Recensione: Influences and Connections

Di Filippo Benedetto - 23 Febbraio 2004 - 0:00
Influences and Connections
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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68

I Mr Big sono stati un gruppo, formato da grandi musicisti, in grado di mettere in piedi un hard rock melodico e di gran classe. I musicisti che hanno preso parte a questo progetto, in particolar modo nella prima formazione, sono stai autori di due dischi, l’omonimo e nei quali la tecnica era asservita ad un evidente gusto per gli arrangiamenti. Per ricordare il valore di questa band, esce per la Frontiers Records un Tribute intitolato “Influences Connection”.
Ciò che colpisce positivamente di questo disco e che lo rende già interessante di per sé è la quantità notevole di nomi grossi dell’hard rock interessati dall’operazione: Paul Rodgers, Joe Lynn Turner, King’s X, John Waite, Glenn Hughes, Pat Torpey per citarne alcuni. Per la verità nel progetto sono stati coinvolti anche due membri originari dei Mr Big: il virtuoso bassista Billy Sheehan, Ritchie Kotzen e Pat Torpey.
Cominciando dalla copertina, questa sembra “ispirata” un po’ dallo stile delle cover front di alcuni dischi del combo oggetto di Tribute: due bambini nudi stanno seduti di spalle sopra due palazzi sotto un bel cielo blu dove sfreccia un aeroplano che “trascina” il titolo del disco. Tutto questo lascia ben sperare sulla riuscita di questa operazione discografica e m’induce a qualche speranza in più di trovarmi di fronte ad un prodotto gradevole e all’altezza delle attese.
Si comincia “Mr Big”, brano con alla voce Paul Rodgers. Il brano è ben eseguito e la voce di Paul si distingue per la solita brillante prestazione. Sul piano dell’interpretazione, si può affermare che sia abbastanza rispettosa e fedele dell’originale, nonchè priva di cadute di stile. Il “biglietto da visita” presentato all’ascoltatore è quindi carico di buoni auspici e mette la giusta dose di curiosità di proseguire l’ascolto del disco senza particolari timori.
Si arriva perciò alla seconda track, “Take cover”, suonata da alcuni membri dei King’s X. Anche qui ci si imbatte in un’esecuzione strumentale non priva di gusto e in ogni modo non tale da far gridare allo scempio e rimpiangere la versione originale. Buone le vocals e anche il lavoro alle chitarre che, se non è proprio lo stesso svolto nell’originale dei Mr Big, si lascia complessivamente ascoltare.
“Colorado Bulldog” vede la presenza alle vocals di Joe Lynn Turner che, con l’ausilio di una buona sezione ritmica e di un brillante lavoro in sede di riffing offre all’orecchio dell’ascoltatore un piacevole passatempo. La cover è eseguita insomma senza far storcere particolarmente il naso all’ascoltatore.
La successiva “Wild World” è una cover della cover. Non si tratta, infatti, di un brano dei Mr Big, che a loro volta l’hanno riadattata secondo il loro stile dall’originale di Cat Stevens. Qui la song è letta in chiave ulteriormente aggiornata, diventando una romantica ballata dai toni più “soffusi”. La prestazione di John Waite qui segue perfettamente questo registro anche se, a dir la verità, pare più coinvolgente e riuscita la cover di Eric Martin e soci.
Glenn Hughes presta voce e basso nella seguente “Price you gotta play”. In questo brano è evidente un lavoro molto “corposo” della sezione ritmica con il basso di Glenn notevolmente in bella evidenza. Inizialmente colpisce un po’ la lettura che viene data del brano, in particolare per la scelta di giocare le linee portanti del riffing su tonalità leggermente più basse. In ogni caso il lavoro di Glenn dietro al microfono è soddisfacente.
“Promise her the moon” vede in atto la prestazione di Ann Wilson. Il brano riprende l’eleganza dell’arpeggio fondamentale del brano. Anche qui l’esecuzione è fedele all’originale scorrendo  tranquillamente nel lettore.
La successiva “Addicted to the Rush” vede Billy Sheehan alla voce al basso. Beh, è molto strano commentare un lavoro coverizzato dallo stesso artista che a suo tempo vi ha suonato, sebbene in altro ruolo. Penso che Billy abbia avuto una buona dose di coraggio nel mettersi alla prova nel reinterpretare questo pezzo, adattando le linee vocali dell’originale song alle sue  (di tonalità più bassa). Il risultato suscita spunti di critica, soprattutto per un arrangiamento che sacrifica la forza d’impatto del brano ma anche per la prestazione vocale di Sheehan che, se non la si prendesse con un po’ di sano humor, farebbe storcere il naso non poco. Alla fine del pezzo il sense of humor prende il sopravvento e
“Just take my heart”, ottava cover del disco, vede Mickey Thomas in veste di guest. L’esecuzione non risente di particolari note di merito, assestandosi sui livelli dignitosi.
A seguire “Shine” vede i Dogstar cimentarsi in una buona esecuzione  del brano, grazie ad un riffing brillante nell’impostazione e a vocals molto profonde. Forse dal repertorio dei Mr Big poteva essere tratto qualche altro brano più interessante.
Nella successiva “Crawl Over Me” troviamo un altro membro originario dei Mr Big cimentarsi nella rielaborazione di un brano della band americana. Devo dire che Torpey mi ha stupito in questo caso dando prova di una prestazione vocale molto “calda” e in linea con l’atmosfera cupa e a tratti decadente del brano.
Con “To be with you” si assiste ad un’esecuzione un po’ diversa dell’originale brano che in questo caso viene riproposta in chiave elettrica. Bisogna dare atto a Ritchie Kotzen (anche quest’ultimo già membro dei MR Big) della volontà di non fossilizzarsi nella pura e semplice coverizzazione del brano rielaborandolo in modo da leggerla in chiave più hard rock.
Stiamo per giungere alla fine del disco e “Green-Tinted Sixtie Mind”, qui riproposta da Donnie Vie, offre un’altra occasione per guardare il famoso hit single dei Mr Big da un’ottica leggermente diversa. Una pecca nell’esecuzione del brano, però, non può sfuggire all’ascoltatore: si tratta, infatti, del bel giro di chitarra d’apertura a suo tempo eseguito da Paul Gilbert, qui sparito per lasciare spazio ad una indefinita intro che rende irriconoscibile, alle prime battute, il brano stesso. Da qui in poi il pezzo riprende le “orme” dell’originale lasciandosi ascoltare tranquillamente fino alla sua conclusione.
Chiude il disco la cover di “Daddy, Brother, Lover, Little Boy”, con nuovamente Joe Lynn Turner alla voce. Il brano, salvo alcuni  particolari (un assolo veloce ma forse un po’ troppo lungo), si sviluppa frizzante e tirato come l’originale senza particolari pecche in sede d’esecuzione.

Conclusioni

Possiamo affermare che questa raccolta sia ben dosata nella scelta di alcuni brani rappresentativi del valore dei Mr Big e i musicisti coinvolti in questo progetto stanno a dimostrarlo. In più, ciò che rende un po’ “particolare” questo Tribute è la presenza tra i vari artisti anche di coloro che fecero parte di quest’avventura artistica. Da ciò scaturiscono due diverse conclusioni, di cui una è sintetizzabile pressappoco così “…è stata, quindi, un’operazione originale e ben fatta”; l’altra, più razionalmente, chiude affermando che ” i Mr Big sono certamente una più che buona band, ma un best of così forse si poteva fare in onore di una band con almeno 30 anni in più di carriera”.              

Tracklist:

Listing 
1) Mr. Big
2) Take Cover
3) Colorado Bulldog
4) Wild World
5) Price You Gotta Pay
6) Promise Her The Moon
7) Addicted To That Rush
8) Just Take My Heart
9) Shine
10) Crawl Over Me
11) To Be With You
12) Green-Tinted Sixties Mind
13) Daddy Brother Lover Little Boy
14) Alive & Kickin’ (Bonus Track)

Vocalists:

Mr. Big (lead vocals: Paul Rodgers); Take Cover (lead vocals: Doug Pinnick); Colorado Bulldog (lead vocals: Joe Lynn Turner); Wild World ((lead vocals: John Waite); Price You Gotta Pay (lead vocals: Glenn Hughes); Promise Her The Moon (lead vocals: Ann Wilson); Addicted To That Rush (lead vocals: Billy Sheehan); Just Take My Heart (lead vocals: Mickey Thomas); Shine (lead vocals: Bret Domrose); Crawl Over Me (lead vocals: Pat Torpey); To Be With You (lead vocals: Richie Kotzen); Green-Tinted Sixties Mind (lead vocals: Donnie Vie); Daddy, Brother, Lover, Little Boy (lead vocals: Joe Lynn Turner); Alive 6 Kickin’ (lead vocals: Glenn Hughes).
 

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