Recensione: Geliebte Des Regens

Di Ivo Dell'Orso - 19 Aprile 2005 - 0:00
Geliebte Des Regens
Band: Nargaroth
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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93

Non lo faccio per vantarmi, ma io intuii fin dal debutto (Herbstleyd) la straordinaria genialità di quest’uomo: Kanwulf è davvero uno dei veri salvatori del Black. Dopo lo splendido Rasluka Prt II infatti egli ha creato il suo capolavoro assoluto: Geliebte Des Regens è l’apice della sua produzione, il suo disco più straziante e allo stesso tempo il suo disco più difficile (per via della struttura e delle canzoni, sei in tutto per oltre settanta minuti di musica). Il modello a cui il nostro si è chiaramente ispirato è il monumentale Filosofem di Burzum (disco unico e manifesto di una nuova corrente di Black, inarravabile per chiunque altro) che metteva per la prima volta in evidenza le scelte che il Conte avrebbe effettuato in futuro.

La prima canzone, Calling The Rain, è un’intro ambientale nella quale si ascoltano pioggia, tuoni, sinistri effetti di synth: tutto ciò serve a farci immergere nello spirito del disco, incentrato proprio sulla pioggia. Attaccata all’intro ecco che arriva la straordinaria Manchmal Wenn Sie Schläft; la solennità con la quale questa canzone si fa largo nella mente è davvero indicibile: riff (davvero da applausi) che come nella migliore tradizione Nargaroth rimane uguale a se stesso con qualche variazione di tema e voce (che sembra provenire da chissà quale profondo e lontano abisso) cattiva e disturbante al punto giusto. L’andatura ritmica della song è quella classica del Nargaroth più oscuro e vicino a Burzum, lenta e con variazioni ritmiche praticamente nulle. Splendida, anche se non brilla per originalità, la variazione di riff che si trova dal decimo fino al dodicesimo minuto. L’unico paragone calzante con il resto della produzione di Kanwulf è la mai troppo osannata Amarok – Zorn Des Lammes Part II (che si trova su Amarok 2000), che riusciva a creare linee melodiche bellissime, proprio come fa questa quasi epica Manchmal Wenn Sie Schläft. Una song eccellente, se non fosse che per due volte, nell’arco di diciassette minuti, il buon Kanwulf incide sopra il riff portante una specie di solo che a me sembra suonato fuori chiave: magari questa soluzione sarà anche stata voluta, ma sicuramente crea un effetto spiazzante.
Segue, collegata alla seconda traccia, Weenn Regen Liebt che si può accostare, a livello strutturale, a Manchmal Wenn Sie Schläft: a parte una intro davvero ben riuscita grazie ad una sezione ritmica più veloce, la song rimarrà per i primi sei minuti su standard ritmici lentissimi e ripeterà sempre lo stesso, oscuro riff; ma proprio dopo il sesto minuto (quindi a metà canzone) inzia la seconda parte del pezzo che vede un ritmo decisamente più sostenuto e compatto ma mai veloce come nell’intro, e così fino al decimo minuto: poi, fino all’outro a sfinire, il ritmo rallenterà nuovamente per lasciare il posto alla pioggia.
La successiva song, Von Scherbengestalten Und Regenspaziergang, racchiude in sè (almeno nella sua seconda parte) uno dei momenti strumentali più belli di tutto il disco. Il ritmo marziale della batteria, ripetitiva e ossessionante, costituisce l’impianto ritmico (molto particolare in verità) del brano e il solito riff di notevole qualità completa il tutto; si procede in questo modo per sei minuti e mezzo, poi il ritmo si ferma e rimane solo la chitarra a creare arpeggi distorti; col passare del settimo minuto inizia la seconda parte del pezzo, con notevoli linee chitarristiche e un ritmo più incalzante del precedente; ad un minuto dalla fine parte un’altro riff a tinte fosche, più vicino all’hard rock che al Black, che chiude il pezzo. Praticamente speculare alla seconda traccia è la versione alternativa di Manchmal Wenn Sie Schläft, che nulla aggiunge (a parte un pò di deelay al cantato di Kanwulf) al capolavoro che abbiamo ascoltato due canzoni prima.
Un arpeggio cristallino di chitarra apre l’ultima song dell’album: Leb’ Wohl, fra il rumore di temporali e lo scorrere dell’acqua (che sono elementi fondamentali per dare al pezzo quel senso di desolazione funzionale al disco intero), è una traccia completamente strumentale che ha una prima parte (i primi tre minuti) caratterizzata dall’arpeggio solitario e una seconda (gli ultimi sette) che presenta tutto l’apparato musicale: due sono i temi portanti che la chitarra presenta, così come due (uno lento e uno più deciso) sono i ritmi di batteria. Nargaroth questa volta ha fatto davvero centro: testi, musiche, voce, tutto è perfettamente amalgamato e il quadro d’insieme è dei più entusiasmanti. Spero, con tutto il cuore, che dopo un simile lavoro Kanwulf non smetta di sperimentare nei sui dischi (ogni album targato Nargaroth aveva qualcosa di nuovo rispetto al disco che lo aveva preceduto) e che ci proponga qualcosa di diverso ma di altrettanto valido. In definitiva questo Geliebte Des Regens è il disco che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare: questa opera è l’erede di Filosofem.

Ivano Dell’Orco

Tracklist:
1 – Intro: Calling The Rain 3:59
2 – Manchmal Wenn Sie Schläft 17:42
3 – Wenn Regen Liebt 11:59
4 – Von Scherbengestalten Und Regenspaziergang 11:53
5 – Manchmal Wenn Sie Schläft (Alternative Version) 17:17
6 – Outro: Leb’ Wohl 10:19

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