Recensione: King Of The Universe

Di Luca Dei Rossi - 2 Novembre 2009 - 0:00
King Of The Universe
Band: Yotangor
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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84

Era da un po’ che non accadeva. Non so se a voi sia mai capitato, ma a me succede a volte di entrare nel mio negozio di dischi preferiti, di puntarne uno e di comprarlo a scatola chiusa. Non so esattamente cosa mi spinga a farlo, fatto sta che alcune volte me ne pento, altre invece sono fortunato e posso dire di aver fatto un buon acquisto. Questa volta è una di quelle. Anzi, è una di quelle volte in cui posso dire di essere stato estremamente fortunato, album di questa fattura raramente si riescono a scovare per caso.

Ma di chi sto parlando? Parlo di una band francese, al loro debut album, senza demo o EP alle spalle. King Of The Universe, così si chiama il loro full, è più precisamente una Metal Opera che mira a sfidare i grandi nomi di Avantasia, Ayreon, Aina e i meno conosciuti Xystus. E gli Yotangor ci riescono benissimo. Hanno saputo creare un album dalle mille sfaccettature, dimostrazione di quanto una Metal band, seppur appena nata, riesca a creare della musica coi fiocchi. Le parole chiave di questo splendido capolavoro sono passione da vendere, idee numerose e ben amalgamate, tecnica sopraffina e una gran voglia di fare. L’album è formato da due CD, legate dal medesimo concept, ovvero “il percorso di un dittatore dei tempi moderni, che non si rende conto delle conseguenze delle sue azioni”, come è scritto nel loro MySpace. Purtroppo le informazioni sul gruppo sono poche, il loro sito ufficiale ha molti problemi e non fa caricare la pagina della biografia (altra ipotesi è che magari il sito è in costruzione, ma non mi spiego allora perché sia online se non lo hanno ancora terminato), quindi di fatto non so nemmeno quando il gruppo si sia formato. Posso solo dirvi che la band è francese e che ci sa davvero fare.

Ma veniamo quindi a ciò che ci interessa: gli Yotangor ci offrono un Symphonic Metal davvero spettacolare, suonato egregiamente e concepito ancora meglio, che potrà soddisfare senza alcun dubbio chiunque ama questo genere. Vi devo però dare una notizia, che spero non vi spinga a passare alla prossima recensione: in alcuni punti il sound potrebbe risultare commerciale. Alt! Ciò non pregiudica di certo la qualità di questo full, credetemi. Gruppi di riferimento? Nightwish degli ultimi tempi (la voce fa molto Anette), Epica e Fairyland per la monumentalità di alcune orchestrazioni, Keldian per la genialità con cui le atmosfere sono state composte e Malmsteen per gli assoli tecnici e velocissimi. Ma andiamo nel dettaglio…

CD 1

“I’m proud to be the King…of the world of freedom!
A world, where everyone has his chance in life.
A world where solidarity and brotherhood are wealthy.
I have never…ever lied to you.
I have never…ever betrayed you.
So now it’s time to reach together a brand new kind of victory!”

Così si apre l’album. Altezzose parole vengono pronunciate in Speech Of Liar, parole di chi crede di essere al vertice del potere assoluto. Trasposizione allegorica del politico medio di oggi, che pensa di aver in pugno il Mondo e di poterlo gestire come vuole promettendo false speranze. Dopo questo preludio ci viene presentata la titletrack, che accosta ai violini delle atmosfere create da giochi elettronici, la voce pulita della cantante e un fantastico, disperato assolo di chitarra, che si intreccia con le linee vocali e con gli altri strumenti con un risultato ineccepibile. Silent Words riprende direttamente i grandi del Symphonic, con sound da colonna sonora dei film Fantasy e caratterizzata dalla unica presenza di strumenti musicali. Try Again è una delle song dell’album che potrebbe essere definita commerciale: il sound non è esattamente Metal, ma anzi va molto verso il Pop. Ma non è un episodio negativo, tutt’altro. La band si dimostra capace di unire sonorità Gothic ad un tipo di musica più leggero, risultando d’impatto e facile da memorizzare e comprendere. A sorprendere c’è sempre la genialità dei solo di chitarra, che si abbinano al contesto musicale in modo perfetto, segno di una maturazione artistica davvero, davvero notevole. Le capacità vocali della cantante Yngrid sono considerevoli, e la capacità di unire suoni elettronici senza mai risultare sgradevoli. Semplicemente stupenda Drums For The Earth, un titolo una garanzia. Interludio dove è la batteria a fare da padrone, interludio che ha il sapore tribale, interludio degno della seguente Our Destiny, altrettanto bella. La forza della band sta nel riuscire a dire tutto ciò che vogliono in poco tempo, con il conseguente risultato di evitare lungaggini del tutto superflue che potrebbero distogliere l’attenzione dell’ascoltatore. Il primo CD si chiude con una struggente ballata – Motherless Child – che vi permetterà di sognare grazie alla magia che le atmosfere creano insieme ad un dolce motivo di pianoforte.

CD 2

Come se volessero riallacciarsi al discorso lasciato in sospeso nel primo CD, la seconda parte si apre con una semi ballad: contrariamente però a Motherless Child, The Only Way è accompagnata dalla chitarra acustica che, a circa metà canzone, lascia spazio alle elettriche ed ad un ennesimo, eccezionale, solo di chitarra. Molto belli i riff di chitarra della seconda What Are You Made For, dal lontano sapore del Glam degli anni ’80. La seconda parte dell’album è per di più caratterizzate da semi ballad: Why è caratterizzata, per il primo minuto, dalla fantastica interpretazione della singer Yngrid accompagnata dal piano e da atmosfere particolari accostate alla sporadica presenza di suoni elettronici. Particolarissima Son Of The Song, che vede un sound di chitarra dalla parvenza spagnola, unita in sottofondo a delle voci di sottofondo di bambini che giocano e si divertono. La track termina con un temporale in sottofondo, temporale che troviamo anche nella successiva Rain. Molto positivi episodi come The Dome e Time’s Off, la prima contraddistinta da sonorità molto medievali, la seconda da suoni da opera lirica. Time’s Off è cantata in duetto con una voce maschile. A fare da chiusura Fly Away, dove ritroviamo la voce del dittatore che nella prima canzone dell’album ha proferito le sue parole. La song termina con un assolo di chitarra potente e veloce. Molto bene.

A conclusione di tutto ciò ci tengo a sottolineare per l’ennesima volta la fattura dell’album che ci troviamo davanti. Un album poliedrico, pieno di influenze, con una fortissima personalità. Le singole canzoni filano lisce come l’olio, non c’è mai modo di annoiarsi ma anzi, proprio la ridotta lunghezza contribuisce a rendere l’ascolto interessante. Una scoperta davvero interessante, quella dei francesi Yotangor, che ci hanno saputo regalare emozioni su emozioni con un album davvero bello. King Of The Universe promette davvero bene, lo consiglio a tutti i fan di Nightwish, Epica, Fairyland, Rhapsody Of Fire e in generale a tutti coloro a cui piace il Metal sinfonico. Di quelli fatti bene. Beh, se il buon giorno si vede dal mattino, in futuro questi ragazzi avranno davvero molto da dire.

Luca Dei Rossi

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Tracklist:

CD 1
1) Speech Of The Liar
2) King Of The Universe * MySpace *
3) Silent Words
4) Try Again
5) About Love * MySpace *
6) Hangin’ On
7) Another Place * MySpace *
8) Torched Blazed
9) Drums From The Earth
10) Our Land
11) All We Are
12) Feeling Down
13) Motherless Child

CD2
1) The Only Way
2) What Are You Made For
3) Why
4) Power
5) Song For The Sons
6) Rain
7) The Spirit Dance
8) The Dome
9) Time’s Off
10) Turn Off The Light
11) Shadows * MySpace *
12) In This World
13) Fly Away

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