Recensione: Heaven In Flames

Di Ivo Dell'Orso - 5 Febbraio 2005 - 0:00
Heaven In Flames
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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93

From the Ashes of Extermination to the Ruins of a Fallen Kingdom …summonings…

Queste le parole che leggiamo sul retro di questo gioiello di nero metallo. I facili commenti su queste affermazioni li lasciamo a chi di dovere e ci occupiamo, come sempre (e SOLAMENTE), della musica: della grandissima musica che ad ogni uscita questo genio di Akhenaten ci regala. Judas Iscariot è il suo principale progetto musicale (mentre l’altro sono i Weltmacht con Lord Imperial) e i suoi primi due dischi sono stati i due splendidi The Cold Earth Slept Below (1996) e Thy Dying Light (1997). Poi nel DIcembre del 1998 ha registrato, solo con l’aiuto di un session man, questo Heaven In Flames. Considero il disco in questione un grande disco e sono sicuro che sono pochi quelli, oggigiorno, che si possono permettere il lusso di restare indifferenti a queste oscure sinfonie.

La canzone d’apertura è davvero fenomenale: An Eternal Kingdom Of Fire per certi versi mi ricorda quella meraviglia sonora che è stata Transilvanian Hunger degli immensi Darkthrone. I riff non sono più di un paio, il primo velocissimo su cui si adagia il cantato malato di Akhenaten, e il secondo molto più lento. Una song davvero malefica come se ne potevano ascoltare una dozzina d’anni fa, dalla madre Norvegia. Judas Iscariot è americano, ma poco importa di fronte a tanta bravura… Gaze Upon Heaven In Flames è un altro grande pezzo che riesce ad alternare una buona varietà di ritmi con riff davvero ispirati ed oscuri. L’intro lenta e cadenzata di Eternal Bliss..Eternal Death varrebbe da sola ilprezzo del cd ma è un pò tutta la canzone a strappare applausi: geniale il cambio di riff prima della parte vocale e l’uso epico delle tastiere che aggiungono classe ad un pezzo perfetto.

Before A Circle Of Darkness sembra uscita da un disco dei primi Darkthrone e si dispiega in tutta la sua ferocia alternando riff semplici ad altri più studiati e di grande atmosfera: il chorus di questo pezzo è uno dei momenti più alti del disco; bellissimo l’outro, tutto per le tastiere. From Hateful Visions merita di essere annoverata tra i capolavori di Judas Iscariot di tutti gli album: una melodia bellissima, quasi orecchiabile, unita ad un ritmo caldo ed avvolgente costituiscono il tessuto sonoro di questa perla musicale. Il ritmo si velocizza verso metà canzone e i riff memorabili si susseguono uno dopo l’altro (veramente notevole è quello dopo il terzo minuto). Spill The Blood Of The Lamb è un pezzo velocissimo che cita i grandi nomi storici del genere: è un pezzo molto simile a Before A Circle Of Darkness per cattiveria e velocità. An Ancient Starry Sky è lo strumentale (dal vago sapore Burzum ’92) di chitarra e tastiera che, epicamente, chiude un disco fenomenale. Heaven In Flames mi è piaciuto sotto tutti i punti di vista musicali: il songwriting è stellare, la produzione è valida, il suono gelido, le melodie oscure al punto giusto…insomma, è un disco da avere assolutamente.

Ivano Dell’Orco.

Tracklist:
1 – An Eternal Kingdom Of Fire
2 – Gaze Upon Heaven In Flames
3 – Eternal Bliss..Eternal Death
4 – Before A Circle Of Darkness
5 – From Hateful Visions
6 – Spill The Blood Of The Lamb
7 – An Ancient Starry Sky

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