Recensione: Knights Of The Revolution
Secondo disco per gli svedesi Prey, a distanza di quattro anni dal precedente The Hunter. Nonostante l’ingannevole copertina le coordinate stilistiche dei Nostri si muovono attraversando i confini dell’HM melodico, l’Hard Rock più genuino e l’Aor. Fattor comune dei dieci pezzi proposti l’orecchiabilità, alla base dei prodotto dei quattro di Falun.
In questo senso risultano illuminanti l’opener Knights Of The Revolution e il pezzo numero nove, Run, entrambi episodi dal refrain di sicura presa. Molto forte, in generale, risulta l’influenza degli americani Dokken nel songwriting dei Prey: Addicted ma soprattutto Deliver The Goods, che fa riandare ai bei tempi del combo di Don per via del riffing massiccio ben alternato alle partiture melodiche. Da buoni svedesi dallo spiccato gusto soave, Thomas Nyström e compari, non potevano non prescindere dai vicini finlandesi Pretty Maids, ecco quindi servite In Memoriam – letteralmente “rubata” al combo di Horsen durante il periodo Future World e Personal Fantasy. Non mancano, poi, ammiccamenti più duri, come nel caso di Playing With Fire (vedi Hammerfall) e Into Fire, traccia dalle chitarre a la Accept – solo quelle, però – mentre lo “sforamento” in ambito Aor si ha con Bloodred Sky e Get Out, grazie al dolce chorus.
All’interno dei quarantadue minuti di musica dell’album la band difficilmente svetta, sicuramente penalizzata dalla voce di Thomas Nyström, solamente “normale” e quindi inadeguata per eventuali impennate di sorta, che infatti non arrivano. Nulla da eccepire riguardo il tiro melodico dei dieci pezzi ma nasce inesorabile, durante lo scorrere dei minuti, la consapevolezza che per essere realmente profondi e ficcanti servano almeno un paio di marce in più. Knights Of The Revolution, alla resa finale dei conti, è incapace di far scattare quel magico click che impone di risentire uno – o più – passaggi, particolare che lo relega nel novero di quelle uscite destinate a non lasciare un segno tangibile, alla stregua di quegli “usa e getta” da tenere in sottofondo quando si viaggia in auto pensando ad altro, lasciando alla musica il mero compito di accompagnarci distrattamente durante il tragitto.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Knights Of The Revolution
2. Deliver The Goods
3. Playing With Fire
4. Bloodred Sky
5. Get Out
6. Into Fire
7. In Memoriam
8. Addicted
9. Run
10. Personal Fantasy
Line-up:
Thomas Nyström – Vocals, Guitars
Peter Bäck – Bass
Robert Bäck – Drums
Fredrik Plahn – Keyboards