Recensione: Metal Age Productions – Compilation Vol.1

Di Matteo Bovio - 24 Maggio 2004 - 0:00
Metal Age Productions – Compilation Vol.1
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

Compilation promozionale della Metal Age Productions, che offre maggiore visibilità a dei nomi effettivamente meritevoli. Per quanto non mi sentirei di consigliare l’acquisto (alcuni pezzi sono ben più che trascurabili, e il valore di questo platter si esaurisce per lo più nel suo scopo promozionale), devo ammettere che chi ha voglia di rinfrescare un po’ i propri ascolti può dedicare parte del proprio tempo a spulciare tra le tracce della compilation.

Si aprono le danze con gli italiani Kiju, ottimo Thrash / Deathcore ben registrato e, soprattutto, ben suonato: grande aggressività, buona potenza, anche se non abbondano di originalità. Si passa poi agli anacronistici Desecrated Dreams, un gruppo che si è dimenticato di stare al passo con tutte le evoluzioni che il Death metal ha portato con sè in questi anni: un ottimo feeling old-style, che ci fa viaggiare fino ai primi anni ’90 con la mente. La registrazione non è eccezionale, ma il gruppo rattoppa le mancanze con la propria attitudine.

Niente di che i Ravendusk, banale Black Metal moderno; da rimandare invece il giudizio sui Descend, che propongono Death Metal poggiante su riff molto groovy ma anche molto scontati, con dei vocalizzi assurdi. Più che mai difficile nel loro caso dare un parere basandosi su un solo pezzo: ci troviamo inoltre ancora una volta davanti ad un gruppo ancorato alle origini del genere. Piuttosto mal riuscito il tentativo del Draconis Sanguis di emulare una versione Black dei primi Moonspell, anche se il gruppo ha un sound che potrebbe affascinare.

Da qui in poi grandissime sorprese non ce ne sono. I Protest (da poco recensiti con Have A Rest, Please) sicuramente avevano qualche idea in più ai tempi di questa “Twilight Of Gods“, anche se ancora una volta non mi hanno colpito particolarmente. Carina invece la prova dei Galadriel, Gothic molto lento, quasi Doom, e dai suoni evocativi. Per quanto si muovano su dei territori già battuti da molti altri, da questa canzone mi sembra di intravedere uno dei gruppi più interessanti dell’intero rooster.
Anche gli Wayd compaiono su questa compilation con un pezzo dal precedente lavoro (il recente Decadance è stato recensito da poco su Truemetal): leggermente più acerbi rispetto al presente, il loro Death Metal appare molto più standard rispetto alle piacevoli stravaganze con cui li ho conosciuti, e il folle stacco simil-jazz presente in questa “Mindstorm” sarebbe stato quantomeno evitabile…

Melodica ed accattivante, nonostante l’aggressione vocale, la musica dei Malefactor, a cavallo tra Death e Black (forse un po’ spostata verso il primo in questo episodio), non priva della componente catchy. In realtà il gruppo sceglie di appoggiarsi su armonie piuttosto ripetitive e già largamente abusate, ma grazie al buon lavoro di arrangiamento mi sembra di poter considerare la loro prova più che sufficiente.
Scelgono invece la via della violenza gli Erytrosy, buoni musicisti con delle discrete idee per suonare il loro Brutal, per alcuni aspetti molto simile a quello degli svedesi Throneaeon.

C’è per chiudere la breve (per fortuna) lista dei gruppi abbastanza anonimi, ossia Ewigkeit, Morgain, Inner War e Into The Gore, e di quelli abbastanza deludenti, in cui metterei Chopcore, Tonka e Coma Void.
Insomma, di carne al fuoco ce n’è; mi secca dover dare un voto ad un lavoro di questo tipo perchè, come penso sia facile intuire, è fuori luogo. Mi astengo però dal dare una valutazione fittizia con tutti i commenti che ne seguirebbero e propongo un 65 dal valore abbastanza insignificante: spero che vi sia ben chiaro lo scopo della compilation qui recensita, e che chi troverà il modo di darle un ascolto trovi dei buoni spunti per i propri acquisti.
Matteo Bovio

Ultimi album di AA. VV.