Recensione: Prevail

Di Stefano Risso - 23 Maggio 2008 - 0:00
Prevail
Band: Kataklysm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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55

Precisi con la loro cadenza biennale ritornano i Kataklysm con il nono
album in carriera, il qui presente Prevail, un disco che nulla
toglie e nulla aggiunge alla lunga militanza sulla scena di Iacono e
compagni, assestandosi sullo stile proposto ormai da qualche disco.

Perdonate la digressione cinematografica, ma ascoltando Prevail
mi è immediatamente balzato alla memoria un estratto del discorso tenuto da
Marsellus Wallace
al pugile Butch Coolidge in Pulp Fiction:
“Eri quasi arrivato, ma non ce l’hai mai fatta, e se dovevi farcela ce l’avresti
gia fatta”
. Estrapolando il significato della frase e spostandolo verso
l’oggetto di questa recensione credo che non si puteva esprimere meglio la condizione
in cui vertono al giorno d’oggi i Kataklysm. Buoni professionisti con
grinta da vendere in sede live, ma che nonostante le premesse mostrate in
gioventù, e nonostante un contratto dorato con la potentissima Nuclear Blast,
non sono (e non saranno mai) annoverati tra le teste di serie del genere,
checché ne dicano i numerosi sostenitori dei nostri, posizionandosi in una
fascia intermedia per blasone e qualità mostrate sul campo.

Tutto questo per dire che Prevail ricalca appieno il ragionamento fatto poco
sopra: un disco che a parte qualche piccola particolarità (dalla portata
relativa), si aggiunge in maniera silenziosa, senza nerbo, alla discografia di una formazione che
ha dato il meglio e ormai sta
sopravvivendo quasi per inerzia, rappresentando musicisti che da tempo hanno trovato una formula ben precisa
che ripropongono pedissequamente ormai da anni. Solito groove, importante
componente melodica, un pizzico di “hyperblast” della casa, una venatura thrash
(in questo episodio abbastanza marcata), solito riffing dinamico ma alla lunga
sempliciotto, strutture supercollaudate, medesima alternanza di brani
convincenti, (come Prevail o The Chains of Power giusto per
citarne un paio) ed episodi gravemente sottotono. Un insieme che, a mio
avviso, denota una preoccupante scarsa vena creativa, salvata in parte solo
dall’indubitabile bravura di Iacono al microfono e da qualche sprazzo in bello
stile.

Non bastano produzione al top, guest eccellenti come Pat O’Brien (Cannibal
Corpse
) e Dave Linsk (Overkill), o la storia accumulata dai
nostri; se abbiamo un briciolo di onestà intellettuale dovremmo dire che sono
proprio dischi del genere che “fanno male” al metal moderno (o meglio
non bene…), sbandierati in
lungo e in largo solo per il nome sulla copertina, o per l’influenza della label
di turno,
pompati a dismisura ma vuoti, piatti, il classico compitino che non giova a
nessuno. Ovviamente ai fan più accaniti piacerà, ma se vogliamo giudicare la
musica tralasciando tutto il contorno, i Kataklysm stanno scadendo come
vino in aceto.

Stefano Risso

Tracklist:

1. Prevail 03:56
2. Taking the World by Storm 04:01 (video)
3. The Chains of Power 03:18
4. As Death Lingers 03:32
5. Blood in Heaven 05:18
6. To the Throne of Sorrow 04:52
7. Breathe to Dominate 04:02
8. Tear Down the Kingdom 04:23
9. The Vultures Are Watching 05:58
10. The Last Effort (Renaissance II) 05:02

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