Recensione: Madrid Las Ventas

Di Paolo Beretta - 8 Novembre 2005 - 0:00
Madrid Las Ventas

Folk-Metal. Solitamente si tendono racchiudere le sonorità fuori dagli schemi dei Mago De Oz con queste due parole. Forse è meglio approfondire il discorso cercando di essere più chiari. Ascoltare un loro cd  è un’esperienza indimenticabile per chi ama le melodie e l’originalità in generale. Con la presenza fissa di violino e flauto gli iberici creano un’atmosfera gioiosa e allegra caratterizzata da ritmi incalzanti e sonorità che riprendono la musica celtica. Il tutto è unito con solos e riff di stampo maideniano e un’ugola, potente e pulita, che canta in spagnolo: ecco a Voi i Mago de Oz. La loro scommessa musicale, iniziata 16 anni or sono, è stata clamorosamente vinta. L’entusiasmo delle 15.000 persone festanti che ben si sentono in questo fiammante prodotto live, (registrato nel complesso madrileno “Las Ventas”, celebre per essere teatro delle corrida), ne è la palese dimostrazione.

Il doppio disco gode di una tracklist importante e convincente con 6 pezzi dall’ultimo Gaia; le restanti sono tratte dagli ottimi La Leyenda De La Mancha e Finisterra. Le canzoni coinvolgono il pubblico che canta refrain, spesso simili ad inni, come nelle super Hit La Costa Del Silenzio e El Que Quiera Entender Entienda. Il momento più  esaltante a livello di partecipazione è tuttavia rappresentato da Molinos De Viento che vede la platea sovrastare Josè per buona parte del brano: una sensazione da brividi! Ma tutte le song sono meritevoli. Dalla suite piena di colpi di scena Gaia, alle più Heavy oriented El Pacto e Astaroth, passando per il mid tempo El Arbol De La Noche Triste. Incantevoli inoltre risultano essere i pezzi acustici Noche Toledana e La Leyenda De La Llorona, d’impatto l’opener Van A Rodar Las Cabezas la quale ha il difficile compito di riscaldare a dovere la platea. Atmosfere gioiose e allegre caratterizzano invece Fiesta Pagana e Danza Del Fuego, mentre nell’esecuzione della delicata ballata acustica La Rosa De Los Vientos (dove il batterista Txus accompagna il singer Josè) dolci melodie ci accarezzano le orecchie. Mi scuso con gli amanti del Track by Track. Non ho voluto descrivere in profondità i brani sopra citati dal momento che non sono stati stravolti nella versione live rispetto a quella studio. Preferisco, pertanto, spendere qualche parola per la canzone che mi ha stupito maggiormente: El Peso Del Alma. Dopo un breve intermezzo, il quale accenna fugacemente anche Tre Tristes Tigres, siamo al cospetto di una splendida e lunga rivisitazione di Glory To The Brave degli Hammerfall. Quello che nel 1997 era stato scritto come un omaggio funebre, una marcia metallica cadenzata dal grande pathos, si trasforma in un duetto con un testo spagnolo diverso rispetto alla traduzione della lyric originale. Secondo me è proprio questa la forza dei Mago de Oz. Rompere gli schemi per dimostrare che la musica non è un qualcosa di fisso ed immobile; esistono diverse sfaccettature e, così facendo, un pezzo con le stesse note si può tramutare, da marcia che era, in una passionale ballad. Allo stesso modo un violino ed un flauto possono coesistere assieme ad un paio di chitarre elettriche con risultati incredibilmente positivi.

In conclusione i Mago De Oz hanno dato alla luce un Live Album assolutamente memorabile. Josè, anche se autore di qualche sbavatura, nel complesso ben si è comportato riuscendo inoltre a coinvolgere al massimo il pubblico (più volte lo incita con forti urla e chiamandolo Cabrones!!!!) che è il vero proprio elemento aggiunto del disco. E’ un piacere raro sentire una partecipazione così forte per tutta la durata di uno show. Estremamente positiva la prova degli altri 7 elementi della formazione e degli ospiti che si alternano sul palco. La produzione è potente e le canzoni acquistano una forte carica alla quale è difficile resistere. Bisogna infine dire che non si sentono particolari ritocchi i quali avrebbero potuto intaccare l’atmosfera magica di una testimonianza dal vivo che ha consacrato i Mago De Oz in patria. E ora passiamo alla domanda che sicuramente molti di Voi vorrebbero porre al sottoscritto. C’era davvero la necessità di pubblicare un doppio cd live a distanza di soli 3 anni da Folkergeist e con un solo studio album in più all’attivo (Gaia)? Mi voglio tenere ben al di fuori di questi discorsi. Il compito di un recensore è quello di cercare di giudicare con obiettività un lavoro. In quest’ottica io posso solo dire che i 90 minuti abbondanti di Madrid Las Ventas sono di gran livello: altamente spendibili non solo per l’esecuzione e la bontà della tracklist ma, soprattutto, per la splendida cornice di pubblico caliente. Chiudo affermando che la scaletta di Madrid Las Ventas rispetto a quella del sopra citato Folkergeist è abbastanza differente (10 brani sui 16 totali non sono presenti nel live precedente).

Tracklist:

Disc 1:

1. Obertura MDXX
2. Van A Rodar Cabezas
3. Ancha As Castilla
4. Fiesta Pagana
5. El Que Quieta Enteder Entienda
6. El Pacto
7. El Arbol De La Noche Triste
8. Gaia

Disc 2 :

1. El Peso Del Alma
2. La Rosa De Los Vientos
3. Noche Toledana
4. Astaroth
5. La Leyenda De La Llorona
6. La Danza Del Fuego
7. La Costa Del Silenzio
8. Molinos De Viento