Recensione: Get Up, Get Loose, Get Off!

Di - 6 Ottobre 2008 - 0:00
Get Up, Get Loose, Get Off!
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
77

L’immagine è di quelle stratamarre, se non fosse per l’acconciatura modernista di qualche elemento della formazione, i Johnny Burning sembrerebbero coevi dei Glamsters nostrani Halloween, Gow  piuttosto che Shabby Trick, ovverosia schegge colorate impazzite della Nwoihm anni Ottanta. I cinque imolesi, per contro, sono un combo al debutto su full length, dopo essersi formati nel 2005 e aver sfornato un demo poco dopo per farsi conoscere nel giro e suonare dal vivo.

Get Up, Get Loose, Get Off! si rifà, come ben intuibile dalla bella copertina prepotentemente  eloquente, all’Hard Rock americano che infiammò il Sunset Boulevard di Los Angeles più di vent’anni fa: quindi Glam, Sleaze, Hair Metal e un turbinio di paillettes, brillantini, eye liner con come massimo comune denominatore il vecchio, sano, Rock’N’Roll metallizzato.        

Wrong Shape colpisce subito nel segno, gli ingredienti ci sono tutti: riff di chitarra sporchi da manuale, il cantante Manuel graffiante quanto basta grazie a una voce in linea con il genere dotata di una timbrica nasale che fa tanto R’n’R, melodia a profusione e un bridge catchy. I cliché della West Coast fatta di esuberanze ed esagerata in tutte le sue forme vengono rivistati ampiamente in brani come Rock In The U.S.A. , Devil Inside – grande il solo a la Motley Crue – e Burning Miracle, con le durissime asce di D.B. e Niko sugli scudi.       

Non mancano gli ammiccamenti alla Nwobhm disincantata in Lost & Found, ticchiolata da un riff saltellante di saxoniana memoria, il Rock’N’Roll purissimo di Time To Rock e la ballad obbligatoria. Shine, infatti, suona ferocemente mielosa nella propria sensualità animale, godendo di un songwriting degno di band ultra-celebrate. Se solo dovesse, per miracolo, atterrare sulla scrivania giusta al di là dell’oceano, farebbe sfracelli di tiratura mondiale.       

Diverso il discorso per Sassy Lassie Goose, nata idealmente negli anni sessanta e rielaborata oggi, un po’ come facevano i Poison due decenni fa, così come Idiota è ammorbata di Blues grazie a un’armonica ben bilanciata con il resto degli strumenti. Turn Down Just To Leave It, la traccia numero dieci, chiude degnamente baracca e burattini fra riff antichi e odori che possono nascere solo nelle taverne di New Orleans quando perfino l’ultimo dei tiratardi avvinazzato se ne è andato.

I Johnny Burning non inventano niente, in maniera molto ligia perpetuano alla Loro maniera le sonorità che infiammarono una generazione di capelloni cotonati, anni fa. Lo fanno nella piena sacralità, senza quindi cercare ammiccamenti modernisti al tema, per evitare di contaminare il prodotto finito, che gronda di Hard Rock con chitarre fieramente heavy metal, mettendo finalmente su disco quella sana violenza gratuita che spessissimo difetta nelle uscite platinate in linea con il prodotto descritto sopra.      
   

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Tracklist:
1. Wrong Shape
2. Devil Inside
3. Sassy Lassie Goose
4. Idiota
5. Lost & Found
6. Burning Miracle
7. Time To Rock
8. Shine
9. Rock In The U.S.A.
10. Turn Down Just To Leave It

Line-up:
– Manuel – voce
– D.B. – chitarra
– Niko – chitarra
– Cesko – basso
– Rob – batteria

PS: le parti di basso all’interno di Get Up, Get Loose, Get Off! sono state suonate da Elvis

 

 

Ultimi album di Johnny Burning