Recensione: Rapid Strike

Di Matteo Bevilacqua - 7 Giugno 2021 - 8:30
Rapid Strike
Band: Rapid Strike
Etichetta:
Genere: Hard Rock  Heavy 
Anno: 2021
Nazione:
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60

Ritorno sulla scena dei croati Rapid Strike che a un decennio dal debut album di stampo thrash metal “God Take Me To Hell” rimescolano le carte in tavola e propongono la seconda fatica in studio con la neo assunta cantante inglese Bexie James.

Che si tratti di un’ evoluzione o di un semplice e deliberato cambio di orientamento, ascoltando questo nuovo album omonino, sembra difficile che si stia parlando della stessa band. Rispetto al debutto infatti, la proposta musicale ha lasciato per strada la pura aggressività concentrandosi su un heavy metal melodico in cui le influenze di band storiche degli anni ’80 sono facilmente riconoscibili. Va detto che della lineup originale resta solamente il chitarrista Hrvoje Madiraca, ora affiancato da Ante Pupacic Pupi e dalla già citata Bexie. Basso e batteria sono invece in mano a musicisti turnisti.

Ad aprile le danze le chitarre acustiche di “Just A Lie”, seguite da uno splendido blues che chiarisce fin dal primo minuto che la sei corde sarà leader indiscussa di questo secondo capitolo del combo croato. L’apertura metal nel riff seguente richiama i primi Accept e nonostante le chitarre non siano perfettamente sostenute dalla sezione ritmica, i presupposti sono interessanti. Tuttavia la voce di Bexie stride pesantemente, come se fosse un corpo estraneo (non centra nulla per dirla in soldoni!), la linea melodica è di bassa fattura, il timbro non si accomoda bene sul mix per cui l’esperienza generale è a dir poco stantia. Fortunatamente i rinnovati Strike si riprendono con l’elegante ritornello dal sapore acustico sul quale la voce suona alla perfezione, dando prova di una proposta ora più dinamica ed eterogenea.

Cavalchiamo nuovamente un heavy metal dal sapore teutonico con “Night Of The Unholy” che parte con un riff potente a la Primal Fear dei tempi di “Black Sun”. Nonostante l’impalcatura chitarristica sia esplosiva permangono i dubbi sul ruolo della vocalist la cui performance risulta addirittura peggio rispetto all’opener. L’effetto distorto e filtrato applicato alla voce sembra quasi voler camuffare l’imbarazzante sovrapposizione di un timbro che non dovrebbe chiaramente trovarsi su un album del genere. Il songwriting è stanco, il ritornello annoia subito e ancora una volta il contributo della sezione ritmica è appena sufficiente.

Con “Sweet Terror” raggiungiamo forse il momento più basso dell’album. Riff pasticciati, una produzione quasi da demo, un filtro di dubbia utilità sulla voce, una scelta melodica terribile sul ritornello. Ritmicamente il brano arranca così tanto da dare l’impressione che il tempo del metronomo rallenti gradualmente.  Stufano addirittura i virtuosismi dei due axemen in quanto non supportati minimamente dal resto della band.

Fortunatamente Rapid Strike è un album di contrasti, per cui la ballad “Sailing On” percorre un territorio riservato all’acustica e all’armonia nonchè alla delicatezza del registro pop di Bexie che finalmente riesce a sedurre l’ascoltatore. La voce qui rende pienamente, forse perchè ci troviamo in un ambito in cui può davvero rivelare la propria potenzialità e bellezza. Bello anche il songwriting con una strofa sofferta e mai scontata e un ritornello convincente. Splendida infine la chitarra solista, degna del miglior Wolf Hofman. 10 e lode.

Gli amanti dell’heavy metal più tradizionale apprezzeranno sicuramente la solida “Betrayal Is Sin”, dove fa leva la differenza di dinamiche rispetto a “Sailing On” il cui ruolo è stato anche quello di ricaricare l’orecchio dell’ascoltatore. Stranamente gli screaming vocals ruvidi e irregolari di Bexie paiono ora più adatti al genere rispetto a quanto già sentito. Una bella collezione di riff in cui riecheggiano nuovamente gli Accept. L’assolo è un vero killer e, a dirla tutta, non sembra stia suonando la stessa band dei brani precedenti. Nonostante sia comunque grezza a livello di produzione, la traccia colpisce nel segno.

Il secondo momento di relax non tarda ad arrivare con “Losing You”, questa volta mostrante una combinazione di chitarre acustiche, poche ed essenziali note di pianoforte, arrangiamenti d’archi e la suadente voce di Bexie. La band quindi ci riprova e, anche se con un songwriting più scanzonato e scontato, con questa seconda ballad la formula funziona nuovamente. Ecco però la sorpresa nella sezione finale, un’accelerazione rock introdotta da un gustoso assolo che procede in un’escalation solistica di crescente intensità ad opera dell’indiscutibile talento di Hrvoje Madiraca, sicuramente il punto forte del brano.

Affrontando la parte finale dell’album, ecco il mutevole dinamismo di “Viper’s Nest” che colpisce immediatamente con un riff pre-thrash da headbanging garantito e con un lead guitar da fuoriclasse. Peccato che la voce zuccherina di Bexie sia completamente fuori contesto per cui il tentativo lodevole di conferire eterogeneità ad un genere datato fa perdere qualsiasi forma di carattere al brano, ancora una volta stroncato dalla combinazione di timbro, performance e scelta di linea vocale.

Per la chiusura i croati hanno riservato un pezzo clamorosamente hard & heavy denso di luoghi comuni e ammiccamenti agli anni ’80 sotto il titolo di “Shout It Out”. Riecco lo spettro di Wolf e soci, un bel riff granitico, una linea vocale rude con ottimi screams nel ritornello supportati da cori convincenti. Una sezione strumentale coesa e un bell’assolo completano il pacchetto. Un ottimo finale.

Nel complesso è difficile restare particolarmente impressionati da un lavoro che forse andrebbe preso come punto di partenza per una nuova tappa per la band. Rispetto al passato le composizioni hanno guadagnato in varietà stilistica e componente melodica ma il sound complessivo è amatoriale e la direzione appare ancora incerta per cui il rischio è che col tempo possa risultare priva di interesse. L’augurio è che il percorso intrapreso abbia continuità in modo da non dover aspettare un altro decennio prima di ascoltare del nuovo materiale che rappresenti la vera evoluzione dei Rapid Strike.

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