Recensione: Heavy Piracy

Di Stefano Ricetti - 28 Settembre 2009 - 0:00
Heavy Piracy
Band: Los Pirates
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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70

I Los PIrates, provenienti dall’area bergamasca, giungono al debutto ufficiale per la Self con Heavy Piracy dopo otto anni di milizia e un demo risalente al 2003. La Loro proposta poggia fondamentalmente sui dettami scritti nella pietra dai più autorevoli gruppi della Nwobhm e quindi si rifà al classico HM duro e puro di quel periodo, come ben dimostrato nel pezzo d’apertura – tralasciando l’intro – Coast of the Caribbean. Timeless è un tributo al Black Sabbath-sound bell’è buono in virtù del gran – e pesante – lavoro perpetrato dalle due chitarre di Angelo “Nottola” Berlendis e Davide “Ghera” Gherardi oltre che dalla sicura voce di Andy Brevi. Il pezzo per antonomasia da proporre in sede live è rappresentato da The Return of Captain Woodhead, episodio arioso dall’andamento simil coro/controcoro alla maniera dei White Skull. Pregevole il sofferto intermezzo melodico posto poco dopo la metà della traccia. Il piatto forte i Los Pirates lo servono però con la traccia numero cinque, My Friend, The Slave, laddove il singer viene raddoppiato dalla voce di Anastasia “Nasty” Shalasheva e i Nostri esplorano terreni – ops, mari – musicali inediti, “trasgredendo” nel Folk e riandando vagamente, ancora una volta, al combo di Tony “Mad” Fontò dell’ultimo periodo.                       

Cambio netto di marcia – ops, di rotta – e genere all’interno della successiva Pirate’s Island, molto vicina all’Hard’n’Street più che all’HM, We Declare passa senza impressionare lasciando quel gusto di incompiuto tipico dei pezzi che avrebbero potuto dare molto di più se solo sviluppati a fondo e si chiude in crescendo con i chitarroni di Another Empty Bottle, canzone ben riuscita che sa mescere al meglio urgenza e melodia, grazie a una notevole prova da parte del singer, molto ben a suo agio all’interno dei ripetuti cambi di tempo e tonalità.

Heavy Piracy è un buon disco di sano heavy metal che si merita una copertina abusata finché si vuole ma sempre d’impatto come quella utilizzata dai “Berghem’s Pirates” per l’occasione. Qualche piccola ombra riguardo la durata limitata – solo trentacinque minuti circa di musica – del lavoro permane ma l’album riesce comunque a testimoniare le indubbie possibilità del gruppo, decisamente pronto per esplodere alla prossima occasione proficua.           


Stefano “Steven Rich” Ricetti


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Tracklist:
1 – Intro
2 – Coast of the Caribbean
3 – Timeless Dreams
4 – The Return of Captain Woodhead
5 – My Friend, the Slave
6 – Pirate’s Island
7 – We Declared
8 – Another Empty Bottle

Line-up:
Andy Brevi – vocals
Giorgio “Spugna” Bonacorsi – Bass
Angelo “Nottola” Berlendis – Guitar
Davide “Ghera” Gherardi – Guitar
Gionni “Ranocchio” Grey Gomez – Drums


 

 

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