Recensione: Lex Metalis

Di Stefano Ricetti - 9 Novembre 2009 - 0:00
Lex Metalis
Band: Ultimatum
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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53

Gli statunitensi Ultimatum, provenienti dal New Mexico, vantano una militanza che va oltre i quindici anni di durata, suggellata da una manciata di album e all’incirca altrettanti demo. Lungi dal riscrivere le tavole dell’heavy/thrash i Nostri hanno interpretato al massimo delle Loro possibilità la lezione dei grandi del genere accompagnandola con tonnellate di passione. Lex Metalis, recente full length uscito per la Retroactive Records, è davvero illuminante, in questo senso, a partire dalla copertina stra-defender, molto ben riuscita, che non lascia dubbi all’immaginazione. Quello che invece suona strano è il fatto che un band non particolarmente conosciuta come quella fondata dal chitarrista Robert Gutierrez si permetta, oggi come oggi, in un mercato sempre più asfittico in termini di vendite al dettaglio, di scrivere un disco nuovo di zecca contenente ben tredici cover di altre band. Stupisce ulteriormente, poi, che in mezzo a colossi come Judas Priest, Saxon, Metallica, Megadeth, Motorhead, Iron Maiden, Metal Church – tanto per citarne alcuni in grado di suscitare interesse – trovino spazio, ad esempio, pezzi dei The Moshketeer piuttosto che dei Vengeance Rising. Gli Ultimatum, ad ogni buon conto, quasi per fugare qualsivoglia perplessità, argomentano le Loro scelte brano per brano tramite quattro paginette di spiegazioni all’interno del booklet dove trovano spazio aneddoti personali e notazioni storiche, che è sempre piacevole leggere.

Il problema di questo ultimo capitolo discografico del combo Usa risiede nella proposta musicale: Ton Of Bricks (Metal Church) viene letteralmente violentata con risultati pessimi, così come accade in occasione di Metal Health dei Quiet Riot. Buona l’interpretazione di Creeping Death (Metallica) e Iron Fist (Motorhead), appena sufficienti Denim And Leather(Saxon), Steeler (Judas Priest) e Wrathchild degli Iron Maiden – già presente su Into The Pit (2008). Nettamente deludente Motopsycho così come Powersurge, sulla carta il pezzo più “Ultimatumizzabile” del lotto, per via della – seppur non vicinissima – somiglianza della voce di Scott Waters proprio con Bobby “Blitz” Ellsworth degli Overkill. Nemmeno questo brano, posto in chiusura, riesce a sollevare le sorti dell’album, un lavoro inevitabilmente destinato a passare senza lasciare il segno, a meno che non lo si metta come colonna sonora di sottofondo durante gli ultimi quaranta minuti di una festa metallica, quando si è ormai obnubilati dai fumi dell’alcool e in prossimità dell’alba.

Lex Metalis: operazione simpatica, eticamente onorevole, dall’azzeccatissimo titolo, ma davvero nulla nulla nulla di più.


Stefano “Steven Rich” Ricetti


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Tracklist:
1. Ton Of Bricks (Metal Church cover)
2. Locked In Chains (The Moshketeers cover)
3. Sin After Sin (Twisted Sister cover)
4. Creeping Death (Metallica cover)
5. Denim And Leather (Saxon cover)
6. Gut Wrench (Mortification cover)
7. Motopsycho (Megadeth cover)
8. Metal Health (Quiet Riot cover)
9. Steeler (Judas Priest cover)
10. Iron Fist (Motorhead cover)
11. Can’t Get Out (Vengeance Rising cover)
12. Wrathchild (Iron Maiden cover)
13. Powersurge (Overkill cover)


Line-up:
Scott Waters – Vocals
Robert Gutierrez – Guitar
Rob Whitlock – Bass
Alan Tuma – Drums

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