Recensione: …From Above
Un bel bagno di sano thrash old-school non può che far bene, se il bagnoschiuma ha un buon profumo ed è di composizione naturale.
Per l’appunto, questo è il caso dei finlandesi Malicious Death. Attivi dal 2002, dopo due album usciti rispettivamente nel 2003 e 2005, è ora il momento dell’avvento del terzogenito: “… From Above”.
In poco più di mezz’ora i Nostri sciorinano uno stile che cammina al fianco di gente come Slayer, Motörhead, Sodom, e Agent Steel, per citare alcune band cui pesca a piene mani il DNA di Obadio e soci. Il sound del platter, infatti, è composto dall’urticante voce di GG, a volte assai simile, soprattutto per piglio, a quella di Lemmy; dal riffing thrash che più thrash non si può di Obadio, il cui dorso della mano è perennemente incollato al ponte della chitarra per dar luogo al caratteristico effetto della «corda stoppata» prodotto dal palm-muting. Il duo Bilibaldus/Jerker macina con impegno e cospicua produzione di sudore le competenti partiture, non sconvolgendo nessuno, per ciò, ma non esponendosi, nemmeno, al pubblico ludibrio per manifesta incapacità tecnica. Il giusto veicolo ritmico per trainare il resto del combo verso l’entrata della macchina del tempo costruita con i pezzi del platter.
Macchina del tempo che ci riporta nella prima metà degli anni ottanta, e precisamente nel limbo che ha fatto da cuscino di passaggio dallo speed al thrash. Sì, perché la trasformazione da heavy metal a thrash non è stata fulminea – come del resto accade per quasi tutti casi. Contaminando la pienezza del sound dell’heavy con l’aggressività del punk, si sono avuti i primi esempi di estremizzazione, Motörhead e Venom. Che, in seguito, hanno fatto da base per i primi tentativi di accelerazione del ritmo dell’heavy classico, dando luogo così ad act quali gli Agent Steel che, non a caso, hanno portato la critica a coniare la definizione di speed metal. Accelerando ulteriormente i pattern di batteria e spingendo sulla distorsione e compressione del suono delle chitarre, è spuntato il genere suonato da Exodus e Metallica: il thrash.
Questa breve e personale disanima storica, spero non noiosa, alla fine serve per inquadrare i Malicious Death che, appunto, si possono fregiare dell’onore di suonare thrash old-school invaso, ancora, da robuste ramificazioni speed.
Discreto, nel complesso, l’insieme delle canzoni; anche varie nella proposizione di sonorità doom (“Crooked Cross”), speed (“One By One”), thrash (“Death By Dawn”) ed heavy (“No Justice”). Il tutto, a definire quell’aurea di «vecchio stile» che, in sintesi estrema, rappresenta la caratteristica peculiare del thrash del quartetto di Helsinki.
Del tutto adeguato alle esigenze del 2010, invece, il processo produttivo del disco. La produzione, nonostante si abbia a che fare con un’Indie attiva nell’underground, regala un suono pulito, equilibrato e piacevole.
Specificamente concepito per i thrasher che bazzicano gli anni ottanta – i quali, in ogni caso, non si troveranno di fronte a un capolavoro – , “… From Above” potrà presentare qualche spunto interessante anche per i generici metalhead, giacché i Malicious Death citano, fra gli ispiratori, anche Saxon e Iron Maiden.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. Death By Dawn 3:45
2. One By One 2:32
3. Crooked Cross 5:46
4. No Justice 3:28
5. Reign Of Chaos 4:04
6. Blasphemy 3:40
7. Storm Of The Metal 2:13
8. Thrash ‘till Death 4:58
9. … From Above 4:36
Line-up:
GG – Vocals
Obadio – Guitars
Bilibaldus – Bass
Jerker – Drums