Recensione: No Life ’Til Leather – A Tribute To Metallica’s Kill ’Em All

Di Stefano Ricetti - 4 Dicembre 2025 - 9:11
No Life ’Til Leather – A Tribute To Metallica’s Kill ’Em All
Band: AA. VV.
Etichetta: Silver Lining Music
Genere: Thrash 
Anno: 2025
Nazione:
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73

Imbattersi in un tributo ai Metallica e trovarvi dentro band senza le quali molto probabilmente i Four Horsemen di San Francisco mai si sarebbero formati, per loro stessa ammissione, costituisce elemento destante curiosità.

Ci si riferisce a Saxon, Motörhead, Diamond Head, Tygers of Pan Tang e Raven. Compagini che già martellavano di brutto e si erano conquistate un posto al sole all’interno del l’ecosistema metallico quando i vari Lars Ulrich, James Hetfield, Cliff Burton e Kirk Hammett, semplificando un po’ il concetto, ancora fantasticavano, da fan, rimirando le copertine dei loro dischi spaparanzati nella cameretta di prammatica con le pareti riempite di poster.

Ma, si, sa, anche in ambito metallico le regole non scritte possono essere riviste, nel momento in cui esistono i presupposti per farlo. Proprio quelli che hanno sancito i Metallica nell’Anno Domini 1983, quando pubblicarono un disco che poi il corso della storia ha elevato a spartiacque.

Kill ‘Em All, per tempismo e soluzioni musicali innovative contenute segnò infatti il seguito del cammino della musica dura.

Gli elementi che fecero saltare il banco, che sino a quel momento pareva imbullonato nelle certezze dispensate  dall’ heavy metal classico e dal rivitalizzato hard rock crollarono, o quantomeno vacillarono fortemente. Nacque ufficialmente il Thrash Metal in maniera identificabile ed esportabile  a livello globale. Il seme gettato dagli Exodus, gli inventori del genere, che però nel 1983 viaggiavano ancora a suon di demo, trovò in Kill ‘Em All dei Metallica la propria maturazione.

Per la prima volta nella storia dell’Acciaio orde di giovani fan alla ricerca di soluzioni più dure e veloci di quelle in voga sino ad allora si imbatterono in pane per i propri denti, ossia un manipolo di band in grado di fornire codesta miscela in dosi massicce. Crollarono di botto anche i rigidi steccati divisori nei confronti del Punk e del successivo hardcore.

I Metallica furono quelli che spianarono la strada di questa nuova componente del Metallo, anche a livello di look e atteggiamento.

Silver Lining Music ha da poco licenziato sul mercato No Life ‘Til Leather, A Tribute to Metallica’ s Kill ‘Em All, per tornare idealmente a quei giorni rivisitando i vari pezzi contenuti dentro il disco del 1983 da parte di altri mammasantissima dell’acciaio. Un progetto, il loro, al quale tenevano particolarmente e che ha avuto bisogno di cinque anni di gestazione per ottenere la sua piena realizzazione.

Accanto a quelli citati a inizio recensione trovano spazio giovani leve – se rapportate ai capisaldi di cui sopra, of course – del calibro di Tailgunner e Soen così come gruppi straconsolidati quali The Almighty e Testament. Capitolo a parte David Ellefson, da poco entrato nei Metal Church, che da quando non è più nei Megadeth riesce a infilarsi in qualsiasi buco lasciato libero pur di ottenere un grammo di visibilità, con titolarità per farlo o meno.

No Life ‘Til Leather si presenta, nella sua versione in CD, accompagnato da un booklet di qualità di 24 pagine contenente, per ogni brano, il commento della band che lo ha reinterpretato, la line-up che l’ ha inciso, delle note tecniche e la foto d’ordinanza con sullo sfondo un’immagine legata al tema principale sviluppato dalla canzone. Bella e azzeccata la copertina realizzata da Jonathan Noor, che non passa di certo inosservata. Pagina 2 e pagina 3, poi, contengono una sorta di presentazione scritta riguardante questa operazione di recupero della memoria, con ampi cenni al passato, a firma Matt Mills.

Musicalmente ci si pone all’ascolto di un pezzo di storia, senza se e senza ma. Come sempre accade in questi casi risulta affascinante imbattersi nei vari brani, qui riproposti nello stesso ordine originario, nel momento in cui assumono sfumature diverse sulla base di chi li va a interpretare, sebbene tutte le band coinvolte, va sottolineato, si attengano alle metriche primigenie. Nessuno stravolgimento di sorta, quindi.

Le reinterpretazioni maggiormente ficcanti e fresche risultano essere quelle realizzate dai più giovani, quindi i Tailgunner alle prese con “Hit the Lights” seguiti dai Soen di “Motorbreath” per chiudere con gli stagionati Diamond Head impegnati su “No Remorse“. Il resto della “banda” se la gioca come ci si attende, sia ben chiaro, quindi nessuna particolare delusione all’orizzonte, a partire dai Motörhead di “Whiplash” passando per i Saxon (“Phantom Lord“) e i Testament (“Seek & Destroy“).

In linea generale No Life ‘Til Leather racchiude dieci cover mediamente ben riuscite da parte di band per lo più indiscutibili. Un buon modo per rituffarsi nella lezione impartita dai Metallica in quel lontano luglio del 1983.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

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