Recensione: Grind Hotel

Di Antonio Miele - 15 Maggio 2023 - 8:30
Grind Hotel
Band: Abbinormal
Etichetta: Ad Noctem Records
Genere: Grindcore 
Anno: 2023
Nazione:
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73

A quattro anni di distanza dal precendente ‘1996’ esce ‘Grind Hotel’,  la nuova fatica in studio degli Abbinormal.

Il gruppo meneghino suona un Grindcore (come ben specifica il titolo dell’album) con incursioni frequenti nel Death e nel Thrash Metal. Il tutto con attitudine old-school mischiata con una produzione moderna e con delle sperimentazioni tramite l’utilizzo delle tastiere. L’album è un concentrato di potenza: un’esplosione di quindici pezzi in neanche ventisette minuti di durata.

Si parte giù a picchiare duro con ‘One Minute Silence’ (che dura davvero un minuto preciso) e poi con ‘Discrimination’, il secondo singolo, che mostra subito quanto il gruppo sia cresciuto sotto il profilo compositivo.

Brutalized’ vede la partecipazione di Mirko Frontini degli Spiritual Deception alle backing vocals. Coinvolgente qui il cambio di tempo proposto a metà e poi ripreso per concludere il pezzo.

Si prosegue senza sosta con ‘Negative Vibes’, la canzone che mi ha maggiormente colpito. L’introduzione è affidata alle tastiere di Eric, che sono ben integrate e che ritornano per chiudere il pezzo.

La successiva ‘Grind Hotel’, che dà il titolo all’album, è un’altra soda legnata di poco più di un minuto.

Si arriva al secondo top, rappresentato da  ‘Hexakosioihexekontahexafobia’ (titolo un po’ più semplice da scrivere no, eh?), ovvero, letteralmente, la paura irrazionale del numero 666. Si tratta del brano più lungo, con ben tre minuti di durata e la chiosa finale che porta alla mente i Machine Head.

Tutta la mia solidarietà per un titolo come ‘The Summer Is Tragic’ (ebbene sì, odio il caldo come loro)!

In ‘Big Crunch’ la band rallenta e questa  è già una notizia. Maurizio Caverzan alla voce e Pino Lisi alla chitarra (entrambi Husqwarnah) sono ospiti su questo brano.

C’è posto anche per un pezzo cantato  in italiano, ‘Gli Esclusi’’, dall’impronta chiaramente Hardcore. Nemmeno quaranta secondi di durata e perfetto in sede live.

Un bel giro di basso introduce ‘Hateism’, dal riff portante solido e con un massiccio utilizzo delle tastiere.

Dopo il breve valzer metal di ‘Valzheimer’ arriva l’ultima canzone: ‘Cynicism at 52hz’, che dopo aver spinto sull’acceleratore per un’ultima volta chiude l’album con una bella atmosfera creata ancora una volta dalla tastiera.

Insomma, un disco che si fa ascoltare con piacere, compatto e ispirato.

Per il prossimo album l’obiettivo sarà superare la mezz’ora di durata, ok? Naturalmente si scherza, questo è il Grindcore e ci piace così!

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