Recensione: Hunting Shadows

Di Gaetano Loffredo - 18 Marzo 2008 - 0:00
Hunting Shadows
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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90

E’ sempre più Svezia.

Mikael Erlandsson è uno dei migliori cantanti/compositori sulla piazza scandinava e sta affinando il suo modo di proporsi al microfono e di scrivere AOR; Hunting Shadows ne è una chiara e indelebile dimostrazione. Il suo timbro, un assuefante incrocio tra quello di Steve Lee dei Gotthard e lo Steven Tyler (Aerosmith) di qualche anno fa, accarezza le note di un disco che tutti gli amanti del genere non possono e non devono lasciarsi scappare, uno squisito dolcetto che ci tiene e ci terrà compagnia nelle tiepide serate primaverili.

Lo sappiamo, i Last Autumn’s Dream hanno riscosso consensi in ogni parte del globo e sono tra i punti fermi di un genere che, oggi, non riesce a celebrare una valanga di protagonisti come accadeva una ventina d’anni addietro. Se la qualità delle loro pubblicazioni continuerà ad assestarsi sui livelli di Hunting Shadows beh, anche gli imprendibili Pride Of Lions di Jim Peterik dovranno fare i conti con un gruppo formalmente perfetto, capitanato da Mikael Erandsson e a sua volta supportato dai fuoriclasse Andy Malecek alla chitarra (ex Fair Warning), Marcel Jacob al basso (Talisman) e Jamie Borger alla batteria (Talisman e Treat).

E affascina la proposta del quartetto svedese, così maledettamente ermetica da riuscire ad offuscare lo stesso Saturn Skyline. Hunting Shadows è un disco leggiadro, intelligente, sensibile, che trasmette passione e un senso d’armonia nel modo più naturale possibile: regalando melodie irresistibili. AOR allo stato dell’arte?

Le pennate limpide di Mr Malecek e la voce solare di Erandsson, unite all’indole gioiosa del disco, sviluppano un parco brani che potenziano le qualità cristalline dei singoli, ed è sufficiente l’ascolto di Strange Operation per accorgersi della superiorità di un gruppo come i Last Autumn’s Dream: struttura semplice, ritornello da dipendenza psico-fisica, attitudine ultra-radiofonica.
E sulle medesime coordinate, volano via come il vento Rainbow Sky, My Alibi e Lost In Moscow, un trittico edulcorato, intervallato da una delle ballate più riuscite che mi sia mai capitato di incontrare sull’intricato percorso musicale: I’m Not Supposed To Love You Anymore. Disarmante nella sua semplicità, ma è questa l’arma vincente. 
Mezzo disco se n’è andato, ma non ci si deve fermare: il tributo ai meravigliosi anni ottanta si completa con l’energia di R U ready To Rock N Roll, con l’eleganza di Serenity, con la leggerezza di War Of Your Worlds, e il livello qualitativo non accenna a diminuire. Stupore e soddisfazione. La rassegna delle grandi risorse dei Last Autumn’s Dream si conclude tra le note zuccherate di Save Our Love e su quelle romantiche di Every Beat Of My Heart, il tutto a precedere la degna chiusura, rappresentata della ciliegina sulla torta nunzialie: Overnight Sensation e suoi incontenibili cori.

D’accordo, rischierete il diabete, ma ne vale la pena.

Soltanto ora mi accorgo di aver speso parole impegnative per un album che, anche a mente fredda, merita elogi e nessun rimprovero. Ci siamo, il vero grande concorrente di The Roaring Of Dreams (Pride Of Lions) è qui: è appena cominciata la battaglia per decretare il migliore tra i migliori, e fino a quando usciranno dischi di questo calibro, il mondo dell’AOR può dormire sonni tranquilli. Imperdibile.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
01.Strange Operation
02.Rainbow Sky
03.My Alibi
04.I’m Not Supposed To Love You Anymore
05.Lost In Moscow
06.R U Ready To Rock N Roll
07.Serenity
08.War Of Your Worlds
09.Save Our Love
10.Every Beat Of My Heart
11.Overnight Sensation

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