Recensione: Nine Lives

Di Luis - 19 Ottobre 2004 - 0:00
Nine Lives
Band: Aerosmith
Etichetta:
Genere:
Anno: 1997
Nazione:
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81

A fine anni ’90 la celebre band capitanata da Steven Tyler torna in studio per incidere un nuovo album all’insegna della varietà di stile e di sonorità, sempre accompagnata dalla grande maestria di Joe Perry alla chitarra e con un Tyler con una voce a tratti miracolosa. I pezzi hard rock sono comunque parecchi anche se ci sono brani di altro genere di ottima fattura e che io, personalmente, amo molto. da molti è considerato un album commerciale in tutto e per tutto; io non sono del tutto d’accordo: nonostante ci siano all’interno del disco canzoni con un grande potenziale commerciale, il livello musicale per me è ottimo, come già detto in precedenza. Ma affrontiamo i brani uno alla volta per sostenere la mia tesi.

La title track “Nine lives” è un insistito hard rock con una ritmica e un ritornello orecchiabili, che rimangono in testa. Ottimo Kramer alla batteria, ma si notano anche buoni squarci di chitarra ad impreziosire questa bella canzone. Interessante e divertente è “Falling in love”, track di hard rock melodico (se così si può dire) con degli originali innesti di fiati che creano un’atmosfera particolare, che anticipa quello che per me è il brano migliore di tutto l’album: “Hole in my soul”. Quest’ultima è una splendida ballata chitarristica che non perde un colpo per tutta la sua durata, tutta la band suona alla grande e Tyler raggiunge vette vocali elevatissime; tutto è di grande valore, dai cori agli inserimenti di 6 corde, dal basso di Hamilton all’assolo a quasi fine brano. Emozionante. “Taste of India” è un bel rock molto ritmato, con una vistosissima atmosfera orientale e una ritmica mutevole e progressiva col protrarsi del brano. Poi c’è un brano abbastanza pop, anche se ben eseguito, la quasi insignificante (anche se mi piace non poco) “Full circle”. A seguito di questo break arriva una vera scarica adrenalinica, con quattro brani molto duri che si susseguono rapidamente: dalla scatenata e classica anni ’70 “Something gotta give” alla inizialmente lentissima e noiosa e poi sempre più ritmata (e urlata) “Ain’t that a bitch”, proseguendo con un’altra ottima hard rock song, dal gran ritmo e con un andamento a tratti ipnotico: “The farm”. Per concludere il quartetto citiamo la divertente e durissima “Crash”, che comunque non è niente di speciale. Tornando su atmosfere più tranquille arriva un’altra ballata molto carina, con bei cambi di tempo, ottime chitarre e batteria cha danno vita a un brano abbastanza triste e cupo che a me piace parecchio: “Kiss your past good-bye”, anteprima a un altro brano leggendario e bellissino degli Aero: “Pink”. Originale e ritmatissimo rock con un memorabile assolo di armonica e una musica che si canticcha sin dal primo ascolto. Il brano è comunque conosciutissimo, ed ha rilanciato la band anche tra i più giovani negli anni ’90. A seguire questo lunghissimo album ci sono due discreti, ma complessivamente trascurabili, pezzi duri, quali “Falling off” e “Attitude adjustment”. L’album, nella sua ri-edizion del 1998,  si chiude con due pezzi lenti di fattura, significato e celebrità diversa. “Fallen angels” è un bel pezzo, sconosciuto ma con memorabili inserimenti chitarristici, grandi vocalizzazioni di Tyler e un ritornello estrememente bello e orecchiabile, il tutto orientato in senso rock-blues. L’ultima canzone dell’album, aggiunta alla tracklist originale come traccia bonus nel 1998, è la celeberrima “I don’t want to miss a thing”, colonna sonora del film Armageddon, pezzo d’amore che lo si ascolterebbe 1000 volte senza che esso perda nulla della sua freschezza e originalità; ottimo il pianoforte e gli archi, questo è uno dei più grandi successi musicali degli anni ’90 e io concordo, anche se forse questo brano è un po’ sopravvalutato.

Concludendo, ci troviamo di fronte a quello che in generale è un ottimo album, uno dei migliori degli Aerosmith negli ultimi anni, anche se sicuramente non il migliore della produzione di Tyler e co. Ne consiglio caldamente l’acquisto a chi vuole sentire della musica bella e varia.

 

Tracklist

01. Nine Lives – 4:02 (Steven Tyler, Joe Perry, Marti Frederiksen)

02. Falling in Love (Is Hard on the Knees) – 3:26 (Tyler, Perry, Glen Ballard)

03. Hole in My Soul – 6:10 (Tyler, Perry, Desmond Child)

04. Taste of India – 5:53 (Tyler, Perry, Ballard)

05. Full Circle – 5:00 (Tyler, Taylor Rhodes)

06. Something’s Gotta Give – 3:37 (Tyler, Perry, Frederiksen)

07. Ain’t That a Bitch – 5:25 (Tyler, Perry, Child)

08. The Farm – 4:28 (Tyler, Perry, Mark Hudson)

09. Crash – 4:26 (Tyler, Perry, Hudson)

10. Kiss Your Past Good-Bye – 4:32 (Tyler, Hudosn)

11. Pink – 3:55 (Tyler, Richard Supa, Ballard)

12. Falling Off – 3:03 (Tyler, Perry, Frederiksen)

13. Attitude Adjustment – 3:45 (Tyler, Perry, Fredriksen)

14. Fallen Angels – 8:18 (Tyler, Perry, Supa)  

 

Bonus track edizione 1998

15. I Don’t Want To Miss A Thing – 4:56 (Diane Warren, Perry)

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