Recensione: Internal Womb Cannibalism

Di - 20 Settembre 2002 - 0:00
Internal Womb Cannibalism
Band: Sanatorium
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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65

“Internal womb cannibalism” è il secondo full-lenght per i Sanatorium, gruppo slovacco da sempre votato al verbo underground. All’attivo hanno molto materiale che comunque proprio per la sua natura è abbastanza difficile da reperire al di fuori dal territorio slovacco se non tramite mailorder. Ascoltando alcune tracce dal loro precedente lavoro ho avuto modo di sentire come il suono si sia ulteriormente indurito, riducendo le aperture alla melodia e quindi diventando un pò ostico anche ad una buona fetta di appassionati di metal estremo. La musica è riconducibile ad una sorta di Brutal-gore per le tematiche trattate, ma soprattutto per le cavernosissime vocals. Il growl del cantante Prasiak è assolutamente incatalogabile per il suo timbro, ed il suo suono sgraziato e disturbante lo rende un punto che sarà gradito agli instancabili gore-freaks, ma probabilmente amaramente dispreggiato dagli altri.

Musicalmente troviamo delle parti accelerate tipicamente death-metal come in “Penis Epirdemis” in cui la batteria picchia veloce, ma anche delle parti monolitiche in cui il riffing assume forti contorni thrash. La registrazione non è certo quella che si confa ad un full-lenght, ed infatti questa penalizza fortemente il suono di chitarre e basso in particolare, ma non escludo che i Sanatorium abbiano optato volutamente per un materiale registrato in questo modo, per sprigionare ancora di più tutta la malsanità presente nelle loro aride tracce. Non mancano campionamenti di lamenti straziati in pieno stile brutal-gore. Questi sono presenti nella settima traccia “The false prophet” che sicuramente insieme alla successiva “Bovine spongiform encephalopathy” sono le migliori tracce dell’album: varie ricche di molteplici sfaccettature e con qualche apertura melodica un pò più ricercata, se di ricercatezza possiamo parlare. “Dunwich morgue” è un altra traccia che riesce a colpire profondamente l’ascoltatore; qualche ritmica e passaggio di batteria un pò anomali la rendono piuttosto innovativa.

In conclusione  “Internal womb cannibalism” è un album destinato solo agli appassionati di ciò che è underground, che sapranno trovare delle buone idee nel lavoro di una band che pur di rimanere fedele alle proprie idee, non si fa tentare dal music bussiness.

Francesco “madcap” Vitale

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