Recensione: In Honorem Herois

Di Alessandro Calvi - 16 Novembre 2012 - 0:00
In Honorem Herois
Band: Hesperia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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68

Dopo un lungo silenzio, a quasi quattro anni di distanza dall’ultima uscita discografica, torna a farsi sentire l’originalissimo e particolarissimo progetto (nonchè one-man-band) Hesperia. Lo fa nel modo più logico possibile, cioè con il secondo capitolo del programmato ciclo dedicato all’Eneide, questo “In Honorem Herois – Aeneidos Metalli Apotheosis pars II”. Un disco sicuramente in grado di far parlare di sé, nel bene e nel male, per le peculiari caratteristiche che contraddistinguono, da sempre, le produzioni del mastermind Hesperus.

Rispetto al precedente “Il Ritorno di una Civiltà Arcaica”, il concept di questo album è decisamente più semplice e lineare, almeno per chi ha studiato l’opera di Virgilio.
L’apertura è demandata a una intro strumentale che prende a prestito, per le prime note, uno spezzone della colonna sonora de “Il Gladiatore” (firmata da un paio di mostri sacri come Hans Zimmer e Klaus Badelt), a cui si sostituiscono, ben presto, chitarre, basso e batteria.
E’ con “Ad Hesperiam” che il disco entra davvero nel vivo e gli ingredienti sono quelli che ben conosciamo dalle precedenti uscite targate Hesperia. Ampio l’uso di parti narrate, con la voce usata in un buon numero di registri diversi: dal growl, al clean, al parlato, a diversi stili più o meno cupi, gracchianti, sussurrati e/o inquietanti. L’effetto generale di un così gran numero di linee vocali, che spesso finiscono anche a sovrapporsi, è, a un primo ascolto, spiazzante. Lo si potrebbe definire addirittura cacofonico. Sono necessari più e più passaggi nello stereo per riuscire a cogliere i rapporti di forza, i ritmi e le altre sottigliezze che rendono chiaro come quello che appare inizialmente come caos è, in realtà, un complicato affresco studiato e progettato minuziosamente.
Sotto il profilo prettamente musicale, con Hesperus come sempre autore degli spartiti di tutti gli strumenti ed esecutore di chitarre, basso ed effetti (con la collaborazione di Hercules, in prestito dagli Emperial Abyss, alle pelli), il discorso non cambia molto. Nel senso che anche in questo caso la proposta non varia molto rispetto a “Il Ritorno di una Civiltà Arcaica”, ma si tratta pur sempre di un songwriting estremamente particolare e variegato. Sfuriate in chiaro stile raw-black si alternano a passaggi sinfonici e a break quasi acustici e ambient. Il tutto in maniera a tratti imprevedibile, al punto da ricreare quell’effetto di iniziale caos acustico a cui accennavamo già in precedenza.
Come già si diceva per le linee vocali, si tratta di una chiara scelta del mastermind del gruppo. Una scelta, però, almeno parzialmente penalizzata dalla produzione, se è vero, come è vero, che anche i suoni sono il frutto della decisione di optare per un raw-black metal molto simile a quello delle origini della scena norvegese. Probabilmente alla ricerca di quel sound freddo e disturbante che contraddistingue molte delle prime uscite di band come Mayhem e DarkThrone (anche se ci sembra più probabile che tra le principali ispirazioni musicali e tematiche ci siano più i Bathory, che i gruppi appena citati). Questa scelta, però, porta con se grandi limitazioni, soprattutto a livello di comprensione delle linee melodiche, perchè i suoni risultano fin troppo impastati e confusi. Pur comprendendo, quindi, le finalità di un tale tipo produzione, non possiamo fare a meno di ritenere e rilevare che con una produzione di altro tipo, più pulita e curata (oggi non bisogna necessariamente rinunciare al sound freddo per questo), tutto il concept ne guadagnerebbe sicuramente.
Nota di pregio da aggiungere a margine: il disco è in realtà un CD-Rom che dà accesso, sul pc, a svariati contenuti aggiuntivi che permettono di seguire il concept anche per immagini.

Per concludere, “In Honorem Herois – Aeneidos Metalli Apotheosis pars II” è la degna prosecuzione dei primi due dischi del gruppo. Se da una parte vi è la riconferma della particolarissima proposta musicale degli Hesperia, che gli ha portato molti estimatori, ma anche molti detrattori per lo stile quasi cacofonica del songwriting, dall’altra, purtroppo, bisogna rilevare anche il ritorno delle ombre già evidenziate nelle precedenti recensioni. Con una tale complessità nelle linee vocali e strumentali diviene estremamente difficile seguire con la dovuta attenzione le composizioni se la musica non è supportata da una produzione di altissimo livello. Chi volesse incamminarsi in questa difficile strada e provare a concedere una possibilità agli Hesperia, però, troverà sicuramente pane per i suoi denti, ma solo dopo assidui e ripetuti ascolti. Siete avvertiti, questo non è un disco per tutti.

Tracklist:
01 Praeludium (In Honorem Herois)
02 Ad Hesperiam (Aeneidos: Liber III, Scaenae I-XI)
03 Interludium I (Morte di Anchise / Didone Innamorata)
04 Tragoidia Didonis (Aeneidos: Liber IV, Scaenae XII-XXI)
05 Interludium II (Il Rogo di Didone / Il Ritorno in Triacria)
06 Olympicus (Aeneidos: Liber V, Scaenae XXII-XXIX)
07 Postludium (Ad Spiritum Patris)

Alex “Engash-Krul” Calvi

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