Recensione: New Revelation

Di Gaetano Loffredo - 10 Novembre 2007 - 0:00
New Revelation
Band: Astral Doors
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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70

Sapevo non sarebbe stato così facile mantenere il trend qualitativo di Astralism e, in effetti, la mia previsione trova conferma nei sessanta minuti che compongono il nuovo arrivato, New Revelation. Gli svedesi Astral Doors ce la mettono tutta sfornando un disco (il quarto) che si posiziona alle spalle del suo autorevole predecessore, cercando di restarne quantomeno in scia.

Ora, il rischio di lavori del genere è quello di un immobilismo stilistico e di una comune “sudditanza psicologica” che deriva da una consacrazione già maturata (Astralism). Ci troviamo, di conseguenza, a commentare un album dove l’idea acquista più valore dello stesso risultato finale, con l’inevitabile sacrificio in termini artistici. Errore grave e irreparabile?

Non direi proprio, perché nonostante predetto immobilismo, il gruppo svedese riesce a diffondere per bene il suo messaggio, presentandosi con un disco diretto, maturo e sincero. Heavy/power metal profondamente radicato nel territorio scandinavo ma di chiara attitudine teutonica, per certi versi nostalgico (nei testi e in alcune melodie) e, anche se non tutto gira come dovrebbe, sufficientemente coinvolgente.

Venendo allo specifico, piace certamente la traccia d’apertura, New Revelation, la consueta randellata metallica, ben lungi dal rincorrere soluzioni rivoluzionare, che incamera un ritornello easy-listening: ottima in funzione dei prossimi concerti.
Sulle orme di New Revelation, trovano spazio l’efficacia melodica di Freedom War e la ferocia di Pentecostal Bound, passaggi piuttosto convincenti che, seppur in linea con quanto prodotto fino ad oggi, non contengono i lampi di classe universalmente riconosciuti nei vecchi dischi.
Le due chitarre, Joachim Nordlund e Martin Haglund, simili per timbro e diverse per fraseggio, mettono in risalto la seconda perla, Bastard Son, nella quale registriamo il picco più alto inerente alla prestazione del bravissimo vocalist Nils Patrick Johansson.

L’espressione heavy del gruppo svedese ha come fondamento un groove che non viene mai a mancare, Waiting For The Master e Quisling lo confermano, senza rinunciare alla profondità di una proposta “accademica” ma interessante.
L’atmosfera è sempre densa e carica; tra i brani conclusivi spiccano senz’altro Shores Of Solitude, dinamica e accattivante, e Mecenary Man, nella quale emerge tutta la passione e una continuità stilistica mai disattesa.

Pur senza presentare particolarità di rilievo, New Revelation mostra un repertorio che, nell’insieme, soddisfa le richieste. Gli Astral Doors, e lo capirete soprattutto incrociandoli in sede live, beneficiano di una compattezza di gruppo e di una solida struttura che consente loro di proporsi in maniera estremamente professionale sia su disco che dal vivo: in attesa di un vero “capolavoro”, vi consiglio di ascoltare il nuovo album che, nonostante qualche limitazione compositiva, va comunque premiato.

Gaetano Loffredo

Tracklist:
01.New Revelation
02.Freedom War
03.Pentecostal Bound
04.Bastard Son
05.Waiting For The Master
06.Planet Earth
07.Quisling
08.Cold War Survivor
09.The Gates Of Light
10.Shores Of Solitude
11.Mercenary Man

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