Recensione: Goes To Hollywood

Di Orso Comellini - 30 Gennaio 2011 - 0:00
Goes To Hollywood
Band: Blame
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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56

I connazionali Blame calcano le scene solo da alcuni anni e sono stati capaci di conquistare, in breve tempo, una porzione di pubblico non trascurabile.
Muovono i primi passi nel 2004 con la pubblicazione dell’E.P. (autoprodotto) “Food For Your Brain”, attirando così le attenzioni della Last Scream Record con la quale registrano il debutto “Life Is Not Like A Porn” (2005). Titolo – così come i temi – più che eloquente per farsi un’idea dell’attitudine del combo trentino: irriverentemente pacchiana e goliardicamente sessuomane. Ne consegue un’intensa attività live, che contribuisce a dare loro visibilità e che ne spiana la strada, anche in termini di compattezza.

Nel 2008, quindi, tornano a far parlare di sé con “Goes To Hollywood”. Si avvalgono della curata produzione di Frank Andiver (Labyrinth) presso gli Zenith Studio di Lucca per conto della Risingwork Records. L’immagine che i Nostri vogliono dare di se stessi, anche questa volta, è subito evidente. In questo senso la copertina e il booklet sono esplicativi, poiché incentrati su varie fotografie – in stile cinematografico – del gruppo nelle tipiche pose da «gang losangeliana» e di conseguenza con occhiali da sole, pistola ed auto sportiva di grossa cilindrata a fare da contorno. Tutto ciò, purtroppo, a discapito di testi e informazioni sulla line-up.

Anche dal punto di vista musicale, le influenze maggiori sono riconducibili ad act statunitensi; principalmente a gruppi affermatisi in pieno clima post-grunge e che propongono un metal alternativo e/o sonorità groove, miscelando il tutto con tinte industrial e hardcore. Per fare alcuni esempi citerei Deftones, Filter ed Helmet, senza che comunque ci sia una palese scopiazzatura nel proporre una musica abbastanza personale.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica.
Suoni campionati introducono la potente e «grooveggiante» opener “Broadcast Your Death”, un brano incisivo dove si può apprezzare il lavoro svolto in fase di produzione e missaggio. Discorso simile per “We Cross The Line” e “Blue Glasses”, con che si sentono i primi richiami al metal alternativo dei Filter e dei God Lives Underwater. Buono il lavoro di riffing work alla sei corde di CQ.
“Best Superstars…” è un breve brano acustico legato al metalcore di “… Are Dead Superstars”. Non del tutto convincente il cantato pulito di Solero, che invece si difende bene nelle parti urlate. Sensazione confermata in “Feed Me” e “The Recipe”, due ballad nelle quali il cantato, rimanendo su clean vocals, mette in luce alcune evidenti sbavature. A mio avviso, la ricerca di un timbro impostato in stile Mike Patton dei Faith No More e Billie Joe Armstrong dei Green Day non ha dato del tutto i frutti sperati.
Ad ogni modo, a dimostrazione che i Blame ci sanno fare – con buona speranza per il futuro – troviamo brani sicuramente interessanti come “My Epitaph”, che vede la partecipazione di Guilliermo Gonzales (Mothercare), “Toooo Hip!!!”, “In To The (W)hole” e “Sex Or Cigarettes”. La chiusura dell’album è affidata a “Psycho”, riuscita cover dei concittadini KLL.

“Goes To Hollywood” avrebbe potuto tranquillamente superare la sufficienza ma è stato penalizzato da alcuni difetti. Comunque, i numeri per fare bene, proseguendo la propria evoluzione compositiva, i Blame li hanno tutti.

Orso “Orso80” Comellini

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Track-list:
1. Broadcast Your Death 4:27
2. We Cross The Line 2:54
3. Blue Glasses 3:10
4. Best Superstars… 0:43
5. … Are Dead Superstars 3:31
6. My Epitaph 4:47
7. Feed Me 5:08
8. Toooo Hip!!! 3:23
9. The Recipe 1:33
10. In To The (W)hole 3:57
11. Sex Or Cigarettes 4:12
12. The Light At The End Of The Tunnel 4:20
13. Psycho 3:19

All tracks 46 min. ca.

Line-up:
Solero – Vocals
CQ – Buitar
Testa – Bass
Faccia – Drums
 

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