Recensione: Made In Naples

Di Damiano Fiamin - 24 Maggio 2011 - 0:00
Made In Naples
Band: Nanowar
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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78

Dalla pubblicazione del loro primo demo Triumph Of True Metal Of Steel, i Nanowar hanno sempre fatto discutere, dividendo nettamente chi, a seconda dei casi, non ha saputo perdonare le irriverenti parodie dei mostri sacri dell’Heavy Metal o li ha adorati proprio per la loro capacità di saper prendere in giro tutto e tutti, in primo luogo sé stessi.

Uscito dopo Other Bands Play, Nanowar Gay!, questo doppio cd è una vera e propria perla per coloro che hanno seguito il gruppo romano per anni, un gioiello per collezionisti stampato in soli 173 esemplari (ma comunque scaricabile gratuitamente dal loro sito). Come sempre, i Nanowar puntano a sorprendere ed a dissacrare qualunque consuetudine legata al mondo dell’heavy metal: barlumi di demenziale follia colpiscono il futuro ascoltatore prima ancora di accendere lo stereo: già al momento di prendere in mano la confezione, si intuisce che qualcosa di strano bolle in pentola: i due CD sono racchiusi all’interno di una custodia per film, con un accattivante bollino che sottolinea come essi siano venduti al prezzo di mezzo DVD! Sembra di avere in mano un prodotto tarocco come quelli che vengono rivenduti nelle bancarelle del capoluogo partenopeo che da il nome all’album; anche il modo in cui il nome del gruppo viene sommariamente corretto in Nanowar “of Steel”, lascia trasparire una trasandatezza da vero falso d’autore.

Il primo disco contiene la registrazione completa del live registrato a Pratteln nel 2006, in occasione del Z7 Metal Dayz Festival, dove i nostri hanno condiviso il palco con artisti come In Extremo, Nevermore, Blaze, Rage e Dark Funeral. La qualità dell’audio è buona ed i nostri si impegnano a fondo per soddisfare il pubblico svizzero; si capisce che i Nanowar vogliono divertire e divertirsi.
Ad eccezione di Odino & Valhalla, tutti i brani sono presi dai primi demo e dal precedente album e dovrebbero essere ben conosciuti dai fan. Ciò che colpisce realmente è la carica che il quintetto riesce a trasmettere dal vivo e la qualità della loro esecuzione. Dementi si, ma con cura! Secondo uno stile consolidato nel tempo, i Nanowar inseriscono all’interno dei propri brani frammenti provenienti da altre canzoni, citazioni musicali che si fondono perfettamente e fluiscono nelle orecchie con tanta facilità da lasciare un legittimo dubbio su quale sia l’originale e quale la copia. L’ecletticità degli alfieri del Vero Metallo è estrema, le citazioni non provengono solo da mostri sacri come Iron Maiden, Judas Priest e Metallica ma valicano i confini dell’Heavy Metal, incamerando Pink Floyd, Queen, Ennio Morricone e folklore napoletano, abbattendo i muri di separazione che spesso vengono eretti tra i diversi generi musicali. Indipendentemente dal giudizio personale che si può avere su questo gruppo, non si può che riconoscergli una grande inventiva. Questi ragazzi sanno come catturare il pubblico, sia visivamente che tramite demenziali giochi di parole e scenette comiche; basti pensare alla dissacrante introduzione che accosta l’epica prosa dei Manowar alla rivisitazione della sigla del cartone animato He-Man: come non apprezzare il parallelismo tra il biondo eroe di Eternia ed i quattro Kings of Metal degli albori? Il primo CD non aggiunge nulla di nuovo alle gesta dei nostri ma lascia senza dubbio una grande voglia di assistere ad un loro spettacolo dal vivo!

La seconda parte è un’antologia, una raccolta di pezzi di vario genere, brani inediti, reinterpretazioni e tracce extra; come preannuncia il titolo, è il resto, un’accozzaglia omaggio agli ascoltatori, brani incollocabili o incollocati, pazzie assortite o esperimenti di alchimia musicale:
Il CD si apre con la Dragon Of The Powerflame Saga, tratta dal romanzo autobiografico “The Lard Of The Rings” di Timo Tolkien. La suite è un concentrato di umorismo surreale e demenziale, non è possibile ascoltare questa parodia del power metal più abusato senza essere colti da un’ilarità irrefrenabile. La narrazione che funge da contorno ha degli ottimi sprazzi umoristici ma sono le due canzoni a dare una patina di perfezione al tutto: T.K.D.Y.N.S, maestosa rivisitazione di Ci vuole un fiore di Sergio Endrigo, è semplicemente follia assoluta, l’idea stessa che sottende la sua creazione è così immotivata da essere, per forza di cose, geniale. Degna compagna di cotanta epica, Fight the Dragon (For the Village), è un incalzante brano di stampo turilliano dove i cliché dei Rhapsody vengono evocati e sacrificati sull’altare dell’irriverenza più scanzonata. Se è vero che basta poco per passare dall’imitazione alla parodia, in questo caso i Nanowar riescono a compiere anche il percorso a ritroso, la canzone potrebbe essere, infatti, essere inserita in uno degli album dei paladini dell’Hollywood metal nostrano senza che nessuno possa trovare da ridire. Dalla sesta alla nona traccia, abbiamo dei riempitivi: Radio Gay e Gaytorade sono semplicemente dei brevi siparietti comici in cui il gruppo infrange le barriere del politicamente corretto con un bersaglio facilmente intuibile dai titoli. Christmas with Nanowar è la ri-registrazione di un singolo rilasciato nel 2005 come canzone natalizia; l’immagine di un Babbo Natale che porta il true metal e punisce i poser, probabilmente a cavallo di una motocicletta (o di un triciclo!) è senz’altro edificante, un vero e proprio messaggio di speranza per un mondo afflitto da piaghe come il nu-metal. Da sottolineare la partecipazione, come batterista, di Daniele Carbonera, già membro dei Rhapsody. Un caso? Un complotto? Il quadro che si va delineando è chiaro…La registrazione dal vivo di Stormlord of Power è un’anticipazione di un brano che comparirà in Into Gay Pride Ride; pezzo thrash trascinante, nonostante il testo insignificante, a mio avviso migliore in questa sua versione grezza che in quella che verrà successivamente realizzata in studio. Le canzoni successive sono tutte auto-rivisitazioni: mentre Countrycicles Of Steel è in  grado di evocare, col suo ritmo country, assolati e polverosi raduni di sconquassati metallari, gonfi di birra e bistecche giganti, Poser no cry osa l’inimmaginabile, trasponendo la ballad Poser, dal demo Triumph Of True Metal Of Steel, in chiave reggae, accompagnando l’ascoltatore in un utopico mondo in cui l’ideale di “no poser, be happy”, è stato finalmente realizzato. Chiudono il cd, in maniera molto pacata, True Metal Of The World e Power Of The Power, forse gli episodi meno riusciti di tutto l’album.

Made in Naples è un disco consigliato a tutti gli appassionati dei Nanowar e del vero trùmetal; non lo consiglierei ai neofiti del gruppo, che farebbero meglio ad iniziare da uno dei due full-length poiché, sebbene estremamente vario nella sua composizione, l’album non arricchisce la discografia del gruppo romano di elementi fondamentali (con l’ovvia eccezione dell’eccellente Dragon Of The Powerflame Saga). E’ comunque un ottimo prodotto, multiforme e soddisfacente; oltre ad un’esibizione dal vivo di buon livello, abbiamo una nutrita serie di esperimenti musicali, non sono sempre riusciti, ma che mettono in mostra come i Nanowar non siano ancora intenzionati ad adagiarsi sugli allori di una gloria che, nel loro piccolo, hanno ormai raggiunto ma restino in grado di mettersi in discussione ogni volta.

Damiano “kewlar” Fiamin

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Tracklist:

CD1 – Live In Pratteln
 

  1. Grandfather, Tell Me A Story
  2. He Man-Tricycles Of Steel
  3. King
  4. Power Of The Power Of The Power Of The Power (Of The Great Sword)
  5. The Number Of The Bitch
  6. Metal-la-la-la
  7. Odino & Valhalla
  8. A Noble Pourpose
  9. Metal
  10. Introducing The Band
  11. Master Of Pizza

CD2 – The Rest Of
 

  1. Tragic Beginning
  2. T.K.D.Y.N.S. (To Kill the Dragon You Need a Sword) (Sergio Endrigo Remake-Cover)
  3. Boring Midding
  4. Fight the Dragon (For the Village)
  5. Happy Ending
  6. Radio Gay
  7. Christmas with Nanowar – Single
  8. Stormlord Of Power – Live
  9. Gaytorade
  10. Countrycicles Of Steel
  11. Poser No Cry
  12. True Metal Of The World
  13. Power Of The Power

Line-Up:

Uinona Raider – Drums
Mohammed Abdul – Guitars, Choirs
Potowotominimak – Vocals, Orals
Gatto Panceri 666 – Bass, Choirs
Mister Baffo – Vocals, Stage Dance

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