Recensione: Lunar Prelude [EP]

Di Luca Montini - 24 Febbraio 2016 - 0:30
Lunar Prelude [EP]
Band: Delain
Etichetta:
Genere: Gothic 
Anno: 2016
Nazione:
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65

A due anni dal full length “The Human Contradiction” (2014) tornano i Delain con un corposo EP dal titolo “Lunar Prelude”. Una mossa decisamente curiosa, condotta dagli olandesi assieme all’etichetta Napalm Records, considerato che il sodalizio tra la band e la label era già stato sancito da una semplice raccolta dal titolo “Interlude” (2013). L’impressione, tra interludi e preludi, è che il gruppo non voglia strafare pubblicando un disco all’anno, cercando tuttavia di produrre del materiale da promuovere durante l’intensa attività live che abitualmente conduce. Stiamo infatti parlando di una band molto attiva sui palchi di tutto il mondo, che ha visto recentemente l’avvicendamento alla batteria di Ruben Israël al posto di Sander Zoer, e l’ingresso in lineup della bella chitarrista Merel Bechtold, classe 1992. Perché la figaggine di Charlotte Wessels, assoluta protagonista dei social network, probabilmente non era abbastanza. Si segnala, per dovere di cronaca, che la stessa Wessels è uscita qualche mese fa con il notevole debut del progetto Phantasma, con Georg Neuhauser (Serenity).

Tornando al nostro EP, ci troviamo dinanzi ad un lavoro poco corposo ed apparentemente molto breve, nonostante i 36 minuti e gli otto brani proposti. Tutto il disco ruota infatti attorno alla singolo “Suckerpunch”, pezzo molto maturo per una band ormai votata ad un metal radiofonico e di facile accesso (come del resto i cugini Within Temptation), supportato comunque dal lavoro raffinato alle tastiere del fondatore e mastermind Martijn Westerholt. La melodia ed il tiro del pezzo sono indubbiamente vincenti, come le orchestrazioni e la linea vocale a dir poco ipnotica. Il solo è ridotto ai minimi termini (a Timo Somers sembra non importare), ma c’è tutto il necessario per una potenziale hit. Il tutto ben impacchettato e valorizzato da un bel video, che non guasta mai: meno pacchiano di quello di “Stardust” e forse anche da questo punto di vista più maturo.
Discreto l’altro inedito “Turn the Lights Out”, ispirato dal fumetto della DC “Sandman” scritto da Neil Gaiman. Sembra convincente la voce di Charlotte, stavolta in versione musa della melodia. Peccato che in entrambi gli inediti le chitarre ritmiche siano un po’ sottotono al mixer, sovrastate dai funambolismi tastieristici e dagli arrangiamenti orchestrali di Martijn. Fatto che potrebbe anche trovare una giustificazione, una volta compreso ed inquadrato il genere di riferimento.
Per il resto, “Lunar Prelude” offre diverse riproposizioni di brani già sentiti nell’ultimo disco. Per cominciare, una nuova versione di “Don’t Let Go”, stavolta con le chitarre più presenti e con suoni generalmente più nitidi ed affilati.
A conferma di quanto già detto sul grande impegno profuso dagli olandesi sul palco, il lavoro procede con quattro estratti da live condotti nel 2015: l’onirica “Lullaby”, la turbo-pop “Stardust”, l’oscura “Here come the Voltures” e la romantica “Army of Dolls”. Buona ma non trascendentale la qualità del registrato, ottimo il missaggio che valorizza tutti gli strumenti senza dimenticare il pubblico.
Ciliegina sulla torta, una simpatica quanto inutile riproposizione in chiave orchestrale del brano di apertura: “Suckerpunch Orchestra” sembra essere infatti più un tributo di Martijn al suo grande idolo Holopainen (Nightwish) che un pezzo vero e proprio. 

Devo ammettere che mi sono riscoperto in tempi recenti fan della band olandese, e che pertanto ho molto apprezzato il singolo e concesso più ascolti del dovuto a questo “Lunar Prelude”. Indossate le vesti di recensore, invece, mi sembra palese come la valutazione non possa che dipendere in maniera cruciale dalla precomprensione ermeneutica del potenziale ascoltatore. Il disco è infatti consigliato solo ai fan degli olandesi ed ai curiosi che vogliono approfondire, magari dopo aver apprezzato il video; tutti gli altri possono tranquillamente attendere il prossimo album, che da questo preludio lunare e dalla maturità che i ragazzi stanno dimostrando sul palco ci fa decisamente ben sperare.
 

Luca “Montsteen” Montini


 

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