Recensione: Head On

Di Filippo Benedetto - 19 Agosto 2003 - 0:00
Head On
Band: Samson
Etichetta:
Genere:
Anno: 1980
Nazione:
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85

I Samson non hanno avuto un successo paragonabile a quello degli Iron Maiden ,dei Saxon o dei primi Def Leppard, per citare i nomi più famosi, ma comunque hanno occupato un posto di rilievo tra i padri fondatori del genere. Il 1980 per i Samson può considerarsi un anno fortunato, per due motivi fondamentali: uno riguarda il successo che allora stavano riscuotendo in giro per i pub londinesi per la promozione del loro album di debutto intitolato “Survivirs” (uscito nel 1979), l’altro riguardava l’innesto nella formazione di Bruce Dickinson. Proprio quest’ultimo motivo è degno di nota, dato che con “Bruce, Bruce” alla voce, e con il secondo disco registrato con tale singer dietro al microfono, la band ci regala momenti di rara bellezza, con appunto questo “Head on”.
“Head On” nel complesso risulta un disco maturo e ricco di influenze hard rock sapientemente sfruttate da ogni membro della band. L’esecuzione dei brani evidenzia proprio questa discreta capacità di eseguire brani molto heavy che hanno però, nei giusti momenti, inflessioni quasi hard-rock. “Head on”, insomma, proprio per questa sua particolarità non può essere considerato un album di transizione.
Il disco si apre con “Hard Times”, un brano rock molto accattivante nel quale il ritornello la fa da padrone con un coro orecchiabile che rimane ben stampato nella mente. Il lavoro di chitarra è ben accompagnato da una batteria che al primo ascolto, essendo accordata su tonalità alte, può risultare strana, ma che poi traccia dopo traccia si amalgama bene col resto degli strumenti. Il pezzo è molto vivace e si basa sostanzialmente su pochi ed efficaci riffs che, anche grazie ad un lavoro (come già detto) di cori lodevole e ben fatto, i quali lasciano scorrere la canzone in maniera piacevole. Il pezzo seguente, “Take it like a man”, ha un inizio veloce, diretto… quasi torrenziale, che sfocia in un ottimo ritornello che ricalca la stessa formula del brano precedente, cioè una miscela ben calibrata di melodia e potenza tipica hard rock. Gli assoli si inseriscono di prepotenza lungo i riff portanti, e aggiungono una notevole carica di aggressività alla track. Bruce Dickinson stupisce, toccando tonalità alte con bravura e padronanza ragguardevole per un giovane vocalist. Con il seguente brano “ViceVersa”, la band mostra una decisa impronta hard rock nel songwriting, e forse anche nell’animo della band stessa, che, in questi frangenti, ci regala momenti di rara bellezza compositiva. Il ritmo, i riffs, la voce, che qui si fa calda, ne fanno un pezzo davvero apprezzabile. Un attacco di chitarra improvviso e sostenuto da una ritmica incalzante ci introduce a “Manwatcher”, brano senza particolari pecche, se non fosse per una eccessiva ripetiti vità del refrain. Ottima la prestazione di Bruce-Bruce. Il lettore mastica altri giri chitarristici e arriva alla seguente “Too Close to Rock”, track a metà strada tra l’hard rock e l’heavy più classico, con alcuni buoni killer riffs. “Thunderburst” è una strumentale che ha una particolarità a dir poco eclatante: è praticamente identica a “The ides of march”, con l’unica differenza di essere stata scritta prima del combo capitanato da Steve Harris… onore e gloria quindi ai Samson. La vena del rock settantiano è nei Sampson a tratti facilmente rintracciabile, tanto brillantemente è miscelata con l’attitudine heavy metal della band, e questo concetto raggiunge forse l’apice in “Haunted”. Il brano è davvero piacevole da ascoltare, impreziosito com’è da arpeggi belli e coinvolgenti e da una voce calda e perfettamente inserita nell’atmosfera creata dal brano stesso. Una sterzata verso ritmi quasi punk ci introduce a “Take me to your leader”. A dire il vero vi sono presenti anche incursioni melodiche, ma fondamentalmente la song gioca sul contrasto tra parti veloci e sostenute e inflessioni melodiche, per un risultato ben costruito e per nulla tedioso. Un atmosfera dardeggiante permea una buona canzone di chiusura, che non fa che confermare l’alta statura e maturità di una band ancora poco menzionata, ma tra le più importanti del panorama metal della prima metà degli anni ottanta.

Filippo “Oldmaidenfan73” Benedetto

Tracklist :
1) Hard Times
2) Take it like a Man
3) ViceVersa
4) Manwatcher
5) Too close to Rock
6) Thunderburst
7) Haunted
8) Take me to your Leader

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