Recensione: Reflections

Di Francesco Sgrò - 27 Marzo 2014 - 0:01
Reflections
Band: Silent Opera
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2014
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
77

Guidati dalla suadente voce della bella Laure Laborde, i francesi Silent Opera irrompono con decisione nel panorama Metal odierno con questo notevole “Reflections”, album anticipato da un artwork essenziale ma convincente nella sua semplicità e correlato da una produzione limpida ed efficace.
Negli oltre cinquanta minuti che compongono questa prima release, il sestetto francese mostra una vena creativa dall’ottimo potenziale, seppur forse penalizzata da un’eccessiva laboriosità che potrebbe precluderne la fruizione ad pubblico più ampio.

Nonostante questo, del tutto soddisfacente è il risultato finale, come dimostra la suggestiva “Beyond The Gate Of A Deep Slumber”, breve ma intensa intro strumentale, squarciata da un suggestivo tappeto tastieristico in grado di donare alla composizione un oscuro velo di teatralità e mistero, intento ad evocare atmosfere orrorifiche. Da notare il curato e prezioso lavoro chitarristico che lentamente conduce l’ascoltatore al cospetto della lunga “Nightmare Circus”. La componente teatrale del combo francese si accentua, presentando una struttura intricata e ricchissima di repentini cambi d’atmosfera, in cui la voce della già menzionata Laure Laborde si mescola perfettamente con la timbrica sepolcrale del singer Steven Shriver, creando così un impasto dai toni contrapposti non proprio insolito ma sempre d’assoluto fascino
Con un’interessante mistura Power e Progressive, l’album prosegue su tonalità crude ma eleganti, sulle note della bella “Dorian”, traccia che fin dai primi istanti sembra rievocare le prime sonorità dei britannici Cradle Of Filth, offrendo maggior dinamismo alla proposta musicale del sestetto francese.

Riff spietati e melodie sofferte e decadenti sono gli ingredienti principali della gelida “The Great Chessboard”, nuova feroce e malinconica sfuriata metallica, addolcita solo nel convincente Refrain dalla dolce ugola della vocalist, che giunge a lenire il peso subito dalle orecchie del fruitore per un epilogo dalle movenze piacevolmente lievi.
La seguente “Fight Or Drift”, prosegue con coerenza questa prima uscita discografica, rivelandosi uno degli episodi più potenti dell’intero platter in virtù di una serie di riff granitici, accompagnati da una sezione ritmica precisa e potente.
La successiva “Dawn Of The Fool”, conferma gli esiti di quanto ascoltato finora: piacevole ed ottimamente eseguita, sostanzialmente non aggiunge nulla di nuovo ad un lavoro che può continuare sulle note della ben più convincente “Chronicles Of An Infinite Sadness”, buona ballad pianistica, intima e crepuscolare, dominata completamente dall’ottima interpretazione della cantante ed ottima nello spezzare la notevole potenza sprigionata dal gruppo nelle tracce precedenti.

La spietata “Inner Museum”, risulta essere il preludio alla conclusiva “Sailor Siren And Bitterness”, lunghissima suite di oltre undici minuti nella quale il combo francese dimostra ancora una volta tutta la propria bravura tecnica e compositiva ne tenere fede alla propria vocazione per il Progressive/Power più oscuro e articolato.

La conclusione di successo di un album pregevole e curato nei minimi particolari che, tuttavia, come puntualizzato in apertura, a causa della complessità strutturale che ne caratterizza l’essenza, può risultare forse poco appetibile ad un pubblico esterno a quello degli abituali ed appassionati frequentatori del genere.

Discutine sul forum nella sezione Power!

Ultimi album di Silent Opera

Band: Silent Opera
Genere: Power 
Anno: 2014
77