Recensione: Promo 2003

Di Mario Munaretto - 6 Novembre 2004 - 0:00
Promo 2003
Band: Warmblood
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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78

I lodigiani Warmblood nascono nel 2002 dalle ceneri dei Lato Oscuro, band attiva fin dal 1997 e dedita ad un death metal di matrice svedese. Dopo aver prodotto due demo e diverse esibizioni dal vivo, i Lato Oscuro decidono di cambiare monicker in Warmblood con l’inserimento nella line-up di un nuovo bassista. Attualmente Il gruppo é formato da Giancarlo alla voce e alla chitarra, Elena alla batteria e Ivan al basso. Il demo, semplicemente intitolato Promo 2003, è il primo lavoro proposto dal gruppo ed è stato registrato presso gli Elfo Studios di Piacenza. Molto bella e particolare la copertina, ideata e disegnata da Giancarlo, che con un artwork rappresentante un teschio composto da diversi elementi e coperto da insetti, mi ricorda una versione marcia e corrotta di un quadro dell’Arcimboldo.

Il demo si compone di tre brani e miscela sapientemente partiture death e generose pennellate di robusto thrash. Si parte veloci, anzi velocissimi con il pezzo Witness of Terror, trascinati da un potente riffone di chitarra supportato dal drumming preciso di Elena, che pesta le pelli senza pietà, e dal growl profondo e cavernoso dello stesso Giancarlo. C’é appena il tempo di tirare il fiato sulle note di una breve apertura, dove un elegante arpeggio acustico la fa da padrone, quando una selvaggia sfuriata condotta sulle linee chitarristiche esibite da Giancarlo rimette il brano al centro della carreggiata dando fondo alla manetta del gas, tra un alternarsi di momenti tirati e momenti più melodici, fino al pregevole assolo finale costruito sul riff portante che chiude il pezzo. Anche la seconda canzone, A Dismal Illusion, è una mazzata sulle gengive e segue le coordinate stilistiche del pezzo precedente, in maniera ancor di più compatta e granitica. Il brano sembra un bulldozer che abbatte tutti gli ostacoli che gli si parano dinnanzi, pronto a ripartire violento e selvaggio dopo l’intervallo apportato dai sinuosi riff dei cambi tempo. Witness of Terror e A Dismal Illusion con le loro strutture musicali thrasheggianti mi hanno scaraventato nella seconda metà dei gloriosi eighties, quando questo genere musicale, il thrash, piegava le orecchie a tutto e tutti senza pietà, sia nel vecchio continente che aldilà dell’Atlantico. Black Earth conclude l’opera prima dei Warmblood. Inizia con un attacco molto slayeriano, a mio modo di ascoltare, per poi però dipanarsi su registri e ritmi più originali, rallentati rispetto alla furia dei primi due brani. Dopo un inizio cadenzato, emanante una certa angoscia e una particolare sensazione di claustrofobia, ecco che la seconda parte del brano sprigiona una malinconia profonda, coinvolgente, molto introspettiva, un feeling creato grazie alla sovrapposizione ottenuta dal suono della chitarra acustica con quello della chitarra elettrica.

Ho ascoltato parecchio questo demo ma devo ammettere di non aver trovato particolari pecche, credo invece che questi tre ragazzi abbiano confezionato un lavoro originale e ben ragionato che si pone sicuramente sopra la media delle produzioni di questo genere, riuscendo a proporre uno stile equilibrato tra aggressività e melodia e mostrando un gruppo dotato di una certa esperienza in sede di songwriting dei pezzi e nella loro esecuzione. Consigliato l’ascolto.

Tracklist:

01. Witness of Terror
02. A Dismal Illusion
03. Black Earth

Contacts:

Giancarlo Capra
Cascina Comella
26900 Lodi

e-mail: il.pellerossa@tiscalinet.it

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