Recensione: Indigestible Sounds

Di Alessandro Calvi - 26 Dicembre 2003 - 0:00
Indigestible Sounds
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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75

Eccoci qui a recensire questa compilation pubblicata dalla Noisy Hours. Per prima cosa mi sembra doveroso esprimere il mio plauso per questa iniziativa. La compilation costa 5 euro, una cifra che di questi tempi sembra diventare ogni istante più insignificante e propone la bellezza di 18 brani. Per i puristi è il caso di sottolineare che non tutti i gruppi proposti sono band metal, vi sono anche proposte di Nu-Metal e altre di più difficile etichettazione ma quello che conta è l’intenzione di dare a tutti questi gruppi underground la possibiltà di avere visibilità.

1- Si comincia con gli Zero Signal, un gruppo che propone un thrash-nu metal che ricorda molto i Pantera anche se in questo caso c’è molta elettronica in più. Si tratta come detto di un gruppo nu-metal e che quindi non avrebbe molta attinenza con questo sito, la song però è stata per me fonte di qualche interesse e quindi vi consiglierei di provare a dargli un ascolto.

2- Al di là del fatto che si tratta di gruppi underground, non mancano tra di essi una serie di band che hanno già avuto occasione di far parlare di se in maniera più che lusinghiera. Sto parlando in particolare dei Rain, band bolognese di heavy metal classico e granitico. Ho avuto modo di ascoltare questa band sia su disco che dal vivo e persolamente ritengo sia un crimine che non abbia ancora un contratto. La canzone qui compresa è Headsheaker, song che per molti immagino non abbia bisogno di presentazioni, io vi dico solo ascoltatela e poi diventerete fan di questa band.

3- Last Rites: voce scream-growl per un thrash-black molto melodico e piuttosto interessante, difficile etichettare esattamente questa band così come molte altre tra quelle presenti in questa compilation, il risultato alle mie orecchie è comunque decisamente non disprezzabile.

6- Passiamo ai Melancholy Soul, band che presenta un mix di rock-dark molto triste e malinconico come appunto dice anche il nome. Il risultato è a tratti quasi ambient per l’atmosfera che riesce a creare. Personalmente li ho trovati piuttosto interessanti nonostante il genere da loro proposto sia molto difficilmente avvicinabile al metal.

7- Captura: thrash veloce e violento pur rimanendo piuttosto tecnico. La canzone è carina anche se probabilmente meriterebbe una produzione migliore, in particolare per quello che riguarda la voce, piuttosto sacrificata e soffocata dagli altri strumenti.

8- Cold Void: la song inizia molto lenta con una intro molto epica e quasi marziale per poi accellerare, tutto il brano si gioca su questi momenti lenti e veloci che si alternano tra di loro. La canzone funziona anche se le voci che giocano a rispondersi dopo un po’ tendono ad allentare la tensione e l’interesse nei confronti del brano. Sicuramente si dovrebbe cercare di lavorare in particolare sul suono della batteria, poco convincente quando è lenta e dal suono troppo trigger quando è veloce.

9- Killing Creed, tra le band che ho ascoltato per la prima volta in questa compilation è una delle band che mi hanno convinto di più, un mix interessante e ben dosato di thrash-death-black con voce growl e alternanze di momenti lenti e veloci. I musicisti sono molto tecnici con frequenti cambi di tempo e interessanti intrecci tra batteria, chitarre e basso. Nulla di particolarmente originale ma decisamente interessante e promettente.

12- Bloody Tears: purtroppo una delle peggiori prestazioni della intera compilation, la produzione risulta essere decisamente scadente con il risultato di affogare anche quanto di buono proposto dalla band. La voce è la principale indiziata, senza voler essere eccessivamente cattivo mi sentirei di consigliare al cantante di prendere qualche lezione per potersi gestire al meglio. Le seconde voci inoltre risultano eccessivamente basse e gli strumenti molto confusi oltre che nascosti dalla voce solista troppo alta. Prendete le mie osservazioni come critiche costruttive.

13- Per coloro che sono appassionati dei Manowar consiglio sicuramente questi Holy Martyr che seguono la lezione dei quattro mitici Kings of Metal nella proposta del loro power-epic. Naturalmente la voce non è quella di Eric Adams ma è ben gestita con melodie che vi si adattano molto bene.

14- Los Pirates: power granitico nello stile della migliore scuola tedesca, credo che sia questo il modo migliore per definire la proposta di questa band, particolarmente interessante risulta ai miei occhi l’idea di cantare gran parte della canzone in spagnolo quasi a voler mantenere una continuità tra i pirati spagnoli a cui si ispirano e la musica della loro band.

17- Chiudiamo la nostra disamina di questa compilation con la penultima traccia a firma dei Maledicta. The Dark Alchemy of Elements è un brano di puro black metal melodico, e sinceramente è anche la mia canzone preferita tra quelle presenti nella compilation oltre a essere una delle più convincenti.

In conclusione trovo che l’idea di questa compilation sia molto interessante, i brani variano tra diversi generi, alcuni più contigui con questo sito, altri che esulano completamente. Questo è principalmente il motivo per cui sono state recensite solo alcune canzoni e non tutte quelle presenti nella compilation. Tutto questo non limita comunque il valore di questa compilation il cui obiettivo è quello di diffondere i lavori di tanti gruppi underground che altrimenti rimarrebbero probabilmente inascoltati.

Tracklist:
01 Zero Signal – “Grow in Hell”
02 Rain – “Headsheaker”
03 Last Rites – “Mind’s Prison”
04 Agabus – “The Hive of Damage”
05 Dolly Varden – “Pensiero Criminale”
06 Melancholy Soul – “Watching the Whole World Burning”
07 Captura – “Vortice”
08 Cold Void – “Fistfucking Armageddon (Perverted Edition)”
09 Killing Creed – “Hollow Man”
10 Brainsick – “Snow White”
11 Lab 01 – “Mix (I’m)”
12 Bloody Tears – “Black Society”
13 Holy Martyr – “The Call to Arms”
14 Los Pirates – “Los Pirates”
15 Crenshaw – “Fly-Up”
16 Anna Void – “Morpho”
17 Maledicta – “The Dark Alchemy of the Elements”
18 SKW – “White Noise”

Alex “Engash-Krul” Calvi

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