Recensione: Live at Roadburn

Di Matteo Pedretti - 8 Aprile 2023 - 19:27
Live at Roadburn
Band: Messa
Etichetta: Svart Records
Genere: Doom 
Anno: 2023
Nazione:
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75

Poco più di un anno fa pubblicavo su queste stesse pagine la recensione di “Close”, il terzo album dei Messa. Un lavoro prezioso e ambizioso, non solo in grado di confermare quanto di meglio fatto dalla band nei due LP precedenti, ma capace di arricchire di nuove soluzioni espressive la proposta dei padovani, grazie all’introduzione di venature Folk mediterranee e orientaleggianti.

La consacrazione dei Messa a realtà di culto della scena Doom è coronata dall’approdo, proprio in occasione della pubblicazione di “Close”, nel roster dell’etichetta finlandese Svart Records e dall’esibizione (in realtà due, considerato che c’è stato anche un secret show) all’edizione 2022 del celebre Roadburn Festival di Tilburg, evento per eccellenza dell’heavy underground internazionale. Il “Live at Roadburn” qui recensito immortala il concerto dei Messa tenutosi in terra olandese il 21 aprile 2022.

Il set, a cui ho avuto il privilegio di assistere, si è tenuto nel tardo pomeriggio del primo giorno di festival su un Main Stagevenue principale dello 013 Poppodium dalla capacità di 4.000 persone circa – gremito di pubblico. Per l’occasione i Messa hanno portato sul palco uno spettacolo di rare intensità ed emotività, in cui hanno eseguito in ordine sparso otto dei dieci brani di “Close”, tralasciando – a causa dei limiti temporali dello slot assegnatogli – solo la breve strumentale “Leffotrack” e la closer “Serving Him”.

Per riproporre fedelmente (ma se possibile con un ancora più coinvolgimento) gli elaborati pezzi di “Close”, Sara (voce), Alberto (chitarra), Mark Sade (basso) e Mystyr (batteria) si sono avvalsi del contributo di una formazione estesa, con la presenza di Giorgio Trombino (oud, duduk e sax), Alex Fernet (mandolino e chitarra acustica) e Blak Saagan (sintetizzatori).

“Live at Roadburn”, uscito il 7 aprile 2023 via Svart Records, restituisce ampiamente le sensazioni create dalla miscela di crusching Doom, sonorità mediterranee e orientali e atmosfere ritualistiche messa in campo dai Nostri di fronte a un’audience stregata e in religioso silenzio (il rispetto del pubblico del Roadburn nei confronti degli artisti, del resto, è cosa nota).

Il live album, una selezione di quattro pezzi della ben più ampia setlist della serata, comprende il personalissimo Doom di “Suspended”, la opener di “Close”, in cui primeggiano le linee vocali di Sara e la chitarra di Alberto, che passa come nulla fosse da riff devastanti a fraseggi Jazz. Si prosegue con l’orientaleggiante “Orphalese” e con l’Occult Rock intriso di Jazz avanguardistico di “0=2”, per tornare a un Doom etnico con il brano di chiusura “Pilgrim”.

Il maggior pregio di questo “Live at Roadburn” è quello di rappresentare la testimonianza e, per chi come me era presente al festival, il ricordo di uno show davvero unico, in cui i Messa hanno dimostrato di aver raggiunto un altissimo livello di maturità artistica. Analizzato come prodotto discografico in sé, l’album ha sicuramente dalla sua l’ottima qualità della registrazione, ma per contro soffre di una certa incompletezza, dal momento che cattura solo poco più di metà esibizione. Non so a cosa sia dovuta questa scelta, ma non ho dubbi che una riproduzione  integrale sarebbe stata più d’impatto e avrebbe reso maggiore giustizia a quel fantastico concerto.

 

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