Recensione: Peace and Conflict

Di Susanna Zandonà - 21 Febbraio 2023 - 0:18
Peace and Conflict
Band: The Riven
Etichetta: The Sign Records
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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85

Gli svedesi The Riven sembrano venuti fuori da una stupefacente – e badate bene, la scelta del termine è volontaria – e nostalgica epoca passata, come se il tempo per loro non fosse mai passato.

Si introducono asserendo che fanno un moderno “classic rock dal 21esimo secolo” e alla loro cartella stampa allegano una decina di foto che sembrano venute fuori da un documentario su una comune hippie degli early 70s: se ne stanno lì, a bighellonare alla base di un capanno, con i piedi nudi nell’ erba mentre fumano e strimpellano un’ acustica.

Ascoltandoli rimpiangerete certamente i bei tempi andati di Woodstock e anche se qualcosa in questo album vi risulterà già provato (e in quegli anni di roba se ne provava tanta), vi posso assicurare che i Riven hanno un gusto autentico, genuino e schietto, proprio come i piatti della nonna. Quelli che, però, solo lei può replicare. Sì, perchè oltre alla sapienza tramandata di madre in figlia nel corso dei secoli, c’è dentro un ingrediente in più: un po’ d’amore.

Nelle mani d’oro di questi infallibili musicisti, infatti, di sapienza ce n’è a iosa, si percepisce negli splendidi arrangiamenti per chitarra (Joakim Sandegård / Arnau Diaz) o nelle cerebrali parti di basso in “The Taker” (Max Ternebring), ma in generale il quintetto di sentimenti da donarci ne ha parecchi, a partire dalla flessuosa voce della frontman femminile: Charlotta ‘Totta’ Ekebergh, che vi farà venire in mente cantautrici rock del calibro di Janis Joplin… e ai più stizzosi assicuro che non è stata messa lì per fare scena; la ragazza sa davvero il fatto suo e non vi farà assolutamente rimpiangere gli abituali – per il genere trattato – interpreti maschili.

Peace and Conflict” è semplicemente perfetto nella sua essenzialità: 9 tracce rifinite in maniera eccellente grazie al limpido mastering di Ola Ersfjord, che combinano del sano ed entusiastico hard ‘n’ heavy genere “On Time” o “Fly Free”, ad altri prodotti delle venature psichedeliche, capaci di aprirvi il chakra della mente e farvi venire voglia di intonarne le melodie.

Complice anche l’incredibile songwriting, in grado di evocare la potenza espressiva di grandi interpreti quali i primi Deep Purple (quelli dell’ album omonimo del ’69 per intenderci), con quella vena classicheggiante tipica delle composizioni monumentali di Jon Lord.

Piacevoli poi le prog vibe della titletrack “Peace And Conflict” di Pinkflodyana memoria, oppure ancora le più Sabbatiche e gravanti note di “Death”.

Intime e spagnoleggianti le parti di acustica in “La Puerta del Tiempo” che fornisce un’ ottima overture alle parti più magnetiche dell’ album: “Sorceress In The Sky”, capace di sedurre grazie alle avvolgenti parti di basso che sembrano sussurrare alle orecchie incanti di perdizione.

Ritmica di batteria (Jussi Kalla) più soft, ipnotica ed adeguata a dare un fondo più chill, accompagnata ovviamente dalle ritempranti chitarre che si abbandonano, ormai completamente succubi, all’ ammaliante voce da vila – ninfe bionde tipiche della mitologia slava – della Ekebergh.

Da citarsi anche “The Top Of Evil”, abile nell’ aprirsi in una ritmica più forzata, addirittura forsennata sul finire del pezzo.

Un album che sicuramente vale la candela (è tutto sommato anche sulla copertina) e vi regalerà momenti di grande soddisfazione uditiva.

Consigliato l’ascolto da sdraiati: su dei cuscini di ciniglia, con la luce soffusa e possibilmente un bastoncino d’incenso acceso (ma poi la sostanza la scegliete voi).

https://theriven.bandcamp.com/

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