Recensione: Grime vs. Grandeur

Di Stefano Ricetti - 5 Maggio 2005 - 0:00
Grime vs. Grandeur
Band: Falconer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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79

Questo inizio di primavera è particolarmente prodigo di uscite sopra la media in ambito power: dopo l’ultimo, ragguardevole, Brainstorm (Liquid Monster), anche gli svedesi Falconer colpiscono nel segno con Grime vs. Grandeur, quarto full length della loro storia. I nostri non sono certo di primo pelo: il gruppo nasce dalle ceneri dei Mithotyn nel 1999 e nel 2001 fa uscire il primo album omonimo. Mastermind indiscusso della band è il chitarrista Stefan Weinerhall che, dopo le positive recensioni di “Falconer” ricevute un po’ in tutto il mondo, compatta la line-up e nel 2002 sforna Chapters from a vale Forlorn, degno successore del primo omonimo. Seguono molti concerti, fra i quali spiccano quelli al Wacken, al Rockmachina e al Bang Your Head. Verso fine anno Kristoffer Gobel rimpiazza Mathias Blad dietro al microfono e nel 2003 esce il concept Sceptre of Deception, a mio avviso un passo indietro rispetto ai suoi predecessori. In questo ultimo Grime vs. Grandeur il singer si è occupato totalmente delle lyrics (e si sente alla grande) contribuendo anche alle musiche, con la supervisione dell’omnipresente Weinerhall.

Grime vs. Grandeur
Si parte, e si parte bene con Emotional Skies, brano che colpisce subito in pieno stomaco, non tanto per la potenza ma per la magniloquenza che trasuda da ogni nota. Inserti timidi di tastiere, riff di chitarra massicci, sezione ritmica che è pura adrenalina fanno da supporto a cori maestosi di provenienza folk (con inserto di voce femminile), che si impossessano completamente della scena sul finire del brano, quando gli strumenti si fermano e lasciano campo libero ai fiati. Segue la più veloce e “runningwildiana” Purgatory Time che mostra il lato più squisitamente classico dei Falconer: da rimarcare il drumming terremotante della doppia cassa, bello pieno e non a “zanzara”. Una intro maestosa ed epica apre il terzo brano dal titolo I Refuse. All’inizio la voce è effettata sulla falsariga di quella di Biff Byford dei Saxon in Shadows on the Wall sull’album Killing Ground: si tratta di un mid tempo pesantissimo (per i Falconer ovviamente, non aspettatevi i Black Sabbath!). Humanity Overdose richiama pesantemente il brano di apertura del Cd, anche in quest’occasione fanno capolino cori veramente azzeccati, a metà canzone il cantante tira il fiato e lascia spazio ad atmosfere più rilassate per poi esplodere ancora in cavalcate metalliche tra un chorus e l’altro. Proprio i cori di altissimo livello fanno di questa traccia uno degli highlight dell’intero disco. Con The Assailant i Falconer tributano gli Helloween (epoca Deris) mentre Power è il primo brano filler finora incontrato. Schitarrate iniziali che sanno tanto di Turilli spianano la strada al singer, vero mattatore di No Tears for Strangers che si destreggia bene fra la doppia cassa a martello. A metà brano i Falconer fanno il verso ai nostri Rhapsody sia per quanto riguarda il riffing delle chitarre che per le armonie particolarmente ariose e solari. The Return passa senza graffiare, mentre le abusate (nell’HM) campane a morto aprono Jack the Knife, brano dove Kristoffer Gobel, ben supportato dalle due chitarre di Weinerhall e Hedlund mostra il lato recitativo del proprio spettro. In quest’occasione i nostri mi hanno ricordato i Gamma Ray di Kay Hansen. Ultimo pezzo è Child of the Wild: assalto in doppia cassa, power metal melodico allo stato puro, cori epici e allegri, atmosfera medievale, inserti folk mai fuori posto: un must per gli amanti del genere!

Unico appunto: vista la maturità raggiunta dai Falconer, avrei gradito una ballad di spessore, cosa che purtroppo non ho trovato all’interno delle tracce di Grime vs. Grandeur… Peccato, sarà per la prossima volta.

Di questo Cd si ricorderanno, oltre al songwriting di alto livello, soprattutto i cori, davvero sopraffini, mai pacchiani o sforzati, pregni di un flavour folk che li rende davvero particolari.

I Falconer targati 2005 sono una band ormai adulta, questa loro ultima fatica ne è la testimonianza: tornati per restare!

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Tracklist
01. Emotional Skies
02. Purgatory Time
03. I Refuse
04. Humanity Overdose
05. The Assailant
06. Power
07. No Tears for Strangers
08. The Return
09. Jack The Knife
10. Child of the Wild

Line up
Stefan Weinerhall – Guitar
Karsten Larsson – Drums
Kristoffer Gobel – Vocals
Jimmy Hedlund – Lead Guitars
Magnus Linhardt – Bass

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