Recensione: Into The Black

Di Luca Trifilio - 29 Marzo 2011 - 0:00
Into The Black
Band: Godslave
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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63

Tedeschi che suonano thrash metal. Leggi le informazioni relative alla band e ti sembra già di poter sentire la musica che di lì a poco esploderà fuori dalle casse del tuo impianto stereo. Thrash grezzo, tiratissimo, spesso estremo, alle soglie del death o del black metal, con ritmiche forsennate, nessun tipo di concessione alla melodia e riffing selvaggio non troppo elaborato. Questo, a linee grossolane e generali, quanto ci si aspetterebbe da una produzione di questo tipo, dopo averne conosciuto provenienza e genere proposto. I Godslave, tuttavia, ci provano a non cadere nel vortice delle band assimilabili ai grandi act di riferimento della scena e, pur incespicando in diversi punti, per poco non riescono a centrare l’obiettivo di suonare sufficientemente personali, tanto da non essere bollati come cloni di Sodom, Destruction o Kreator, tanto per citare la triade storica del thrash teutonico.

Attivi sin dal 2000 col nome di Slavery, dopo circa otto anni di militanza underground cambiano il proprio nome nell’attuale Godslave e danno alla luce il loro debutto, l’autoprodotto “Bound By Chains”. Arrivati infine a un contratto discografico, provano a giocarsi le loro carte col nuovo “Into The Black”, dodici tracce di corposo thrash metal. Tuttavia, sarebbe ingiusto descriverli come un gruppo capace esclusivamente di picchiare, perché in realtà questi ragazzi, privi di una classe e di un talento individuale elevato – o perlomeno questo è quello che si può evincere dall’ascolto del disco – riescono a rendere l’esperienza dell’ascolto dei quarantotto minuti dell’album piuttosto gradevole per via di una spiccata propensione alle variazioni. Queste ultime si estrinsecano nel corso di una track-list in grado di presentare bordate thrash roboanti e, almeno nelle intenzioni, killer (“Unleash The Slaves”, “Thrashed”, “Insomiaddict”), a momenti particolari, come ad esempio il break melodico delicato e sorprendente offerto nella parte centrale di “Blood Of The Innocen”, o ancora nel potenziale singolo “Why I Hate”, e concludono il loro percorso con una virata verso soluzioni più legate alla pesantezza fangosa della doomish titletrack. Ad arricchire la pietanza, i nostri non si fanno mancare una gustosa incursione nello splatter degli Eighties con “Zombie Panic Holocaust”, né una malandrina ‘citazione’ del riff della reprise di “No Remorse” dei Metallica, qui presente in “Scholar Eclipse”, brano che tenta la strada della mediazione tra la scuola tedesca e quella americana. Volendo idealmente suddividere in due tronconi il disco, ne verrebbe fuori una prima metà più rodata e classica, e anche meno ispirata, e una seconda che invece esplori lidi meno consoni a una band di questo genere, con risultati, tirando le somme, apprezzabili.

I Godslave, come detto in apertura, ci mettono impegno e passione per confezionare un prodotto che, complessivamente, si rivela essere dignitoso. Tuttavia evidenziano delle carenze non da poco conto, a livello di songwriting: i brani sono quasi sempre ancorati alla forma canzone e i riff e le soluzioni ritmiche in diversi casi non brillano per freschezza o intensità. A fronte di ciò, però, a emergere è un certo gusto melodico della chitarra solista che è un gradevole diversivo in quella che, è bene sottolinearlo, non è una proposta estrema o piatta. La domanda che ci si può porre è: «vale la pena dare fiducia a una band che suona da dieci anni e che non piazza nemmeno un riff memorabile nel suo primo disco ufficiale?». Probabilmente no, ed è altrettanto probabile che di questi Godslave non sentiremo più parlare. Eppure, qualche ascolto “Into The Black” lo merita, perché è un album onesto e sincero, magari non baciato dalla dea della musica ma gradevole e, a tratti, anche divertente.

Luca “Nattefrost” Trifilio

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Track-list:
1. Thrashed 3:58
2. Anvilised 3:50
3. Insomniaddict 3:19
4. Unleash The Slaves 4:50
5. Slippery When Dead 3:52
6. Blood Of The Innocent 4:37
7. Why I Hate 3:37
8. A Shot In The Dark 2:46
9. Scholar Eclipse 4:22
10. Uncut, Unseen, Unrated 4:44
11. Zombie Panic Holocaust 3:02
12. Into The Black 5:00

All tracks 48 min. ca.

Line-up:
Thomas A. “The Slavegrunter” Pickard – Vocals
Michael “Gnomos” Meyer – Guitars
Bernhard “Bernie” Lorig – Guitars
Christian “Blitz” Federmann – Bass
Tobias Huwig – Drums
 

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