Recensione: Parasite And Worms

Di Fabio Vellata - 29 Ottobre 2008 - 0:00
Parasite And Worms
Band: Pure Inc.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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73

“Usate 10 grammi di Led Zeppelin, 20 grammi di Alice In Chains, 30 grammi di Black Label Society e 40 grammi di Soundgarden, shakerate bene e la miscela ottenuta saranno i Pure Inc.”

Propositi quantomeno interessanti – a giudicare da quanto riferito dalla biografia – per i Pure Inc., band elvetica di ruvido hard rock con qualche tendenza modernista, capitanata dal bravo Gianni Pontillo, singer che i più attenti ricorderanno già nei granitici The Order, autori di due album piuttosto buoni nel corso degli anni passati.
Le bio, è risaputo, tendono sempre ad esagerare un po’ e quanto declamato nei programmi, talora necessita di qualche limatura negli eccessi d’entusiasmo.

Eppure, dopo alcuni attimi di defaillance, tributo necessario ai primi, mendaci ascolti, le composizioni paiono divincolarsi da una stretta di diffidenza e sospetto, per carburare poco a poco, mandando letteralmente a “stendere” una prima impressione tutt’altro che positiva.

In effetti, la vigoria dei suoni, il taglio delle melodie, l’approccio compositivo e l’interpretazione dei pezzi lascia intravedere un consapevole connubio tra la possanza dei Black Label di Wylde e certi ritmi cari ad Alice in Chains ed in parte Soundgarden. E ci sono, sotto sotto, anche i “giri” originali e spiazzanti dei grandi Led Zep, sparati come una fucilata dall’overdrive delle chitarre in un bailamme d’infuocato heavy plumbeo e coriaceo come crosta lavica.
Ciò che ne consegue, è un album monolitico, cupo, rabbioso con alcuni spunti che, dopo vari ascolti vincono i dubbi ed i grossi timori iniziali, forse lievemente troppo “quadrato” e statico in certi frangenti, ma dall’impatto insospettabilmente mordace e velenoso.

Qualche esempio? L’iniziale “The End” (titolo già di per se singolare) e le successive “Serenade Of Aggression”, “Drowning In Your Blood”, “Raise Hell” e “Won’t Get Back” (quest’ultima davvero una spanna sopra le altre) sono quello che si suol dire, “materiale infiammabile”, in cui la veemenza declamatoria di Pontillo è sostenuta da un incedere compatto come il profido e da un groove implacabile nella miglior tradizione dell’hard rock moderno d’oltreoceano.

Colpisce nel segno poi, anche la conclusiva “The Last Remaining Song”, canzone dotata di un rifferama complesso ed elaborato, dai numerosi cambi d’atmosfera e da un suono pesante come un metro cubo di cemento armato.
Peccato invece per i momenti di stanca ascrivibili alla ciondolante, “Home” ed alle trascinate “Evenmore” e “Dead Calling”, tracce eccessivamente irrigidite in uno schema che può lasciare spazio a qualche principio di monotonia, limitando così un giudizio finale comunque molto buono.

Insomma, Gianni Pontillo ci “piglia” ancora, e con la sua seconda incarnazione a nome Pure Inc. (band che denuncia comunque una carriera già rispettabilissima, essendo giunta al terzo capitolo discografico, dopo gli esordi targati AFM) mette in carniere un altro album di qualità.
Al di là di una copertina al limite del disgusto, la ricetta funziona e pare poter accontentare gli amanti del rock più tetragono e cocciuto, strizzando al contempo l’occhio anche alle generazioni più giovani.

Una promessa per il futuro?

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Tracklist:

01. The End
02. Evenmore
03. Serenade Of Aggression
04. Carrie’s Alone
05. Drowning In Your Blood
06. Darkened Glow
07. Home
08. Raise Hell
09. Dead Calling
10. Won’t Get Back
11. The Last Remaining Song

Line Up:

Gianni Pontillo – Voce
Sandro Pellegrini – Chitarra
Ueli “Hoffi” Hofstetter – Basso
Dave Preissel – Batteria

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