Recensione: Hate Campaign

Di Matteo Bovio - 11 Gennaio 2003 - 0:00
Hate Campaign
Band: Dismember
Etichetta:
Genere:
Anno: 2000
Nazione:
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75

Hate Campaign è una sorta di terra di mezzo, un punto di incrocio, tra le tante belle cose che la Svezia in questi anni ha tirato fuori. Classicamente conosciuti come uno dei gruppi che ha contribuito al tipico suono svedese (parlo di quello dei vecchi Entombed, Grave, e così via), i nostri danno con questo lavoro un tocco leggermente diverso al loro stile. Qui si sente tutta l’influenza che la scena degli anni ’90 ha avuto complessivamente sulle menti dei membri di questa band; mi risulta infatti difficile credere dopo l’ascolto delle 11 tracce che i vari sprazzi melodici siano un frutto del tutto casuale ed involontario.

Subito l’iniziale “Suicidal Revelations” è una sorta di incrocio tra le atmosfere cupe e chiuse classicamente Death e le aperture melodiche (evidenti in particolare nell’assolo) proprie di coloro che si accodano al genere dei vari In Flames e Dark Tranquillity. In una cosa i Dismember non cedono mai e poi mai: nel ritmo. Sotto questo aspetto i fan di vecchia data non possono che dirsi soddisfatti, perchè raramente la band si lascia andare troppo a lungo a rallentamenti o cadute di tono. Anche nei loro momenti più “delicati” non mancano mai di spingere un po’ sul tempo di esecuzione.

Ecco quindi che in un batter d’occhio vi ritroverete a Beyond Good & Evil, semplicissima nella sua struttura e nel suo riffing, ma azzeccata e ben contestualizzata. Non c’è spazio per brani troppo lunghi o intermezzi, si può solo badare alla sostanza; dunque si riparte subito con l’incedere massacrante di “Retaliate”, e così fino a giungere alla conclusiva title-track. Ma nel mezzo avremo altre sorprese, come l’anomala “Enslaved To Bitterness”, altro perfetto esempio di come i Dismember abbiano voluto unire due stili che raramente trovano terreno comune.

Un album dunque che tra stacchi melodici e rabbiose ritmiche “pestone” ci parla di rabbia e di odio in tutte le sue forme, con testi non esattamente originalissimi ma ben integrati in queste 11 tracce dall’intensità mozzafiato. Hate Campaign non ha bisogno di guardare nè avanti nè indietro, è una valanga in corsa che senza curarsi di ciò che succede intorno passa e distrugge; nessuno spazio tra le tracce, nessuna intro, niente di tutto ciò. Solo ed esclusivamente mezz’ora di musica, priva di fronzoli, suonata con maestria ma senza esagerazioni. Insomma, Death metal schietto che vede innovazioni solo in certe aperture di stampo melodico.

Hate Campaign non è certo un cd pretenzioso, di quelli che lasciano indelebilemente il segno; ma è così spontaneo e genuino che merita quanto meno di essere ascoltato. Difficilmente sarà il vostro ascolto preferito in assoluto, ma è certo che vi farà sempre piacere andarlo a ripescare di tanto in tanto per godervi mezz’ora di musica senza pretesa alcuna. Se musicalmente c’è sicuramente di meglio, è difficile trovare oggigiorno cd che emulino lo spirito di questo lavoro, quindi tanto di cappello ai Dismember.
Matteo Bovio

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