Recensione: Horizons
Nato a Genova nel 1980, il giovane chitarrista Andrea Torretta esordisce nel 2002 con il suo primo demo ufficiale progressive metal. Le influenze principali sono chiare e fedelmente rielaborate come si conviene ad ogni buon chitarrista sempre pronto ad imparare ed insegnare allo stesso momento: John Petrucci, Michael Romeo, Steve Morse, Joe Satriani, Vinnie Moore, Scott Henderson, Frank Gambale, Greg Howe. Le sei tracce racchiuse in questo disco di presentazione comprendono una magica cover dei Liquid Tension ed una curiosa rivisitazione di un brano di Paganini, due pezzi del gruppo prog sinfonico genovese con cui Andrea ha suonato per qualche anno (Alisea) e altre due tracce create solo per questa occasione speciale.
Eviterei di essere banale elogiando le indiscutibili capacità tecniche di questo chitarrista, per rifermi piuttosto ad una componente spesso erroneamente sottovalutata e ridicolizzata dai vuoti virtuosismi tecnici cui molti aspirano. Osservando gli orizzonti incandescenti che Andrea Torretta disegna con le sue corde non si può restare impressionati solo dalle doti tecniche, il talento artistico viene al primo posto: per questo un pezzo come Critical Break Point non può per forza di cose restare ancora per molto tempo in un semplice demo, è per questo motivo che una regina del songwriting come Cronology soffre della mancanza di una voce adatta a scandirne le parti più salienti.
Bravo Andrea!
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
Alisea
1. Cronology – Part I
2. Cronology – Part II
Liquid Tension
3. Universal Mind *
4. Critical Break Point
5. Marea
Paganini
6. Hexentantz (Danza delle streghe)