Recensione: Ghost of a rose

Di Gaetano Loffredo - 10 Luglio 2003 - 0:00
Ghost of a rose
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Anno: 2003
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84

Quella che ho tra le mani è una lussuosissima confezione digipack del nuovo cd targato Blackmore’s Night, medieval band capitanata dal famosissimo Ritchie Blackmore, icona mondiale dell’Hard Rock che voi tutti conoscerete grazie alla sua militanza nei Deep Purple, affiancato dalla sua affascinante consorte, Mrs Candice Night, cantante del gruppo. Cominciamo col dire che Ghost of a Rose (questo il titolo del nuovo studio album) è un degno successore del loro precedente e fortunato Fires At Midnight, album che ha spinto i Blackmore’s Night verso una meritata consacrazione in questo campo! Ghost of a Rose è composto da ben 15 track (17 per la versione in mio possesso) ed ha una durata totale di 60 minuti (8 in più per chi è in possesso della succulenta versione Digi). Way to Mandalay è la prima orientaleggiante track adattissima ad aprire l’album, con un ritornello che vi entrerà nella mente sin dal primo ascolto!

I 6 minuti e mezzo del primo pezzo passano velocissimi e si godono piacevolmente fino a 3 black crows, che osservano il mondo posati su un cornicione o su un albero pronti a volare via al primo cenno di uno di loro… Canzone piacevolissima e di impatto acustico notevole, sulla falsa riga dei pezzi dell’album precedente. Passiamo così ad ascoltare il dolcissimo lento Diamonds and Rusts e la misteriosissima Cartouche che si distanzia non poco dai pezzi precedenti a causa della sua magica atmosfera negativa permeata nel riff portante! Facciamo poi un salto nel medioevo ascoltando con gli occhi chiusi Queen for a day (part 1): ci ritroveremo ad immaginare cavalieri, principesse ed una donzella che vorrebbe essere Regina per un giorno. Anche questa è un ottima ballad suonata alla perfezione e cantata da sogno dalla bella Candice. Queen for a day (part 2) altro non è che un intermezzo acustico medievale suonato con la chitarra acustica dal Maestro Ritchie ed infarcito da una mezza dozzina di strumenti “d’epoca”: non potrete non saltellare al ritmo di questa song! Decisamente sopra la media anche i tre pezzi successivi: Ivory tower, altro lento medievale azzeccato, Nun Eine Minute, intermezzo sonoro della durata di un minuto magicamente eseguito e Ghost of a Rose, la Title track dell’album, pezzo di rara classe che non mancherà di trasportarvi con la mente in un paesaggio medievale e di cantare e ballare insieme alla band! Ennesimo intermezzo acustico suonato stavolta con un mandolino è Mr Peagram’s Morris and Sword che introduce il vero capolavoro di questo album: Loreley. Questo è il classico pezzo da ascoltare in una taverna con gli amici e cantarlo tutti insieme: verrete colpiti dalla stupenda melodia celtica che ci accompagna verso la fine del cd: Where Are You Going From here, Rainbow Blues ispirata dai maestri Jethro Tull, All for One, un pezzo che non mancherà di farci divertire in sede live, Dandelion Wine, gioiosa e malinconica nello stesso tempo…

Siamo giunti al termine di questo viaggio (nel vero senso della parola)! Io mi sento di consigliare questa perla a tutti coloro che, nonostante ascoltino come me purissimo heavy metal, abbiano voglia ogni tanto di chiudere gli occhi e di tornare indietro nel tempo, in un medioevo raccontato ora con gioia, ora con tristezza, ma sempre con grande, grandissima classe! Attendiamo con ansia una riproposizione live di queste perle musicali!

Gaetano Loffredo

Tracklist:

  1. Way To Mandalay
  2. 3 Black Crows
  3. Diamonds And Rust
  4. Cartouche
  5. Queen For A Day
  6. Queen For A Day Part II
  7. Ivory Tower
  8. Nur Eine Minute
  9. Ghost Of A Rose
  10. Mr. Peagram’s Morris And Sword
  11. Loreley
  12. Where Are We Going From Here
  13. Rainbow Blues
  14. All For One
  15. Dandelion Wine
  16. Mid Winter’s Night (Bonus)
  17. Way To Mandalay (Bonus)

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