Recensione: I See Red

Di Daniele D'Adamo - 25 Gennaio 2010 - 0:00
I See Red
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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65

Gavetta, tanta gavetta per i brasiliani Claustrofobia. Dal 1994, ovvero da quando si son formati, hanno navigato nell’oscuro mare dell’underground. Quest’anno, finalmente, la firma del contratto discografico con la Candlelight Records consente la distribuzione mondiale di “I See Red”, quarto lavoro in studio.

Possono esserci vari motivi per i quali un gruppo impieghi lustri prima di arrivare alla dignità internazionale. A volte si tratta di un’attitudine voluta, a volte si esce con un sound giusto per un’epoca sbagliata, a volte il contrario, a volte la mera casualità si trasforma in sfortuna.

Per i Claustrofobia è sufficiente ascoltare pochi secondi di “I See Red” per comprendere il perché di quanto sopra: l’etichetta di cloni dei Sepultura deve averli costantemente accompagnati attraverso la loro lunga carriera. Dopo l’esplosione planetaria del leggendario gruppo dei fratelli Cavalera nella prima metà degli anni ottanta, il Brasile ha prodotto una quantità non indifferente di act più o meno ad essi ispirati. Tanto da azzardare il riconoscimento di un sottogenere che potrebbe definirsi “brasilian thrash”, le cui caratteristiche somatiche sono quelle dell’universalmente noto “Sepultura-sound”.

Scontato quindi il tributo alla band madre del thrash brasiliano con la rivisitazione di uno dei pezzi più famosi: “Beneath the Remains”. La canzone viene resa in maniera perfetta, ripulita ed anche accelerata. Si, perché i Claustrofobia dal punto di vista tecnico non hanno nulla da invidiare a nessuno, perlomeno nell’ambito del genere che stiamo trattando.

Comunque, dato atto che l’impostazione di base è in ogni caso tenacemente ancorata al suddetto brasilian thrash, i ragazzi di Leme ci mettono del loro, per creare un sound che possa avere qualche elemento per attirare sia i fans del thrash in generale che i patiti di quello specificamente proveniente dal Paese sudamericano.

A parere di scrive, di questi elementi non ce ne sono poi tanti: un leggero sconfinamento nel death è forse quello più evidente. L’approccio di Marcus D’angelo alle linee vocali è la canonica mistura growl (tanto)/scream (poco); le partiture delle rapidissime e feconde chitarre dello stesso Marcus D’angelo e di Alexandre de Orio sono marce ma nemmeno troppo e quindi fedeli alla linea; la sezione ritmica assegnata a Daniel Bonfogo e Caio D’angelo è un metronomo anche nelle parti più convulse, ma nulla di più.

Inutile scriverlo – ma fa piacere evidenzialo lo stesso – i Claustrofobia pestano come dannati. Micidiali bordate di pura violenza, distillata da anni ed anni di esperienza, si abbattono come alberi travolti da una tromba d’aria sulle collottole degli incauti ascoltatori.

Se “Minefield”, “Our Blood”, “I See Red” , “Raining Shit” e “Subconscious in Flames” scompigliano l’atmosfera della vostra camera con la loro poderosa onda d’urto (immagino dal vivo …); bisogna evidenziare che “I See Red” è composto anche da canzoni impostate su mid-tempos in cui non di rado avvengono improvvise, vertiginose accelerazioni giusto per corroborare il già furibondo headbanging di base (“Discharge”, “War Stomp”, “Evil University”, “Natural Terrorism” e “Tiro De Meta”).
Goliardica menzione d’onore per “Nòia”, fedelissima al titolo per concedervi tre minuti di fastidiosissimo tedio fra un pezzo e l’altro; contrapposta all’inutile – a mio parere – cover degli Ultraje a rigor.

Claustrofobia raggiunge la piena sufficienza per la cura e professionalità del prodotto, per la genuina potenza che deborda dalle canzoni e per il groove moderno del thrash proposto.
Di più non mi sento di dare, per l’ancor troppo evidente dipendenza dai Sepultura.

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Track-list:
1. Discharge 3:28
2. War Stomp 3:52
3. Minefield 3:41
4. Evil University 2:58
5. Alarm 3:10
6. Raining Shit 4:23
7. Don’t Kill the Future 4:56
8. Our Blood 3:22
9. Natural Terrorism 2:38
10. I See Red 2:45
11. Tiro De Meta 3:33
12. Subconscious in Flames 3:21
13. Nòia 3:02
14. Filha da Puta (Ultraje a rigor Cover)
15. Beneath the Remains (Sepultura Cover) 4:11

Line-up:
Marcus D’angelo: vocals/guitar
Daniel Bonfogo: bass/backing vocals
Caio D’angelo: drums
Alexandre de Orio: guitar
 

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