Recensione: Heretoir

Di Alessandro Calvi - 25 Luglio 2011 - 0:00
Heretoir
Band: Heretoir
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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50

Gli Heretoir sono un gruppo tedesco nato nel 2006 e composti, sostanzialmente, come una one-man-band dal mastermind e polistrumentista Eklatanz. Per questo primo full-lenght, però, il fondatore si è fatto accompagnare dal bassista e cantante (in voce pulita) Nathanael.

Dopo un paio di demo, gli Heretoir sono giunti a questa prima prova sulla lunga distanza con un album omonimo. E di lunga distanza si può proprio parlare visto che la scaletta conta la bellezza di ben nove tracce. Quasi un record per il genere che suonano. La proposta del gruppo, infatti, è un depressive post-black metal con chiare influenze shoegaze che deve molto, forse troppo, ai nomi simbolo del movimento: a partire, in particolare, da Neige (e tutte le band in cui ha militato).
In effetti i riferimenti son talmente tanti e marcati che spesso il senso di dejà-vù si fa quasi opprimente, quando non semplicemente fastidioso. Similitudini che non si fermano solo all’aspetto musicale, ma arrivano anche a quello visivo. Copertina e lay-out del CD, infatti, son stati fatti realizzare da Fursy Teyssier; che è, appunto, l’autore degli artwork di buona parte delle band di Neige. Tanto è palese e smaccata la scopiazzatura (sotto tutti i punti di vista) che viene da chiedersi se non sia un fatto addirittura voluto, un tentativo, quasi, di clonazione vera e propria.
Il problema è che la qualità è decisamente più bassa. Nonostante tutte le somiglianze e i veri e propri “copia & incolla”, non c’è mai un istante in cui ci si confonde a tal punto da pensare di star sentendo l’originale. Al di là dell’evidenza degli omaggi, infatti, ciò che si nota è come tutto quanto non sia stato stato confezionato con la necessaria cura. Una copia non è mai a livello dell’originale, su questo siamo d’accordo, ma alcune possono essere una alternativa accettabile, se non si va troppo per il sottile. In questo caso, invece, sembra che il prodotto sia stato realizzato con una certa sufficienza, come se bastasse riprendere qualche riff e qualche base, per ottenere lo stesso risultato.
Ovviamente non è così e questo “Heretoir” mostra tutti i limiti di una simile operazione, così come mostra la distanza stilistica e qualitativa tra chi è veramente dotato di classe e chi si limita, semplicemente, a scimmiottare chi ce l’ha.

Per concludere l’esordio discografico di Eklatanz è insufficiente sotto molti punti di vista. Principalmente quello dell’originalità e della personalità, dato che si limita e riproporre, in maniera niente affatto eccelsa, la proposta di altri gruppi giustamente ben più famosi degli Heretoir. Secondariamente pecca anche sotto il profilo qualitativo, realizzando una copia di pessima fattura incapace di soddisfare anche i fan più incalliti, disposti ad acquistare qualsiasi cosa riporti la dicitura shoegaze.

Tracklist:
01 The Escape – Part I
02 Fatigue
03 Retreat to Hibernate
04 0
05 Weltschmerz
06 Graue Bauten
07 The Escape – Part II
08 To Follow the Sun
09 Heretoir

Alex “Engash-Krul” Calvi

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