Recensione: Made In Europe

Di Nicola Cacciapaglia - 26 Marzo 2009 - 0:00
Made In Europe
Band: Deep Purple
Etichetta:
Genere:
Anno: 1976
Nazione:
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85

È il 1972, i Deep Purple registrano e pubblicano ”Made in Japan”, un live di proporzioni mastodontiche che li proietta definitivamente nell’olimpo degli dei del rock. Una gemma, una pietra miliare.

Alla fine del ’73 la fisionomia del gruppo subisce però profondi cambiamenti.
Il nucleo originale si sfalda, Glover e Gillan, infatti, abbandonano il progetto per intraprendere le rispettive carriere soliste ed al loro posto esordiscono Hughes e Coverdale. Il primo è un bassista con alle spalle già una buona dose di esperienza, il secondo un cantante dalla voce potente che strega il leader Blackmore: spetterà a lui l’arduo compito di colmare il vuoto lasciato (nei cuori dei fan soprattutto) da Ian Gillan.

Le premesse per un futuro roseo ci sono, la nuova alchimia sembra funzionare e seguono due buone produzioni come “Burn” e “Stormbringer”. La band continua ad esibirsi, registrando le proprie prestazioni in giro per l’Europa (Austria, Germania e Francia soprattutto) e nel ’76 prende forma “Made in Europe”, un live album ambizioso, realizzato con lo scopo di ripercorrere i fasti del suo illustre predecessore.

Poche le tracce, solo cinque, per una durata complessiva di 45 minuti: Burn – Mistreated – Lady Double Dealer – You Fool No One – Stormbringer.

Lo show inizia con una pregevole ouverture di Blackmore e la voce di Coverdale che urla: “rock and roll!”
Pochi istanti e prende vita una versione veloce e rabbiosa di “Burn”: è delirio, la platea si infiamma ed anche noi da casa, seduti comodi sul nostro divano, riusciamo a percepirne la folgorante energia.
L’attenzione ora è tutta per Ritchie che, “armato” di fender, da sfoggio al suo repertorio blues.
In un attimo l’ascoltatore è catapultato nella calda “Mistreated”, undici minuti di pura estasi in cui la voce di Coverdale raggiunge picchi altissimi in potenza ed estensione.
La nostalgia di Gillan di colpo sembra svanire…
L’atmosfera torna a farsi torrida con “Lady Double Dealer”, traccia sicuramente di buona fattura ma non di certo tra le migliori composizioni della band.
Segue “You Fool No One”, tratta dall’album “Burn”. L’organo del maestro Lord, il duetto Hughes-Paice ed infine l’assolo demoniaco di Blackmore, strappano una meritatissima ovazione.
Il live giunge alla sua conclusione con un’ultima sferzata di rock. È la volta di “Stormbringer”, a mio avviso, di gran lunga la miglior versione mai registrata dalla band. Un sound potente, graffiante, nonché anticipazione delle sonorità caratteristiche di quella che, di li a breve, sarà la nuova creatura musicale di Blackmore: i Rainbow.

Concludendo, un live nel complesso ottimo, non di certo paragonabile per rilevanza storica al più celebre ed osannato “Made in Japan”, ma comunque meritevole di grande considerazione.
I Purple in quegli anni, non sbagliavano un colpo. In “Made In Europe”, infatti, tutto suona alla perfezione, chiaro, pulito (a patto di acquistare la versione rimasterizzata) e gli strumenti fondono le loro melodie in maniera ineccepibile, rendendo ogni traccia come la migliore esecuzione di se stessa. Onore e merito dunque ai cinque che hanno reso questo album una grande festa rock: il senso delle loro esibizioni è in fondo anche questo.

Un ultimo appunto circa la critica che ha spesso lamentato uno scarso numero di tracce.
Impossibile non essere concordi almeno in parte, è tuttavia da sottolineare come questo live album sia perfettamente coerente con lo scopo per il quale è stato concepito.
L’eccellente testimonianza dal vivo di una line up straordinaria, destinata a sciogliersi di lì a poco e trampolino di lancio per due personalità divenute poi d’enorme rilevanza nel panorama rock mondiale come David Coverdale, (in seguito fondatore, aiutato da Paice e Lord, dei grandi Whitesnake) e Glenn Hughes.

Ai detrattori di questo disco dunque, ecco uno spunto di riflessione: siete così sicuri che i Deep Purple volessero, con un titolo in parte simile, richiamare proprio al loro capolavoro passato?
Personalmente non ci giurerei…

Nicola “The Wizard” Cacciapaglia

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Tracklist:

01. Burn
02. Mistreated
03. Lady Double Dealer
04. You Fool No One
05. Stormbringer

Line Up:

David Coverdale – Voce
Glenn Hughes – Basso / Voce
Ritchie Blackmore – Chitarra
Jon Lord – Tastiere
Ian Paice – Batteria

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