Recensione: Metal Hurricane

Di Eugenio Giordano - 2 Ottobre 2004 - 0:00
Metal Hurricane
Band: Frozen Tears
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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85

Il terzo album dei nostri compatrioti Frozen Tears porta un titolo semplicemente esplicito: “Metal hurricane”. Si tratta di una vera e propria dichiarazione di intenti che la band tricolore propone spudoratamente sentendo nel proprio cuore un grande amore per l’heavy metal, per quello che questa musica rappresenta e per la storia di questa musica incredibile. “Metal hurricane” è un disco bellissimo, un’opera superba.

I Frozen Tears avevano già ampiamente dimostrato quanto fosse grande il loro talento con dischi ottimi come i precedenti “Mystirious time” e “Way of temptation” entrambi esempi indiscutibili di attitudine e personalità da parte di questi ragazzi. Senza voler sminuire i loro due cd precedenti mi sento di affermare che “Metal hurricane” è il miglior disco che i Frozen Tears abbiano mai composto. Lo spirito della band è rimasto lo stesso, non aspettatevi particolari stravolgimenti stilistici. L’unico appunto che posso fare, per precisione, è che i Frozen Tears hanno abbandonato definitivamente le contaminazioni power (già scarse nei lavori precedenti) per spingersi verso il metal coriaceo e inossidabile caro agli amanti dei classici anni ottanta. Come si percepiva anche in passato, i Frozen Tears sono una band decisamente orientata verso i canoni cari ai Judas Priest, questa caratteristica è evidente nella concezione delle chitarre duellanti e nella strordinaria voce del bravissimo Alessio Taiti il quale possiede tecnica e talento sufficienti per poter gestire agilmente il paragone con Rob Halford. Le canzoni del nuovo album sono veramente molto mature, gli arrangiamenti diretti e potenti offrono all’ascoltatore un’immediata sensazione di compattezza e chiarezza di idee invidiabili. I Frozen Tears sembrano aver voluto serrare le fila, il nuovo “Metal hurricane” è un platter corazzato, un disco inarrestabile. La sezione ritmica della band italiana ha il grande merito di saper fondere la potenza con il dinamismo riuscendo ad esprimere sempre al massimo il potenziale di ogni pezzo. La scelta di non puntare solo su brani veloci, ma cercare di alternare mid tempos energici con pezzi più lanciati, piacerà molto agli amanti del metal classico come il sottoscritto. Non aspettatevi il solito disco italiano tutto suonato in doppia cassa perchè i Frozen Tears non appartengono a questa categoria di band e non devono essere confusi con i vari Rhapsody e compagnia bella. Qui siete al cospetto di una band matura, fedele e consapevole del proprio presente artistico.

L’opener “Inner vision” è un pugno nello stomaco sferrato senza tanti complimenti per chiarire subito chi sono Frozen Tears e cosa suonano. Alessio Taiti manitene un profilo basso dando al pezzo un mood malvagio dal grande appeal live. La seguente “Forgotten words” viene giocata su ritmiche di chitarra taglienti come rasoi, la coppia Lapo Torrini / Leonardo Taiti è autrice di una prova compositiva maiuscola. La terza “Your life slows down” è una canzone quadrata e diretta, una vera bomba, la band dimostra di aver capito il segreto dei grandi SaxoN. Più elaborate e ambiziose “The sound of infinity” e “Fear of tomorrow” alzano notevolmente la caratura artisitca del nuovo album dimostrando quanto la band sia cresciuta nel recente passato. Con “The evil” i Frozen Tears colpiscono duro e fanno centro al primo ascolto, qui la voce di Alessio Taiti è semplicemente perfetta. Bellissima “Rebel souls” che si muove sui canoni dei Judas Priest del periodo di “Painkiller”, le chitarre sono nuovamente protagoniste con il loro incedere malvagio e dinamco, alle melodie vocali viene dato il compito di esaltare il refrain del pezzo. In conclusione non poteva mancare un tributo agli dei del metal recentemente riuniti, la cover “Some head are gonna roll” è una dichiarazione d’amore per la band metal più importante di tutti i tempi, i Judas Priest naturalmente.

Dopo la lezione impartita dai novaresi Bejelit, ecco arrivare un altro capolavoro di metallo italiano che merita il supporto e i complimenti di tutti gli addetti ai lavori del settore. E’ nostro dovere supportare le grandi band italiane, chi suona metal senza compromessi e ottiche di mercato. Il voto vuole dare a tutti voi l’impulso giusto per credere in una band straordinaria del calibro dei Frozen Tears. Bravissimi.

1. Inner Vision  
2. Forgotten Words  
3. Your Life Slows Down  
4. The Sound Of Infinity  
5. The Right Side Of The World  
6. Fear Of Tomorrow  
7. Western Sun  
8. The Evil  
9. Rebel Souls  
10. Some Heads Are Gonna Roll (Judas Priest)

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