Recensione: Last Day of the Earth [EP]

Di Stefano Vianello - 4 Maggio 2011 - 0:00
Last Day of the Earth [EP]
Band: Lunocode
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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70

Il progetto Lunocode nasce dalle ceneri degli Anima, band nata nel settembre del 2004 da un gruppo di amici con in comune la passione per l’heavy metal. Nel 2006, sempre sotto il nome Anima, viene pubblicato il primo demo dal titolo Birth che procura al gruppo una discreta visibilità grazie all’ottima critica da parte delle maggiori webzines del settore.
Con l’arrivo del 2009 inizia la stesura dei brani che andranno a comporre il nuovo disco, un concept basato su argomenti di carattere filosofico, quali l’Universo e la condizione umana.
Questo mini-cd si intitola Last Day of the Earth ed esce all’inizio del 2011 sotto il nuovo monicher Lunocode modificato per l’occasione.
La band propone un classico power metal veloce e virtuoso, carico di melodia con inserti progressive a far capolino qui e là tra i vari pezzi. Decisamente ottima la tecnica del combo umbro che si destreggia con abilità tra le ritmiche incalzanti e quelle più melodiche.
Nei cinque brani che compongono questo EP si può ancora ascoltare la voce di Cecilia Manghi, ex cantante sostituita di recente dalla nuova vocalist Daphne Romano.

Dopo una breve introduzione, parte il primo brano Flow, My Tears, una composizione veloce e potente, con le chitarre di Paride Mazzoni e Giordano Boncompagni che si impongono sin dalle prime note nel sound proposto. Tecnica decisamente buona anche per tutti gli altri membri, la ritmica di basso e batteria risalta molto bene grazie anche ad una produzione di tutto rispetto che riesce a esaltare ogni singolo strumento. Buona la voce di Cecilia Manghi, forse un po’ troppo pretenziosa in alcuni passaggi, dove sembra che la giovane cantante voglia esagerare e portare la propria voce a tonalità al limite delle proprie potenzialità.
Il secondo brano, Universal Plan, continua lo stile del precedente: molta melodia e orecchiabilità, con ottimi scambi di assoli tra le chitarre che armonizzano bene i riff rendendoli piacevoli e non troppo scontati.
In Heart Of The World, canzone dove si alternano momenti incalzanti ad altri più lenti e melodici, finalmente vengono messe in evidenza le tastiere che fino ad ora erano rimaste leggermente in secondo piano rispetto a tutti gli altri strumenti: le parti melodiche sono quelle che rendono decisamente di più in questo lungo brano grazie all’apporto delle già citate tastiere che, in pompa magna, impreziosiscono questa composizione.
In chiusura di questo EP vengono poste due canzoni lente, ovvero Silent Thoughts, lunghissima ballad da 8.49 minuti (forse anche troppi) e la versione acustica del brano Invisible Tears: decisamente coinvolgente ed emozionante la prima, anche se molto dispersiva, specialmente nel finale che poteva essere tagliato almeno due o tre minuti prima, melodica e ben suonata, ma leggermente ripetitiva, la seconda.

Tirando le somme Last Day of the Earth è un buon inizio per i Lunocode, anche se in diversi punti risulta prolisso, lasciando l’amara sensazione che molti spazi siano stati riempiti solo per aumentare il minutaggio finale del tutto. La proposta musicale non è delle più originali e le lunghe canzoni dopo molti ascolti diventano leggermente noiose, ma la band ci sa fare e non ci rimane che aspettare il primo album vero e proprio con la nuova voce di Daphne per dare un giudizio più sostanzioso.

Stefano “Elrond” Vianello

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Tracklist:
1. Different Meanings
2. Flow, My Tears
3. Universal Plan
4. Heart Of The World
5. Silent Thoughts
6. Invisible Tears (Acoustic Version)

Line-up:
Paride Mazzoni (Chitarra)
Giordano Boncompagni (Chitarra)
Francesco Rossi (Basso)
Perseo Mazzoni (Batteria)
Daphne Romano (Voce attuale della band)
Cecilia Manghi (Voce su questo EP)

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