarti all’orecchio, sussurrandoti di acquistarlo e di dare un ascolto, magari facendone conoscere virtù e qualità a più persone possibili in caso di gran valore.
La mia ricerca è stata premiata.
Nonostante l’AOR non sia mai stato il mio genere prediletto, ‘Freelight‘ dei canadesi Final Frontier è riuscito ad ottenere la mia benedizione già dal primo ascolto, rivelandosi un platter d’impatto e suggestivo, condito da un uso abbondante di tastiere e della voce di Rob Moratti, un singer dal timbro squillante, onestamente a me del tutto ignoto sino ad ora.

Il disco esordisce con la title-track, ‘Freelight’, traccia costruita su di un hard rock allegro e gioioso, supportato da tastiere e chitarre incisive che, come poi in tutto l’album, danno libero sfogo al proprio estro melodico.
‘Dynamo’ è già forse il pezzo migliore presente in scaletta: Rob Moratti dimostra la propria bravura, ben assecondato da Mladen che alle chitarre confeziona riffs semplici, melodici e di grande impatto. Le emozioni di certo non finiscono così a breve e proseguono con la malinconica ‘Foolish Pride’, dopo la quale ecco manifestarsi l’altra perla del disco, ‘Only The Lonely’.
Melodie davvero sensazionali, riescono a coinvolgere l’ascoltatore nei ritmi allo stesso tempo orecchiabili e mai approssimativi, merito anche dell’incredibile voce di Moratti che, senza mai rendersi monotona, alimenta il desiderio di ripetere l’ascolto più volte a volumi elevati.
Molto toccanti e suggestive sono le atmosfere di ‘I Hope You Don’t Mind’, la prima ballata del disco in vero stile melodic hard rock, caratterizzata da un inizio lento e cadenzato, seguito poi da ritmiche in crescendo maggiormente sostenute.
‘Someone’s Watching You’ e ‘All The Way’ sono quindi due brani molto elettrici e accattivanti che ricordano un po’ i Journey dei primi anni ottanta, senza dubbio fra le più importanti fonti d’ispirazione di Moratti e Mladen.
Segue ‘Nothing Is Easy’, una ballad davvero azzeccata che fa della semplicità melodica il suo punto di forza, alla quale si aggiunge un tocco di sdolcinato romanticismo mai fine a se stesso.
Sonorità analoghe sono rilevabili anche nella seguente ‘Lion’s Den’, mentre con la successiva ‘The Witches Mask’, ritorna un ritmo più veloce e accattivante, sempre all’insegna della linearità stilistica e dei ritornelli orecchiabili.
Nota a margine, la versione in mio possesso contiene anche due bonus track, ‘Halfay Home’ e ‘Delia’, due classiche ballate d’egregia fattura, dal tono in crescendo la prima, più lenta e rilassata la seconda.

Probabilmente ‘Freelight‘ non si distinguerà per originalità o innovazione, ma si ascolta più che volentieri, rivelandosi fresco e scorrevole, doti, d’altro canto, essenziali per un buon disco di rock melodico.

Non resta che consigliare l’ascolto di una delle uscite più sottovalutate del 2006, colpevolmente passata in secondo piano sebbene, con ogni probabilità, tra le migliori in ambito AOR dell’anno.

Tracklist:

01. Freelight
02. Dynamo
03. Foolish Pride
04. Only The Lonely
05. I Hope You Don’t Mind
06. Someone’s Watching You
07. All The Way
08. Nothing Is Easy
09. Lion’s Den
10. The Witches Mask
11. Halfway Home (Bonus)
12. Delia (Bonus)

Line Up:

Rob Moratti – Voce
Mladen – Chitarre / Basso / Tastiere
Lawrence Falcomer – Chitarra
Kevin Howley – Batteria

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Genere:
Anno: 2006
78