Recensione: Live in Overhausen

Di Andrea Bacigalupo - 22 Maggio 2018 - 8:30
Live in Overhausen
Band: Overkill
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2018
Nazione:
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85

E’ il 15 ottobre 1985, dopo cinque anni di gavetta, un demo ed un EP, esplodono sul mercato discografico gli statunitensi Overkill, lanciando un album che diventerà leggendario e che li metterà subito alla pari con i grandi del Thrash di allora: ‘Feel the Fire’, una vera cascata di lava incandescente che fa esplodere lapilli ancora oggi, a trent’ anni di distanza.

Da allora il combo ne ha percorsa parecchia di strada, anche se nella realtà a farla per intero sono stati solo il fondatore D.D. Verni (che è stato sostituito temporaneamente durante un tour del 2000 perché diventato papà) ed il vocalist Bobby ‘Blitz’ Ellsworth. Intorno a loro hanno ruotato almeno una quindicina di musicisti, tra cui non possiamo non citare Dan Spitz, che poi passò agli Anthrax, e Bobby Gustafson, talentuoso chitarrista che partecipò ai primi album, quando il gruppo era ancora un quartetto.

Feel the Fire’ fu un album unico, che fece veramente scaturire il fuoco in chi l’ascoltava, talmente alta era la carica adrenalinica che usciva dai suoi solchi. Di colpo gli Overkill erano come i Metallica, gli Exodus, i Testament e tutti i grandi dell’epoca, sfoderando uno stile unico dato dalla voce particolarmente arrabbiata e singolare di Bobby e dal sound altamente elettrico e furioso dei musicisti, formula sonora che può chiamarsi esclusivamente puro e genuino Thrash Metal.

Da lì il combo continuò la sua storia, iniziando una fervente attività live e pubblicando, nel marzo del 1987, il secondo album ‘Taking Over’, altro successo, e poi i restanti sedici. Certo, qualche scivolone e qualche esperimento non proprio azzeccato c’è stato, soprattutto nel periodo buio del Thrash, i maledetti anni ’90, ma non così grande da impedire loro di rialzarsi; sicuramente, sono stati di più gli album che hanno centrato il bersaglio che non il contrario, tra i quali ‘Horrorscope’, dato alle stampe il 3 settembre 1991 e di qualità tale da far compiere un ulteriore salto di qualità alla band, che vide aumentare ancora la sua popolarità grazie ad un sound carico di riff generati da due chitarre (Bobby Gustafson era da poco uscito dalla band lasciando il posto a Rob Cannavino e Merritt Gant) e di una pesantezza non comune, dando il giusto significato al nome principe del genere: Heavy.

Combinazione vuole che quest’anno ‘Feel the Fire’ compia 30 anni ed ‘Horrorscope’ 25. Cosa fanno gli Overkill per celebrare questi importanti anniversari: registrano, il 16/04/2016 alla Turbinenhalle 2 di Oberhausen in Germania, un CD/DVD, dal nome ‘Live in Overhausen’ dove tali album vengono suonati per intero, senza saltare alcun pezzo e secondo la scaletta degli originali, e lo pubblicano il 18/05/2018 via Nuclear Blast Records.

E’ un lavoro dalla carica adrenalinica esaltante. Il combo ha la stessa energia dell’epoca delle incisioni e la sfoga sul pubblico dando il massimo. Quella che ci si trova davanti è una band da palcoscenico, che nello studio di registrazione ci sta stretta ed i pezzi che incide sono fatti apposta per essere ascoltati direttamente, scuotendo la testa e con un bicchiere di birra in mano (se si riesce a tenerlo), attuali oggi come allora.

D’altronde che lo stile degli Overkill è vincente ne sono prove certe gli ultimi lavori in studio quali ‘Ironbound’, ‘The Electric Age’ e soprattutto l’ultimo ‘The Grinding Wheel’, 

Altro lato positivo, anche se cosa non nuova visto che altri gruppi hanno già suonato per intero alcuni loro album, quali, ad esempio, i Judas Priest con ‘British Steel’ ed, ultimamente, gli Anthrax con ‘Among the Living’, c’è la possibilità di ascoltare pezzi mai suonati live o, perlomeno, suonati poco.

Chiude l’opera l’immortale ‘Fuck You’, che non fa parte di nessuno dei due album ma era un EP targato 1987. Anche se è fuori luogo non poteva mancare. E’ come se gli Iron Maiden provassero a non suonare ‘The Number of The Beast’ o gli AnthraxAntisocial’: sarebbe una rivoluzione.     

Non serve soffermarci sui singoli pezzi, che sono un’esplosione dopo l’altra; invitiamo all’ascolto e a sentire il fuoco che ancora oggi sprigionano. E’ Thrash Metal vecchia scuola, ‘solo quello’, ma non possiamo farne a meno. Aspettiamo il nuovo album degli Overkill, previsto per il 2019, sperando che facciano tappa in Italia.

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