Recensione: Lita (reissue)

Di Mauro Gelsomini - 18 Maggio 2006 - 0:00
Lita (reissue)
Band: Lita Ford
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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83

Vi eravate dimenticati della Rock Candy Records? Ci pensiamo noi a rinfrescarvi la memoria!
L’etichetta di Dante Bonutto e Derek Oliver, che dallo scorso anno è impegnata nelle reissue di cult-album dell’hard rock e dell’heavy classico divenuti difficilmente reperibili, ci regala un’altra perla.

L’omonimo album di quella che indubbiamente ha rappresentato l’icona del metal al femminile, senza disdegnare il lato sexy della faccenda, usciva nel 1988 a distanza di quattro anni dall’ultimo LP, quel “Dancin’ On The Edge” che non riuscì a confermare quanto di buono era contenuto nel debut “Out For Blood”, dell’anno precedente.
Il rilancio avvenne ad opera di Mike Chapman, già produttore di Blondie e Knack, e grazie all’intervento di pezzi grossi come Sharon Osbourne (che girò al progetto Lita Ford il chitarrista Steve Fister, prelevato da un’audizione per il marito Ozzy), interessati da bravi manager all’immagine di sex symbol del metal che Lita si era costruita.
La Ford fu così affiancata da artisti del calibro di Myron Grombacher (batterista di Pat Benatar) e David Ezrin (già al lavoro con Alice Cooper e Hanoi Rocks). Il suo ex boyfriend Nikki Sixx (Motley Crue) scrisse con lei uno dei brani più riusciti dell’album, “Falling In And Out Of Love”, mentre Lemmy dei Motorhead appare nei credit della composizione di un altro classico, “Can’t Catch Me”. Infine, Ozzy Osbourne in persona duetta con Lita nella spettacolare “Close My Eyes Forever”.

Eppure l’ipotesi della costruzione a tavolino di questo album non intacca minimamente lo spessore artistico della Metal Queen per eccellenza, autrice di brani memorabili come “Kiss Me Deadly” o il singolone da top ten “Back To The Cave”, che raggiunsero il mainstream anche per il carattere addolcito del song-writing, ma sicuramente il merito più grande va all’istrionismo innato di questa artista. Se è vero che rispetto al debut di cinque anni prima si virò verso un hard rock più classico, abbandonando le ruvidità più metalliche, è anche vero che l’interpretazione del genere da parte della “femme fatale” non perse in alcun modo lo smalto della “metal lady”, capace ancora di graffiare, ma anche di ammaliare, come fa nella sua parte di “Close My Eyes Forever”, dove la sentirete addirittura ammansire un estasiato Ozzy, cui la veste del “piacione” calzò sempre a pennello…

Volendo dirla tutta, il lavoro di “costruzione” del personaggio e della musica da parte di Sharon Osbourne e Mike Chapman non portò ai risultati che la Ford avrebbe meritato: un disco d’oro e una nomination ai Grammy Awards, vista la preparazione, il prodotto finito, ma soprattutto la materia prima, mi sembrano relativamente scarni. Fortunatamente chi apprezza la musica, restando in termini gastronomici, con il “contorno” si pulisce solo la bocca…

Tracklist:

  1. Back To The Cave
  2. Can’t Catch Me
  3. Blueberry
  4. Kiss Me Deadly
  5. Falling In And Out Of Love
  6. Fatal Passion
  7. Under The Gun
  8. Broken Dreams
  9. Close My Eyes Forever
  10. Close My Eyes Forever (Bonus Remix)

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