Recensione: Hallucination Cramps

Di Daniele D'Adamo - 22 Febbraio 2010 - 0:00
Hallucination Cramps
Band: Schizo
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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74

Bulldozer, Schizo e Necrodeath: la Sacra Triade.
Agli albori del metal radicale, quando il thrash fece capolino dal continente nordamericano, questo terzetto mise a ferro e fuoco l’underground italiano nonché quello internazionale. 
In un desueto spirito di fratellanza, la triade si cementò entrando definitivamente nella leggenda e resistendo stoicamente sino ai giorni nostri.

I catanesi Schizo, prestando fede al proprio nome, misero alla luce in primis l’allucinato “Main Frame Collapse” (1989), proseguendo poi col contagocce sino ad arrivare a “Cicatrix Black” (2007) e quindi al neonato “Hallucination Cramps”.

Sempre a proposito della triade, più che ai milanesi Bulldozer lo stile dei Nostri – da sempre – è stato vicino a quello dei genovesi Necrodeath.
Non a caso Ingo è stato il cantante formatore dei due gruppi; mentre S.B. Reder, assieme allo stesso Ingo, a Peso (Necrodeath) e al transfugo Alberto Penzin, ha partecipato sin dal 1989 al progetto Mondocane, tuttora in salute.

Lo stile, dicevamo: uno scellerato incrocio fra thrash e black, violentissimo, esacerbato sia nei passaggi musicali sia nei testi. Nemmeno da pensarlo, che ci sia stata una clonazione dei ragazzi di “Phylogenesis”: il trio siciliano ha sempre avuto una propria, ben definita personalità.
Unica, personalità.
E in quanto a estremismo sonoro, si può ben dire che gli Schizo non siano mai stati secondi a nessuno!
Con il passare degli anni, com’è logico, il groove ha acquisito più consistenza, guarendo un po’ dalla schizofrenia congenita e avvicinandosi di più al thrash, sempre gustosamente marcio e ignorante.

E allora, dopo l’inquietante intro “A.T- IV”, “Psycho Limbs Cut Apart” da via al massacro: sopra al furibondo drumming di Dario Casabona, Reder tesse il suo riffing lineare e quadrato, putrido, dai toni a volte cupi.
L’old school impera: “Spiritual Cancer” – scandito a gran voce da Nicola Accurso – ripropone le velocità folli di cui è capace la sezione ritmica.
L’immancabile richiamo agli Slayer? Ci pensa “Disfigurhead” nell’incipit e nei mortali rallentamenti, salvo poi buttarsi a capofitto nel maelström del suono.
La tensione non accenna a scendere di voltaggio. “Ward Of Genocide” e “Deviata Sevitia” (ascoltatene bene il break centrale: thrash puro, distillato!) esplodono dagli speakers grazie al sinergico, bestiale lavoro della sei corde e delle pelli, queste martoriate da energici blast-beats in gran quantità.
La massiccia e articolata “Isolution” porta inesorabilmente a muovere la testa su e giù, infilandosi come le altre canzoni in apnea da superaccelerazione. Dopo il breve ma intenso intermezzo rappresentato da “Electric Shock”, “Absent” propone un riff portante tanto semplice quanto truce ed efficace, così come “Executionerves”, dal piglio vagamente hardcore.
Chiude “Mind K”, che con i suoi sette minuti abbondanti consente agli Schizo di muoversi su territori che si allontanano dal “picchia duro e basta”.

In definitiva, chi volesse trovare innovazione e originalità, dovrà inevitabilmente girare al largo da “Hallucination Cramps”: trattasi di thrash senza orpelli, semplice e diretto come un pugno nello stomaco.
Chi volesse invece gustare – oggi – antichi sapori dall’aroma ancora intatto, troverà nel lavoro piena soddisfazione.
Il marchio di fabbrica risalente al 1984 è inviolato. La cattiveria pure. La determinazione anche. Il mood idem.

Gli Schizo ci sono!

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Track-list:
1. A.T- IV 1:57
2. Psycho Limbs Cut Apart 2:57
3. Spiritual Cancer 1:45
4. Disfigurhead 4:53
5. Ward Of Genocide 3:30
6. Deviata Sevitia 3:16
7. Isolution 4:10
8. Electric Shock 1:33
9. Absent 4:12
10. Executionerves 3:26
11. Mind K 7:02

Line-up:
Nicola Accurso – Vocals
S.B. Reder – Guitar/Vocals
Dario Casabona – Drums

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