Recensione: Live (@Sorres in Rock)

Nella storia dell’Acciaio, ma il concetto può essere tranquillamente esteso anche alla musica tutta, esistono tre tipi di live album. Il primo, in verità in questi ultimi lustri passato un po’ in disuso, è quello che incarna la tipica vendetta da parte di un’etichetta nei confronti di una band che se n’è andata o è stata scaricata. Ossia riversare su di un supporto vendibile un concerto del quale si detengono i diritti sfruttando la nomea del gruppo per raggranellare qualche soldino, indipendentemente dalla qualità sonora o video ricompresa, l’importante è piazzarci sopra una bella copertina dal taglio accattivante, che si noti e induca all’acquisto.
Il secondo è invece il tipico esempio di tappabuchi nel momento in cui una band vive una fase di stanca o di rigidità creativa, che le impedisce di pubblicare un album decente. Ecco quindi apparire un bel live – si fa per dire… – in grado di mantenere puntati i riflettori su di essa, guadagnare tempo e nello stesso momento piazzare qualche estratto e qualche intervista qua e là. Oggi le cose sono un po’ cambiate, invero, ma i concetti fondamentalmente permangono immutati, alla radice. Poi c’è la terza tipologia, la più nobile e mai passata di moda: far uscire un live album a suggello di un momento storico o di una carriera. Una tappa agognata, da sempre sognata, un momento emozionale immortalato, non di certo una furbata a livello di marketing.
Live (@Sorres in Rock) rientra appieno in quest’ultima casistica. I sardi Rod Sacred, da sempre saldamente nelle mani del bassista Franco Onnis, hanno catturato sia su Cd che su Dvd il loro concerto dell’anno scorso, tenutosi presso il Sorres in Rock di Villasor, in provincia di Cagliari, il 24 agosto. Il gruppo giocava “in casa” e azzardo che se la sia un po’ creata, l’occasione, ovviamente con la ferma intenzione di non farsela sfuggire. Fa particolarmente piacere constatare che nel caso specifico, l’adagio tipicamente italiano “Nemo propheta in patria” non abbia avuto alcun effetto, anzi sia stato del tutto detronizzato dal pubblico presente sia in termini numerici che di calore emanato nei confronti della band.
Del resto i Rod Sacred esistono sin dal 1982 e, al netto di qualche pausa lungo la loro traiettoria artistica, rappresentano l’essenza del Metallo Italiano espresso dalla terra sarda.
Live (@Sorres in Rock) vede la luce per la Metal Zone Italia in 300 copie jewel case e si compone di un Cd abbinato al corrispondente Dvd, il primo della storia della granitica label tricolore, un libretto di dodici pagine pieno di foto legate al concerto e alla giornata di preparazione, alcune note redatte da Onnis e cinque cartoline in bianco e nero a immortalare ognuno dei quattro Rod Sacred più uno scatto d’insieme a fine concerto.
La scaletta, come prevedibile, inanella un po’ tutti i classici composti dalla formazione di stanza a Villasor, quindi “Rod Sacred”, “Freeman”, addirittura riproposta come bis, “Don’t Fear the Rain”, “Submission” a rappresentare quella miscela di heavy metal di stampo classico e tradizionale che ha accompagnato pressoché sempre i Rod Sacred nella loro lunga carriera.
Band in palla, come prevedibile, che ha ben saputo giocarsi la chance di suonare di fronte al proprio pubblico e non l’ha sprecata, come si può evincere dalla loro prova immortalata su Dvd, con la premiata ditta impegnata al meglio delle proprie possibilità: Franco Onnis al basso, Tonio Deriu alla voce, Jimmy Carboni alla chitarra e Ricky Sedda alla batteria.
Da oggi il Metallo Italiano può fregiarsi di un live album di qualità in più.
Stefano “Steven Rich” Ricetti