Recensione: Is Mortorius
lI progetto Papéri è stato ideato nel 2010 da Emperor Wolf, figura centrale della scena musicale sarda, già attivo come chitarrista e vocalist negli Oh My Gore, chitarrista negli Abbrahmyth e mastermind di diverse iniziative soliste, tra cui Emperor Wolf ed Encodede Carne Guasta.
L’idea di Papéri è emersa da un concetto altamente sperimentale e non convenzionale, nato in seguito a un singolare sogno di Emperor Wolf. In tale visione, un concerto Black Metal vedeva la batteria sostituita da quattro individui che sbattevano ritmicamente un lungo rotolo di carta vicino a un microfono. Nel sogno, il genere fu etichettato come “Papéri Black Metal”, definendo un sottogenere in cui la sezione ritmica era totalmente sostituita dai rumori generati dalla carta.
Nonostante l’assurdità del concetto onirico, Emperor Wolf ha perseguito la sua concretizzazione, dedicando anni a esperimenti sonori volti a rimpiazzare ogni componente della batteria con specifici effetti ottenuti manipolando la carta, come strappi, accartocciamenti o sfregamenti.
Proprio quest’anno, Papéri ha riaperto ufficialmente i battenti con la pubblicazione dell’EP “Is Mortorius”. Il titolo è un riferimento a una località marittima del comune di Quartu Sant’Elena , nota per le installazioni militari risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.
A differenza del disco precedente, in “Is Mortorius” la sezione ritmica include una batteria tradizionale, pur mantenendo la carta come elemento sonoro dominante. Inoltre, l’EP segna l’introduzione dell’organetto e delle launeddas, strumenti musicali iconici della tradizione sarda, rafforzando così il legame tra il Black Metal sperimentale e le radici folk regionali.
Il brano eponimo si distingue per la sua architettura dinamica, avviandosi con un’introduzione armonica di natura squisitamente melodica, che evoca una sensazione di ampiezza e chiarezza timbrica. Questa fase di apparente luminosità funge da rampa di lancio per il climax del pezzo, dove la composizione evolve in maniera veemente verso un esuberante e complesso scenario di Black Metal sperimentale. Un elemento distintivo e di fondamentale importanza in “Is Mortorius” è la scelta di utilizzare il cantato interamente in sardo. Questa decisione non è puramente estetica, ma agisce come un potente veicolo di radicamento culturale e identitario. La lingua, arcaica e ricca di risonanze storiche, conferisce alle screaming vocals e ai growl tipici del Black Metal una stratificazione emotiva unica. L’uso del sardo trasforma i testi in narrazioni profondamente legate alla terra, elevando l’atmosfera dell’EP oltre la genericità del genere e conferendogli un tono epico e autenticamente regionale.
Il secondo brano, “Sagra de Santu Gregoriu”, stabilisce immediatamente una chiara divergenza stilistica rispetto alla pura armonia con cui si apriva la title-track. L’introduzione del pezzo non ricorre all’aggressione immediata, ma costruisce un’atmosfera invitante e distintamente celebrativa, permeata da sonorità che evocano in modo vivido i contesti di festa e ritualità tradizionale sarda, probabilmente grazie all’uso degli strumenti folk. Questa fase iniziale, che quasi accoglie e disarma l’ascoltatore, agisce come una deliberata pausa drammatica. Successivamente, la composizione si trasforma, abbandonando gradualmente la sua indole accogliente per assumere un carattere progressivamente più incalzante e serrato, evolvendo verso la densità tipica del Black Metal sperimentale.
Se vi piacciono le sperimentazioni Black come possono essere quelle di Lord Yshua in Irpinia, questo lavoro di Papéri, è decisamente la scelta migliore.
Potete ascoltare “Is Mortorius” su Bandcamp
