Recensione: Lights And Shadows

Di Paolo Robba - 19 Giugno 2016 - 10:00
Lights And Shadows
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2016
Nazione:
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75

È davvero un piacere recensire un disco di sano rock strumentale, ideato, concepito e composto dal chitarrista “italo-spagnolo” Andre Tonelli. Dopo aver prodotto l’Ep Lords of Time (2004) e l’album Power World Fantastic (2008) il giovane chitarrista immette sul mercato discografico l’album Fill the Sky (2013) ottimamente recensito e considerato dalla critica internazionale. Esce nell’aprile del 2016 il suo nuovo lavoro discografico Lights and Shadows, registrato nel suo personale studio di registrazione e da lui stesso definito il suo miglior album prodotto e composto a livello sonoro, musicale ed esecutivo.
Andre Tonelli si definisce un vero e proprio stakanovista a livello compositivo partorendo quotidianamente idee, spunti o vere e proprie linee e fraseggi melodici che registra avvalendosi di qualunque mezzo a sua disposizione; da ogni momento vissuto nella sua quotidianità può scaturire una ritmica più o meno ispirata, un fraseggio melodico più o meno accattivante; una sequenza armonica più o meno vincente; tutte idee che vengono poi progressivamente sviluppate, arricchite, elaborate e che contribuiscono a costituire il “paniere musicale” da cui attingere e far nascere vere e proprie canzoni. Il bagaglio tecnico-musicale è ampio e completo e il gusto e il senso della melodia costituiscono la base e il cuore di ogni sua canzone. Lights and Shadows è un disco senza dubbio emozionale, dove la leggerezza e la fluidità esecutiva impregnata di fraseggi e sonorità fresche e passionali disegnano un percorso accessibile a tutti, anche all’ascoltatore meno avvezzo al genere puramente strumentale. Tanti, quindi, gli aspetti positivi di questo disco, costituito da 11 tracce e dalla lunghezza comunque notevole per essere un album strumentale.
Ma veniamo all’aspetto un po’ controverso di Lights and Shadows. Come detto il disco è sicuramente ben concepito, strutturato, registrato e ottimamente suonato e sono indiscutibili e indiscusse le abilità e capacità tecniche di Andre. Chiara e lampante, però, e sicuramente il guitar-hero italiano non credo né faccia mistero, è la fortissima influenza nello stile compositivo, esecutivo e sonoro del maestro Joe Satriani (richiamato anche nell’artowk che ricorda quello di Super Colossal); influenza molto forte che si percepisce e si respira nell’arco di tutto l’album, così come fu nei precedenti platter. Parliamo di semplice influenza o di forzato desiderio di emulare il proprio idolo chitarristico? La valutazione indubbiamente non è facile perché Lights and Shadows suona nel complesso davvero gradevole; lo stile però, come detto, non è proprio personale e l’ombra di Joe Satriani appare, scompare e riappare con esagerata frequenza. Affermare che la maggior parte dei pezzi dell’album potrebbe tranquillamente comparire in un lavoro discografico dell’Alieno potrebbe apparire alquanto lusinghiero da un lato, ma penalizzante dall’altro. Diverse, infatti, sono le somiglianze sonore e i richiami stilistici presenti.
Diciamolo pure, ad esempio, l’intro di “Waiting for you” (anche se il pezzo si sviluppa poi in maniera differente) ricalca praticamente quello di “Love Thing” splendida ballad presente nell’album Christal Planet di Satriani. E comunque, tendenzialmente, permane in tutto l’album la sensazione di sonorità davvero troppo vicine al grande Joe. Per spezzare una lancia a favore di Tonelli, va detto, però, che qualunque musicista viene influenzato nel suo percorso da musicisti già affermati. Non c’è nulla di male in tutto questo ed è assolutamente normale; nessuno alla fine nasce musicista e gli stessi grandi chitarristi contemporanei, virtuosi o meno che siano, esaltati dalla critica e portati a titolo di semi divinità dal popolo rock-metallaro, non nascondono che la motivazione personale per imbracciare la 6-corde ed approcciarsi alla musica è stata l’ascoltare cascate di note eseguite da precedenti chitarristi.

L’album, come ampiamente detto, è comunque musicalmente e tecnicamente molto apprezzabile, ma davvero occorrerebbe da parte di Tonelli un maggiore, preciso e intenso lavoro di personalizzazione dello stile per non divenire l’ennesimo chitarrista che suona “come” e non uno splendido chitarrista riconoscibile dal proprio tocco sullo strumento. Condizione che Andre assolutamente è in grado di raggiungere ed ottenere. Diversi sarebbero i pezzi di Lights and Shadows da menzionare, ma sicuramente la title-track (con il suo tema incalzante e le sue bellissime e ariose aperture melodiche), la già citata ballad “Waiting for you”, la splendida ed emozionante “In Dreams” (con i suoi passaggi evocativi e sognanti) e la trascinante rockeggiante (e in parte orientaleggiante) “Starflyer”, meritano di essere citate e ascoltate con grande interesse e attenzione, lasciandosi semplicemente trasportare dalla forza, passione e introspezione della musica suonata da Andre.
Lights and Shadows è un disco dai notevoli contenuti tecnici e melodici e non si può certo dire che ci siano tracce deboli o prive di pathos ed interesse. Manca, però, d’identità e, in generale, velatamente a volte, in maniera preponderante altre, lo spettro del già sentito aleggia nelle tracce dell’album ed è davvero un peccato, onestamente, perché di talento Andre Tonelli ne possiede davvero tanto. Non possiamo, quiandi, augurarci altro che una completa maturazione stilistica del nostro guitar-hero e un nuovo disco che ci faccia innamorare della sua musica.

 

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Genere:
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80