Recensione: In a World

Di Riccardo Angelini - 4 Ottobre 2006 - 0:00
In a World
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2006
Nazione:
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70

A volte è davvero meglio stare attenti alla fiducia che si ripone nelle apparenze. Chi si trovasse tra le mani il secondo album dei Cryptic Vision, infatti, dopo uno sguardo al monicker e uno alla copertina rischierebbe di bollarli come la solita prog metal band inutilmente cervellotica e magari pure partecipe del costume tanto diffuso quanto irritante di fare il verso agli zii Dream Theater. Se le cose stessero realmente così, la minaccia di un’indigestione da cliché apparirebbe più che mai concreta. Ma per fortuna questo è uno di quei casi in cui l’aspetto si rivela piacevolmente truffaldino. Con sommo sollievo da parte di chi ascolta.

Forse “In A World” non sprizzerà originalità da tutti i pori, ma se non altro i suoi punti di riferimento cambiano un po’ rispetto al solito. Per prima cosa sarà necessario ricollocarne le coordinate musicali: dal territorio del progressive metal a quello del prog rock. Inoltre bisognerà riconsiderare le fondamentali fonti di ispirazione: Kansas e Saga, ma anche Spock’s Beard e Flower Kings, oltre agli irrinunciabili Yes. Il sound dell’album sarà dunque avvolto da un’aura piacevolmente retrò, con uno spiccato gusto americano negli arrangiamenti e nelle melodie. Sorvolando sulle ovvie doti strumentali del quintetto, sarà bene concentrarsi sulla tracklist. Scorrevoli, disinvolti e persino orecchiabili, i dodici brani si susseguono senza intoppi né evidenti cali di tono, riuscendo anzi a regalare diversi bocconi prelibati. La title track iniziale, travestita da suite di sedici primi abbondanti, calamita naturalmente l’attenzione, ma per chi scrive il meglio arriva da episodi di durata più contenuta. “Common Ground”, con i suoi cori ariosi e le tastiere sfavillanti, “I Am The Energy”, col suo drumming enfatico e il piglio insolitamente oscuro, “The Balance”, con la freschezza delle sue rigogliose melodie: piccole gemme nascoste che attendono soltanto di essere portate alla luce. Aggiungete il suono squisitamente settantiano di chitarre e tastiere, oltre alla morbidezza di un basso una volta tanto registrato a volumi appropriati, e avrete un quadro piuttosto preciso di quel che vi attende.

Forse la sorpresa per la natura e la qualità della proposta dei Cryptic Vision verrà in parte mitigata dalla scoperta dei nomi di alcuni degli ospiti che hanno offerto il loro contributo per questo disco: gente come l’ex-Kansas David Ragsdale o Alan Morse degli Spock’s Beard, che non ha bisogno di troppe presentazioni. Senza dubbio la loro presenza rappresenta un bel biglietto da visita per una band fino a oggi poco chiacchierata, ma che in poco meno di tre anni ha già messo in bisaccia due album da studio e uno dal vivo.
Il consiglio per gli amanti del pomp e del prog rock della scuola a stelle e strisce è dunque di non lasciarsi sfuggire la preda: il 2006 è stato finora un anno ricco di soddisfazioni, è vero, ma è sempre saggio mettere da parte un po’ di grano per i tempi di magra, che inevitabilmente prima o poi arriveranno. E il grano dei Cryptic Vision è indubbiamente di buona qualità.

Tracklist:
1. In a World (16:22)
2. This Dream Part I (1:06)
3. Common Ground (4:37)
4. Merkaba (3:14)
5. All Along (5:09)
6. The Space in Between (4:58)
7. I Am the Energy (4:10)
8. Point of View (4:49)
9. Power to Mend (10:03)
10. Find (4:09)
11. The Balance (8:42)
12. This Dream Part II/In a World (Reprise) (5:03)

Guest musicians:
David Ragsdale: Violin
Alan Morse: Guitar
John Zahner: Keyboards
Shawn Bowen: Guitar, Sitar and Mandolin
Jerry Outlaw: Guitar
Ralph Santolla: Guitar
Carrie Martin: Angelic Choir Vocals

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