Recensione: Get Off

Di Andrea Bacigalupo - 8 Giugno 2022 - 23:30
Get Off
Band: Motor Sister
Etichetta: Metal Blade Records
Genere: Hard Rock  Heavy 
Anno: 2022
Nazione:
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80

Ma è un album di cover questo? E di chi? Queste sono le prime domande che mi sono fatto quando ho ascoltato per la prima volta ‘Get Off’ dei Motor Sister.

Beh i presupposti ci sono tutti, la storia la si conosce: come regalo per il 50° compleanno di suo marito, un tale Scott ‘Not’ Ian, Pearl Aday ha chiesto a Jim Wilson di suonare assieme a lui alcune canzoni della sua band, i Mother Superior, Hard Rock band di Los Angeles attiva dal 1993 al 2011.

Questo è stato lo spunto per formare un gruppo, anzi un supergruppo come diremo poi, e dare alle stampe, nel 2015, un primo album dal titolo ‘Ride’ composto, appunto, da cover dei Mother Superior.

Dato atto di questo e sentito il sound atavico che esce dal nuovo album, come prima impressione non potevo non presumere che fosse anch’esso una raccolta di cover.

Invece no, le canzoni di ‘Get Off’ sono tutte inedite, tranne ‘Rolling Boy Blues’, ancora dei Mother Superior.

L’album è incredibile e non poteva essere da meno, vista la caratura dei personaggi.

Oltre al chitarrista ritmico degli Anthrax e a Jim, sono anche della partita la stessa Pearl, nientemeno che la figlia del grande Meat Loaf (“Hot patootie, bless my soul, I really love that Rock ‘n’ Roll”), Joey Vera (negli Armored Saint di ‘March of the Saint’ e poi nei Fates Warning, Mercyful Fate e Seven Witches) e John Tempesta (Exodus, Testament, White Zombie).

Insomma, tutta gente che è cresciuta a pane, burro e musica Rock, inzuppando pentagrammi nel latte al posto dei plasmon.

Che cosa ci potevamo aspettare se non un album di solido e sempiterno Hard Rock dagli spigoli metallici, granitico come la roccia e dal gran tiro? ‘Get Off’ non è nient’altro che questo: un concentrato di passione, di voglia di suonare assieme a rompicollo, senza pensarci più di tanto e dando ascolto solo alla propria anima: musica ‘soul’, si potrebbe dire, ma sparata ad alzo zero.

Questa band non cerca la novità, d’altronde i musicisti non ne hanno bisogno: loro lo sono già stati una novità. Qui si suona quello che piace e basta. I richiami son tanti: dai Grand Funk Railroad a Brian Adams passando per i Kiss, Ozzy, i Thin Lizzy ed i Black Sabbath, un vasto panorama nato in un’epoca lontana ma ancora oggi intramontabile.

Possono essere la granitica ‘Can’t Get High Enough’, la rocambolesca ‘Coming For You’, la profonda ‘Pain’ o la spregiudicata ‘Bulletproof’ (scegliendo un po’ a caso): il bagaglio culturale trabocca ed il risultato è esplosivo, ‘Get Off’ è un album pieno di vitalità avvolgente e coinvolgente.

Della capacità degli artisti è inutile parlarne, particolare menzione, comunque, per il duo canoro. Molto valida l’idea di contrapporre una voce maschile ad una femminile, ma entrambe ribelli e Rock ‘N’ Roll, come dimostra soprattutto la conclusiva ‘Rolling Boy Blues’, una vera esplosione di voci.

Get Off’ è stato prodotto da Jay Ruston (Anthrax, Steel Panther), è stato inciso presso lo Studio 666 di Los Angeles, con le tracce di base in presa diretta, ed è distribuito da Metal Blade Records.

Divertente, selvaggio e spensierato … quello che il Rock deve essere. Assolutamente da ascoltare.

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